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ROBERT DELAUNAY – SONIA TERK DELAUNAY
DELAUNAY SONIA
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ROBERT DELAUNAY – SONIA TERK DELAUNAY
DELAUNAY SONIA
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ROBERT DELAUNAY – SONIA TERK DELAUNAY
DELAUNAY ROBERT DISCHI A SCHIZZO
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ROBERT DELAUNAY – SONIA TERK DELAUNAY
ROBERT DELAUNAY
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“Ai confini del colore, oltre i confini di una cornice” è questa una formula che riassume con suggestione la passione che ispira l’intera vita artistica della coppia Delaunay. Una passione totalizzante, cui stanno stretti però anche i confini della cornice di un quadro, che spinge entrambi ad esplorare altri terreni d’applicazione. Sonia, che manifesta da subito un carattere più versatile, prima di aprire un atelier di moda nel 1924, spazia nel campo dei costumi, delle scenografie teatrali e cinematografiche, fino alla decorazione di monumenti architettonici, ambito in cui, insieme a Robert nell’ultimo decennio di vita insieme, trova gli spazi più estesi per la sua creatività. Secondo Robert nelle radici orientali di Sonia, che nasce in Ucraina nel 1885, c’è un “senso atavico del colore”. Questo spingerà entrambi a cercare di rendere il cromatismo l’elemento costitutivo dell’immagine, nel divenire forma, profondità, composizione e movimento. Dal 1914 al 1920 lavorano soprattutto in Portogallo e Spagna, dove nel 1918 collaborano con Diaghilev per la progettazione delle scenografie dei Balletti Russi. Rientrato a Parigi nel 1920, Robert si avvicina agli artisti e ai poeti surrealisti e, l’ultimo decennio della sua esistenza, è caratterizzato da un’ulteriore svolta creativa, che vede la realizzazione di forme essenziali, ritmiche e plasticamente concentrate, come i “dischi”, (Disques esquisses, 1930), con cui l’artista approda ad un’arte monumentale e decorativa. La morte lo coglie ancora giovane nel 1939. Dopo la guerra, Sonia continua da sola la ricerca dei rapporti tra ritmo e colore.
Robert Delaunay (1885-1941)
Robert-Victor-Félix Delaunay nasce a Parigi il 12 aprile. Nel 1902, dopo la scuola secondaria, lavora come apprendista in un laboratorio di scenografia a Belleville. Nel 1903 comincia a dipingere e già nel 1904 espone al Salon d'Automne, dove sarà presente anche nel 1906, Dal1904 fino all'inizio della prima guerra mondiale partecipa al Salon des Indépendants. Tra il 1905 e il 1907, stringe amicizia con Henri Rousseau e Jean Metzinger e studia le teorie sul colore di M-E Chevreul; in questo periodo la sua pittura è neoimpressionista e risente dell'influenza di Paul Cézanne. Negli anni 1907- 08 presta il servizio militare a Laon; tornato poi a Parigi, entra in contatto con gli artisti che più tardi daranno origine al cubismo, che a loro volta influenzano la sua opera. Tra il 1909 e il 1910 Delaunay sviluppa il suo stile personale: nel 1909 dipinge la sua prima “Tour Eiffel”. Nel 1910 sposa la pittrice Sonia Terk, che è sua collaboratrice in molte sue attività artistiche. La presenza di Delaunay alle mostre tedesche e la sua collaborazione con l'avanguardia in Germania inizia nel 1911. In quell'anno Vassily Kandinsky lo invita a partecipare alla prima mostra di Blaue Reiter (Cavaliere azzurro) a Monaco. In questo periodo diventa amico di Guillaume Apollinaire, Henri le Fauconnier e Albert Gleisez. Nel 1912 Delaunay inizia la serie delle “Finestre”. Ispirato dal lirismo cromatico delle “Finestre”, Apollinaire conia il termine “orfismo”, o “cubismo orfico” con il quale definisce l'opera di Delaunay. Nel 1913 dipinge le “Forme circolari”, o “Dischi”. Dal 1914 al 1920 vive in Spagna e in Portogallo stringendo amicizia con Sergei Diagilev, Igor Stravinsky, Diego Rivera e Léonide Massine. Nel 1918 cura la scenografia dei “Ballets Russes”. Torna a Parigi verso il 1920. Qui, nel 1922, si tiene una grande mostra delle sue opere, alla Galerie Paul Guillaume. Inizia frattanto la sua seconda serie di “Tour Eiffel”. Nel 1924 si dedica alla serie dei “Corridori” e nel 1925 esegue gli affreschi dei Palais de l'Ambassade de France all'Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi. Nel 1937 completa le pitture murali per il Palais des Chemins de Fer e per il Palais de l'Air all'Exposition Internationale des Arts di Parigi. Le sue ultime opere sono le decorazioni per la sala della scultura dei Salon des Tuiterics nel 1938. Nel 1939 partecipa all'organizzazione della mostra Réafités Nouvelles. Delaunay muore a Montpellier il 25 ottobre.
Delaunay, l’eretico del cubismo Considerato da Apollinaire il principale eretico del cubismo, Robert Delaunay esprime da sempre il desiderio di rimanere fuori dal gruppo, scelta motivata dalla sua costante speranza di dedicarsi con maggior concentrazione alle sue ricerche. L’“eresia” di questo artista consiste soprattutto nell’uso del colore, che si differenzia dalle stesure cromatiche di molti artisti cubisti, e nella ricerca di una tensione dinamica tra gli elementi plastici delle sue composizioni. La sua pittura è figlia del più ostinato tentativo d’utilizzare diverse maniere stilistiche: dall’impressionismo di Pissarro al fauvismo di Matisse; dall’appiattimento formale di Gauguin al neoimpressionismo di Seurat e di Signac. Da queste esperienze, tutte basate sullo studio del rapporto tra colore e luce, Delaunay non si discosta mai. “Un giorno, verso il 1913 (racconta Delaunay) affrontai il problema dell’essenza stessa della pittura. Affrontai la tecnica stessa del colore. Sono di allora le esperienze del Disco Simultaneo. Questo disco primitivo era una tela dipinta i cui colori, tra oro opposti, significavano solo ciò che si vedeva: colori in contrasto, disposti in cerchio e tra loro opposti”. Ogni elemento della realtà esteriore, che nelle fasi precedenti di costruzione o distruzione dell’immagine è al centro dei suoi interessi, viene ora cancellato ed assorbito nella forma perfetta e astratta del cerchio che, oltre a suggerire significati cosmici, rappresenta l’essenza stessa della luce. La centralità del significato del colore in una dimensione più spiritualizzata delle forme è, in questi anni, propria di diversi artisti tra cui Kandinskij, Klee e Kupka. Come a voler assegnare a Delaunay il primato di queste ricerche, Apollinaire, in occasione di una conferenza tenuta a Berlino nel 1913, proclama la nascita di un nuovo movimento francese, indipendente e moderno: l’“Orfismo”. Il riferimento a Orfeo, mitico poeta e musico, è volto a sottolineare la valenza evocativa di questa pittura, il suo “offrire simultaneamente un piacere estetico puro, una costruzione che colpisce i sensi e un significato sublime, ossia il soggetto. È arte pura”
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