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FOTO PRESENTI 12 |
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO IL VECCHIO E IL NUOVO MONDO,
1927
Collezione privata
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO LE MATELOT,
1927
Olio su tela, 59,5 x 80 cm
Collezione privata, Milano
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO IL SOGNO DEL POETA,
1927
Olio su tela, 116 x 89 cm
Collezione privata
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO SENZA TITOLO.
Natura morta à la gazelle, 1927
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO POEMA MARINO,
A. Savinio, 1927
Olio su tela, 50,4 x 60,5 cm
Collezione privata
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO DéCOUVERTE D'UN MONDE NOVEAU,
1929
Olio su tela, 81 x 100 cm
Collezione privata
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO BâTISSEURS DU PARADIS
, 1929
Olio su tela, 73 x 91 cm
Collezione privata
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO LE CONSUL-ROMANCIER,
1927
Olio su tela, 55,3 x 46,5 cm
Collezione privata, Milano
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO LE BOXEUR, 1927
A. Savinio, Olio su tela, 46 x 54,5 cm
Collezione privata, Roma
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO
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Savinio Alberto
SAVINIO ALBERTO
Alberto Savinio, Annunciazione, 1932
Il dipinto, conservato al Cimac di Milano, si presenta originale già per il suo formato: la tela non è rettangolare ma pentagonale per effetto del taglio dell’angolo superiore sinistro. Il campo dell’immagine è dominato dalla finestra da cui compare il faccione enorme dell’arcangelo Gabriele. La Madonna è seduta, in basso a sinistra, ed ha la caratteristica metamorfosi da donna a pellicano che Savinio aveva già utilizzato per il ritratto della propria madre.
La finestra ha una deformazione tipica da espressionismo tedesco. È aperta su un cielo scuro e cupo. Da essa appare il volto dell’angelo, gigantesco nelle sue proporzioni, come il mistero di cui è simbolo. La Madonna ha la testa di pellicano, dato che esso è, già dal Medioevo, simbolo della bontà e dell’amore materno, perché si riteneva che il pellicano, in caso di necessità, fosse capace di svenarsi col becco e di nutrire la prole con il proprio sangue.
L’Annunciazione è uno dei soggetti più rappresentati in assoluto nella storia dell’arte occidentale. L’immagine ha una iconografia e un suo significato religioso ben preciso, a cui si sono sempre attenuti tutti gli innumerevoli pittori che lo hanno rappresentato. Per la religione cattolica l’Annunciazione sta ad indicare che la nascita di Gesù non deriva da un normale concepimento, e in ciò già si manifesta la sua vera natura divina.
Come tema pittorico l’Annunciazione scompare dalla scena artistica a partire dal XVIII secolo, quando gli artisti maggiori cominciano ad operare in una società più laica e con minore dipendenza dalla committenza ecclesiastica. Il tema dell’Annunciazione viene, in qualche caso, utilizzato più per il suo significato allegorico che non per il suo significato religioso. È il caso, ad esempio, di Dante Gabriele Rossetti che, con il suo «Ecce ancilla domini» (vedi pag. 29), indaga sul significato universale del divenire madre a partire dal mutamento di coscienza che, nella donna, comporta la notizia di una maternità.
In Savinio l’Annunciazione diviene un soggetto per rappresentare il rapporto tra l’uomo e la divinità. Ossia, il rapporto tra l’uomo e il sacro, che si presenta alla finestra dei nostri piccoli spazi come qualcosa di gigantesco. Enorme, come il mistero della nascita e della sua sacralità, che travalica il semplice significato dell’apparire di una nuova vita.
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Paragonato dal poeta Apollinaire a un genio multiforme del rinascimento toscano,Alberto Savinio è musicista, scrittore, pittore, autore di illuminanti saggi artistici,scenografo e costumista teatrale. L'atto creativo è per lui un'operazione conoscitiva dato che l'artista ha il compito di penetrare il reale e svelarne il mistero rintracciabile oltre le apparenze fenomeniche. Ciò rivela la vicinanza intellettuale con il fratello maggiore Giorgio de Chirico, la cui concezione metafisica il più giovane Alberto ha sicuramente contribuito a plasmare. La nascita in Grecia, ad Atene, nel 1891, da una famiglia nobile di origini italiane, è per il piccolo Andrea de Chirico, che solo più tardi si farà chiamare Alberto Savinio, fondamentale per la strutturazione della sua poetica. La Grecia è infatti vista come culla della civiltà occidentale, scenario dell'infanzia collettiva che viene posta in rapporto con l'infanzia individuale. Questomomento germinale dell'esistenza è riportato alla luce attraverso la memoria che Savinio vede come la massima fonte di ispirazione artistica. Non la Grecia classica,apollinea e razionale, ma l'orizzonte passionale dei personaggi mitologici e la filosofia presocratica, soprattutto quella di Eraclito, saranno i punti di riferimento dell'artista italiano.Come per l'antico filosofo, infatti, la realtà è vista da Savinio come luogo del divenirein cui non esiste una sola verità o coppie di opposizioni fisse e inconciliabili ma in cui tutto è in rapporto dialettico. L'universo di Savinio non è chiuso, tolemaico,antropocentrico ma è cartesiano, multiforme, predisposto a conciliare l'apparentemente inconciliabile, aperto alla metamorfosi e alla meraviglia.
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