 |
|
FOTO PRESENTI 2 |
|
Picasso L'Arlecchino dell'Arte
PICASSO PABLO
|
Picasso L'Arlecchino dell'Arte
PICASSO PABLO
|
|
|
|
L'Arlecchino dell'arte 1917-1937
10 ottobre - 8 febbraio. Complesso del Vittoriano. Roma
La mostra, che nasce sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con la collaborazione del Comune di Roma - Assessorato alla Cultura e alla Comunicazione, Assessorato alle Politiche Educative, Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù - della Provincia di Roma - Presidenza e Assessorato alle Politiche culturali - della Regione Lazio - Presidenza e Assessorato alla Cultura, allo Spettacolo e allo Sport -, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero Affari Esteri, dell'Ambasciata di Francia in Italia e dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. tra simboli e capolavori
di Francesca Giuliani Funambolico, e già unico. In equilibrio fra gli spigoli di una ricerca astratta e ancora tentato dalla morbidezza figurativa. Dentro un milieu europeo leggendario, capace di accogliere suggestioni ottocentesche e slanci creativi del Novecento più pieno, in cui si muovevano insieme Satie e Diagilev, Picabia e Cocteau. È Picasso, protagonista della mostra in arrivo al Complesso del Vittoriano con una messe di opere prestate da musei come il Centre Pompidou di Parigi e il Museu Picasso di Barcelona, che comprendono olii, lavori su carta oltre a una copiosa serie di incisioni, la Suite Vollard in arrivo dal Canada.
Si tratta, a volerle contare, di 180 opere realizzate lungo due decenni e comprese in una coppia di date fatidiche: 1917-1937, essendo il primo l´anno del suo ritorno al classicismo dopo le tentazioni cubiste e l´ultimo quello della pienezza di Guernica. Dentro questi termini temporali è contenuto il lavoro dell´ "Arlecchino dell´Arte", come il sottotitolo della mostra lo chiama, con un suggerimento iconografico tra i più popolari e riconoscibili dell´artista. Ma, chiarisce Yve-Alain Bois, curatore americano della mostra, non c´è da aspettarsi una (pure senz´altro splendida, ma forse impensabile da realizzare) galleria di arlecchini, da quelli tristi del periodo rosa a quelli scomposti nei colori cubisti. Con i colori di Arlecchino, e il valore simbolico che esprime, è l´idea stessa della pittura, per come l´ha sviluppata nella sua ricerca il più grande artista del Novecento, a far da filo conduttore a questa esposizione.
Il senso proposto dai curatori è di «analizzare la natura della formidabile multiformità di Picasso, la sua capacità, mai raggiunta da nessun altro artista - di sentirsi libero di dipingere o disegnare lo stesso motivo in maniere radicalmente diverse e talvolta opposte», scrive Bois. L´immagine di Arlecchino è al centro di quella che criticamente è definita la "svolta anticubista" di Picasso, il rigetto per l´automazione dell´arte che rischia di vedere il "ready made" diventare un tic svuotato di senso. È peraltro di quella stagione un aneddoto secondo il quale Cocteau si presentò a Picasso indossando una veste arlecchinesca per farsi ritrarre da lui proprio nei giorni in cui lavorava ai costumi per "Parade", opera con le coreografie di Sergei Diagilev e le musiche di Erik Satie.
Non incidentalmente si trova in mostra anche un´occasione romana: il dipinto "Ragazza italiana", datato 1917 e legato al soggiorno capitolino dell´artista. È un´opera che rappresenta il momento in cui, dopo «la crisi del cubismo, l´artista sceglie di recuperare la tradizione classica - spiega ancora Bois - decidendo che nulla va scartato e tutto può entrare a far parte del proprio arsenale artistico». Forme e possibilità infinite come nel costume di Arlecchino, caleidoscopico nei suoi simboli e nei rimandi che fanno di Picasso un impareggiabile trickster, un funambolo dell´arte.
Picasso 1917-1937. Complesso del Vittoriano 11 ottobre 2008-8 febbraio 2009. Visite guidate 06.6780664. A cura di Comunicare Organizzando. (23 settembre 2008)
|