"E' quello che facciamo di ciò che abbiamo, non ciò che ci viene dato, che distingue una persona da un'altra" scrive Nelson Mandela.(1)
E' essenziale smettere di parlare di "Africa" come di un concetto unico.
L'Africa è un continente e come tale, è formato da vari Stati. Ogni Stato ha una sua cultura, una sua tradizione, un suo passato, ha le sue tribù e i suoi dialetti, ha le sue bellezze e la sua sfortuna.
Si parla di Africa soltanto perché c'è ancora oggi un senso di superiorità nello spirito bianco europeo ed americano; questa è la terra della moltitudine di etnie, di lingue, d'identità, di origini. Non c'è stata una vera voglia di soffermarsi a capire di quali lingue si parlasse o di quali identità si trattasse, a parte gli studi minuziosi sulle differenze utili ai bianchi per rendersi ancora più 'ricchi'.
E' stato più semplice parlare di Africa per capire subito che stavi parlando di persone di colore, o di quel posto a sud del mondo.
Poter parlare di un concetto del genere, riuscendo a dire cose che non offendano né bianchi, né neri, direi che è molto arduo e rischioso.
Le mie parole e i miei pensieri, saranno capiti e forse accettati dagli europei, ma io resterò sempre e comunque una BIANCA o "Mundele"come si usa dire nel Congo francese, per gli africani, e anche sforzandomi, riuscirò a dare solo una visione soggettiva di tutto questo.
La maggior parte dei bianchi che affrontano un'esperienza nel continente africano, li vede pubblicare spesso diari sul loro viaggio. Perché?
Ancora esistono una serie di pregiudizi inconsci su tutto ciò che riguarda l'Africa, e c'è una nuova sorta di Colonialismo spirituale che si sta attuando verso gli africani.
Parlo di Africa e divento famoso; studio la tale tribù africana, ci scrivo un libro e divento famoso; un 'famoso' che corrisponde al 'fare soldi'.
I media ci propongono continuamente una visione dell'Africa totalmente diversa da quella che è in realtà. Luoghi meravigliosi, savane piene di animali mai visti da vicino, il deserto, foreste equatoriali ancora abitate da indigeni; dall'altra parte della medaglia invece ci appaiono spesso immagini di uomini, donne e bambini che soffrono e che muoiono di fame, con la pancia gonfia di chi non mangia da mesi, che non hanno acqua, istruzione, malati di A.I.D.S., etc.
Talvolta ho avuto veramente l'impressione guardando queste immagini che gli Africani (e qui torna di nuovo il generale concetto di "Africa") fossero tutti malati di Aids e che il loro destino fosse ormai arrivato alla fine.
E se mosso dalla compassione vorresti fare qualcosa, ecco che ti appare il numero di conto corrente a cui donare soldi per adottare un "povero" bambino dell'Africa.
Attenzione! Attenzione a questo immenso continente!
E soprattutto attenzione a questa valanga di modi sbagliati di giudicare questa terra.
Non sto affermando che ciò di cui ho parlato sopra sono tutte bugie, ma sto dicendo che non esiste solo questo.
Il più grosso problema sono i soldi ed i luoghi comuni: mostrare un continente intero che soffre, fa girare una montagna di soldi nelle mani delle varie istituzioni, e dall'altra parte le persone vogliono vedere solo ciò che conoscono e non accettano che qualcosa sia diverso.
"L'Africa è un'altra cosa"(2), afferma Pép Subiròs, e solo gli artisti possono farci vedere ciò che non conosciamo.
"L'Arte dell'Africa aiuta l'Immagine dell'Africa"(3), possiamo ancora leggere sul numero 2-3/99 di "Africa e Mediterraneo".
"Nei lavori degli artisti, puoi scorgere l'Africa diversa da quella rappresentata e imposta dalla storia. Parlare dell'Africa è parlare del mondo e il lavoro degli artisti africani ci parla del mondo."(4)
Ecco perché ho voluto basare la mia ricerca su questo tipo di arte, che è parte integrante ed essenziale di un continente enorme; un'arte che cambia in base alle tradizioni, alle credenze, agli spiriti, alla voglia di parlare di quello che succede tutti i giorni, e soprattutto che cambia in conseguenza della diaspora, lasciare la propria patria perché i bianchi hanno scoperto nell'artista un genio.
Credo che un buon artista in Africa, lo è anche in Europa, e anche se cambiano i temi di cui trattano le sue opere, esisterà sempre il suo punto di vista, un modo di vedere la vita con gli occhi di un africano.
Arte Africana in Italia
In Italia, esistono ben pochi testi a disposizione degli interessati e il materiale che si riesce a trovare è legato all'arte del periodo coloniale.
L'Arte Africana Contemporanea oggi è andata oltre; si pone come un ponte, tra ciò che è stata l'Arte Primitiva e ciò che vuole diventare l'Arte Africana in un prossimo futuro.
Gli artisti non dimenticano né rinnegano il passato, ma allo stesso tempo non si chiudono di fronte a ciò che c'è di nuovo. L'Africa ha voglia di mostrarsi per quella che è veramente, senza intermediari "bianchi".
Paesi come la Francia, l'Inghilterra, la Germania, il Belgio e la Spagna, offrono un gran numero di testi, siti internet e utili indirizzi di musei e gallerie, che trattano di quest'arte.
