Llewelyn Lloyd nasce a Livorno il 3 agosto 1879 da una famiglia benestante di origine inglese;qui trascorre la sua prima giovinezza, compiendo gli studi nelle scuole pubbliche, anche se presto li abbandona per seguire la sua vocazione di pittore. I suoi primi "modelli" sono i barconi e gli zatteroni ormeggiati intorno alla Torre Marina, nel Porto Vecchio e in Dogana, poi dipinge il litorale dall'Ardenza ad Antignano e l'entroterra da Montenero a Castelnuovo. Aveva appreso i primi rudimenti di pittura, accanto a Romiti, Martinelli e Modigliani da Guglielmo Micheli, allievo, a sua volta, di Giovanni Fattori; e fu proprio il
grande "maestro" il suo principale educatore ed ispiratore. Così, per seguire da solo gli insegnamenti del Fattori, si stabilisce a Firenze, da dove,su consiglio del maestro, si
allontanava per andare a dipingere dal vero a Bocca d'Arno, nell'amata Isola d'Elba, in Liguria, a Castiglioncello e anche a Venezia. Partecipa per la prima volta ad una esposizione alla Società delle Belle Arti di Firenze nel 1897 con il dipinto Mattino al Calambrone; nel 1899, sempre a Firenze, presentò tre opere: Quiete, Autunno, e Sorge la luna che piacquero molto al Signorini. Nel 1904 fece parte del gruppo dei giovani artisti che, staccatisi dalla Promotrice, esponevano a Palazzo Corsini. I suoi lavori furono molto apprezzati tanto che l'anno seguente viene invitato alla Biennale Internazionale di Venezia.
In questo momento esegue dipinti di influenza divisionista come le opere realizzate in Liguria Vendemmia a Manarola, Alba a Manarola, Meriggio in riviera, La carezza del sole,
Crepuscolo in riviera che il pittore invia alla prima Esposizione d'Arte Toscana, svoltasi a Firenze nel 1905. Questa esperienza divisionista è portata avanti con entusiasmo per vari anni, sebbene seguita più con l'intuizione che con l'applicazione delle teorie fisiche, come lo stesso Lloyd dichiarerà più tardi nel suo libro di ricordi "Tempi andati". Dopo il breve soggiorno a Manarola, nel 1907 torna a Firenze ed espone insieme a Costetti, Chiglia, Graziosi e De Carolis in una saletta a parte della Promotrice detta della Secessione che suscita pareri contrastanti nel pubblico.Nel 1907 giunge per la prima volta nell'isola d'Elba a Marciana Marina che era stata sconvolta nel 1899 da una tremenda alluvione di cui ne mostrava ancora i segni e che l'artista, rimastone profondamente impressionato, ritrae in L'osteria chiusa, La casa nel torrente e il cantiere distrutto, opere, tutte, che segnano il definitivo abbandono della tecnica divisionista. Successivamente espone con il gruppo della Giovine Etruria alla seconda esposizione d'Arte della Secessione tenutasi a Roma nel 1914 con opere che si proponevano di rinnovare l'arte toscana scaduta nella ripetitività dei moduli tardomacchiaioli. La sua produzione è, in questo periodo, intensa e di qualità, caratterizzata da una tavolozza quanto mai luminosa, per l'uso di colori vivaci e smaltati, e da un segno forte e sintetico. Nel frattempo partecipa alle più importanti esposizioni italiane ed estere, con dipinti di paesaggi dell'Isola d'Elba, dove vi aveva acquistato una casa per trascorrervi gran parte dell'anno -,e studi d'interni che riflettono l'amicizia col Ghiglia. Nel 1929 insieme a Sartorio e Pomi si imbarca a La Spezia sul "Quarto" per la crociera estiva in Spagna, Portogallo, Tripolitania con l'incarico onorifico di ritrarre le navi da guerra della Marina Italiana. Questi dipinti, esposti alla terza mostra d'Arte
Marinara di Roma, riscossero successo e consensi. Durante la seconda Guerra Mondiale, in seguito alla occupazione tedesca, il nostro artista, che per tradizione familiare, aveva sempre mantenuto la cittadinanza inglese, viene arrestato ed inviato in campo di concentramento a Fessoli e poi in Baviera, dove rimane fino al 1945. Rientrato in Italia, viene ospitato dall'amico Roberto Papini che, in segno d'affetto e d'amicizia, dopo la morte del pittore il 1° ottobre 1949, raccoglierà le sue memorie e appunti, nel libro'Tempi andati".