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FOTO PRESENTI 6 |
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Cammarano Michele (Napoli, 1835-1920)
CAMARRANO MICHELE DONNA SARDA
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Cammarano Michele (Napoli, 1835-1920)
CAMARRANO MICHELE LA BATTAGLIA DI DOGALI
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Cammarano Michele (Napoli, 1835-1920)
CAMARRANO MICHELE LO STUDENTE BOCCIATO
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Cammarano Michele (Napoli, 1835-1920)
MICHELE CAMMARANO IL CAMPIDOGLIO
Olio su tela
70 x 115 cm
Firmato in basso a destra:
"Mic. Cammarano".
Napoli, collezione privata.
Il dipinto mostra un'insolita inquadratura della piazza del Campidoglio, centro dell'antica Roma,
all'interno della quale si susseguono le testimonianze dei vari periodi della sua storia.
Un'intensa luce solare pervade la composizione esaltando le sculture classiche dei Dioscuri, Castore e Polluce,
poste alla sommità della scalinata, la celebre "Cordonata", mentre sulla destra si ergono sul versante settentrionale
del colle Capitolino la chiesa di Santa Maria in Aracoeli e parte del Palazzo Nuovo (oggi sede dei Musei Capitolini)
progettato da Michelangelo durante la trasformazione della piazza.
L'opera, caratterizzata da una chiarezza prospettica fondata su un'attenta modulazione dei rapporti tra luce e ombra, per l'approfondimento dell'indagine luministica e spaziale, appare molto vicina ai dipinti realizzati dal pittore durante il suo iniziale soggiorno a Roma. Il Cammarano, trasferitosi qui nel 1865, vi si stabilirà per oltre vent'anni - a eccezione di qualche periodo trascorso a Venezia e a Parigi - operando sempre più a stretto contatto con la committenza pubblica, in rapporto con i numerosi artisti stranieri presenti in città, come Mariano Fortuny, e legandosi soprattutto al pittore Fracassini.
Fortemente suggestionato dalla bellezza del paesaggio romano, dipinge opere come "Via Ripetta che si specchia nel Tevere" e "Campagna romana", e nello stesso tempo viene attratto dai monumenti dell'antichità, come il Colosseo, "per quei vuoti profondi e per il senso di solennità tragica" (Biancale 1936, p. 36) che li caratterizzano.
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Cammarano Michele (Napoli, 1835-1920)
CAMARRANO MICHELE EFFETTO TERREMOTO
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Cammarano Michele (Napoli, 1835-1920)
CAMARRANO MICHELE VIA DELL’AQBBONDANZA
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Michele Cammarano - Napoli, 1835-1920) Proveniente da una famiglia di artisti legati al mondo del teatro e delle arti figurative, compie le sue prime esperienze in campo pittorico con il prozio Antonio e il nonno Giuseppe, decoratore di interni e autore di dipinti di storia. Nel 1853 si iscrive alla Scuola di Paesaggio dello Smargiassi e a quella del Nudo diretta dal Mancinelli, presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Ben presto è attirato dalla pittura dei fratelli Palizzi; dapprima da Nicola, con il quale esegue studi all'aperto, poi da Filippo, che conosce nel 1856. Attraverso la loro pittura risale alla tradizione paesaggistica della Scuola di Posillipo, accostandosi alle nuove ricerche naturalistiche. La predilezione per la ripresa "dal vero" è già evidente nel dipinto esposto alla mostra del 1855 al Real Museo Borbonico, raffigurante "I crociati che tagliano un bosco", e ancora di più nel "Paesaggio invernale o giornata triste" (Napoli, Galleria dell'Accademia di Belle Arti) del 1861, dove forte è l'influenza palizziana. Nel 1859 concorre per il Pensionato romano con il paesaggio storico "Anacoreta presso una spelonca" (Napoli, Galleria dell'Accademia), opera di compromesso tra l'accademismo di Smargiassi e la lezione palizziana. Tra il 1860 e il 1870 il Cammarano compie esperienze pittoriche e umane determinanti per la sua formazione, come la partecipazione alle campagne garibaldine, che avranno influenza nella sua adesione ai temi della vita sociale e popolare. Nel 1861 va a Firenze dove espone un dipinto di argomento garibaldino, oggi perduto, intitolato "Due martiri della patria", e partecipa alle discussioni con i Macchiaioli. Al suo ritorno a Napoli partecipa alle mostre organizzate dalla Promotrice di Belle Arti dal 1862 al 1864: nel 1862 con "2 novembre", opera andata dispersa, e con "Il Terremoto di Torre del Greco" [cat. 52] (Napoli, Museo di San Martino), nel 1863 con "Ozio e lavoro" (Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte), e nel 1864 con il dipinto "Buon tempo". Nel 1863 partecipa a un concorso indetto dal Comune di Napoli con l'opera "Le Stragi di Altamura", oggi negli Stati Uniti, il cui bozzetto è conservato nel Museo di San Martino. Due anni dopo si trasferisce a Roma, dove resterà per gran parte della sua vita, fatta eccezione per qualche breve soggiorno a Venezia e a Parigi, entrando in stretto contatto con la committenza pubblica. La sua presenza nella capitale si rivela di grande importanza per l'influenza che esercita sui pittori di Olevano e su quelli della Campagna Romana. A questo periodo appartiene il dipinto "Le risorse della povera gente" (1867), dove il Cammarano riaffronta con maggiore convinzione il tema della denuncia sociale. Durante il soggiorno nella città lagunare l'artista realizza numerosi paesaggi e vedute di Venezia, caratterizzate da una forte struttura luministica, tra cui "Piazza San Marco", che sembra anticipare addirittura Manet. Tornato a Roma, nel 1868 entra in contatto con l'Accademia di Francia e nel marzo del 1870 si reca a Parigi per conoscere Courbet, ma viene attratto anche dalle opere di Gericault, Delacroix, Ingres, Millet e Rousseau. Al rientro dalla Francia, appena in tempo per partecipare alla liberazione della città, celebra l'evento con la "Carica di Bersaglieri a Porta Pia", (Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte), la prima delle grandi composizioni storiche, cui seguiranno, nel 1883, il "24 giugno 1859 a San Martino" e la "Battaglia di Dogali", opera commissionatagli dal governo italiano nel 1888, che l'artista ultimerà nel 1895, dopo un soggiorno di cinque anni in Eritrea. Accanto alle opere celebrative il Cammarano approfondisce i suoi interessi per i temi sociali e popolari, come nel dipinto "Covo di Briganti" (Oxford, Museo e Roma, collezione Bruno), nei "Lavoratori della Terra", (Milano, collezione Marzotto), nella "Rissa a Trastevere" (Napoli, Galleria dell'Accademia) e nei "Legnaiuoli" (Napoli, collezione Banco di Napoli). Ben presto la sua fama varca i confini nazionali; nel 1876 presenta all'Esposizione universale di Filadelfia il dipinto "Un primo fallo"; espone a Parigi nel 1878, e nel 1882 al Salon; nel 1898, al suo rientro dall'Africa, espone a San Pietroburgo; l'anno successivo a Monaco di Baviera, e, infine, a Londra nel 1904. Nel 1900, tornato a Napoli, subentra a Filippo Palizzi nella cattedra di Pittura di paesaggio presso l'Istituto di Belle Arti, incarico che ricoprirà fino al 1920.
Mercato
L'artista tra i maggiormente ricercati dal collezzionismo è di conseguenza tra i più falsificati e molte volte soggetto ad attribuzioni disinvolte.
Notevoli sono le differenze a secondo dei temi trattati.: ( Paesaggi, scene di genere e di polemica sociale, temi di vita popolaresca romana e di quella borghese di Venezia, soggetti militari,ritratti e figure )
Da 3.000 a 5'000 euro per le cose abbozzte ma di certa autografia.
Da 16.000 a 22.000 euro per oli di qualche rappresentatività
Da 60.000 a 80.000 euro e oltre per i migliori grandi quadri
Record d'asta : 283 milioni a genova Ottobre 1999
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