Esistono artisti di grandissimo livello, come ad esempio Chéri Samba, Ousmane Dago Ndiaye, Esther Mahlangu, etc., che sono venuti in Italia ad esporre le loro opere, ma se ecludiamo una piccola cerchia di persone che li hanno seguiti, quasi nessuno li conosce o ne ha mai sentito parlare.
Non solo loro, ma non si conosce in realtà, neanche la storia dell'Africa.
Tutti sanno dove si trovano Roma e Firenze, ma chi lo sa dove si trova Brazzaville (in Congo) o Libreville (in Gabon) o Accra (in Ghana) o Harare (in Zimbabwe) o Freetown (in Sierra Leone) o Conakry (in Guinea)?
Potrei continuare fino ad elencare tutte le capitali delle nazioni africane, ma ciò che ritengo importante è che si capisca che conoscere le altre culture serve a crescere interiormente.
Quante persone si recano a visitare la Biennale di Dakar in Senegal, o quella di Johannesburg in South Africa, ogni anno?
Abbiamo a portata di mano un continente immenso di cui si è sempre saputo poco e tutt'ora si continua a voler chiudere gli occhi e le orecchie per non vedere e sentire.
Tutto ci sfiora, ma niente ci tocca.
L'Africa ed Internet
"Paradossalmente internet sembra il miglior modo di comunicare con l'Africa. Molti non hanno il telefono Ma trovi spesso degli Internet Center"(5)
Questo è il motivo per cui ho scelto internet, perché per andare in Africa ci vuole una notte di viaggio in aereo (dipende comunque dalla distanza che uno deve percorrere), mentre per collegarsi ad internet, pochi minuti.
Molti siti che ho visitato, erano realizzati da persone africane, e non solo venivano presentati con un'ottima grafica, ma soddisfacevano anche le mie ricerche. Ciò che non ho trovato nei libri, l'ho trovato su internet.
Ed è proprio così che è nata gran parte della mia conoscenza su arte ed artisti africani, grazie ad internet.
Attualmente esistono alcune associazioni che stanno portando avanti un discorso sull'Arte Africana Contemporanea in Italia.
Tra queste vi è sicuramente "Africa e Mediterraneo" (referenti Sandra Federici e Andrea Marchesini Reggiani) a Bologna, il Centro Trevi a Bolzano, e lo studio d'arte Raffaelli a Trento.
A Firenze sta iniziando a muoversi qualcosa; c'è la volontà di creare spazi per l'Arte Africana Contemporanea.
L'Africa "non" è il posto più bello del mondo, ma riesce ad essere ricco e sempre nuovo, grazie alla sua spiritualità, ed alla sua semplicità, di cui si sente tanto il bisogno in quest'epoca di esagerata tecnologia e benessere.
Arte Africana Contemporanea Link
La ricerca su internet dell'Arte Africana Contemporanea, può essere talvolta lunga e dispersiva; spesso cercando sui motori di ricerca stranieri si riescono a trovare alcune fonti interessanti.
http://www.artonline.it è un sito online italiano suggerito dalla rivista "Art e Dossier"che ci offre tutto ciò che c'è di attuale nel campo dell'arte, sia in Italia che all'estero.
Alcuni artisti africani hanno esposto alla Biennale di Venezia, punto d'incontro di artisti delle più diverse nazionalità. Il sito è:
http://www.labiennaledivenezia.net/Anche altre Biennali assumono rilievo:
la Biennale di Lione, ad esempio è una di queste. Si svolge a Lione in Francia e non manca di presentare opere di artisti africani.
Il sito è :
http://www.biennale-de-lyon.org/La Biennale di San Paolo, si aggiunge alla lista, sempre per aver aperto le porte ad artisti africani:
http://www.uol.com.br/bienal/Da sottolineare anche le Biennali di Johannesburg e Dakar.
Il sito della Biennale di Dakar 1998 è:
http://toile-metisse.ctx.net/tmag-dakar/index.htmInfine il sito della Biennale dell'Havana, che si svolge all'Havana:
http://www.universes-in-universe.deAnche Documenta in Germania diventa un'importante esposizione per quest'arte, visto il notevole spazio che gli artisti africani hanno trovato in Germania:
http://www.documenta.deInteressante è sicuramente il sito del Centre George Pompidou a Parigi:
http://www.cnac-gp.fr/Pompidou/Home.nsf/docs/fhomeLa rivista Revue Noire offre un grande panorama sull'Arte Africana Contemporanea, sia dal punto di vista figurativo che musicale e cinematografico.
Il sito internet è:
http://www.revuenoire.comIn Germania la Galleria Hermann, è sicuramente quella che più di altre ha proposto mostre personali di artisti africani; il sito è oltretutto, molto ben curato, anche se è in tedesco.
http://www.galerie-herrmann.de/arts/index.htmIn Italia, è sicuramente interessante il sito di Africa e Mediterraneo, che tratta proprio di arte africana in Italia, proponendo interventi ed iniziative sul tema.
Il sito è:
http://www.africaemediterraneo.itA Prato è presente il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, che anche se non offre mostre di carattere specificatamente africane, è comunque aperto all'arte contemporanea e non ha mancato d'includere all'interno delle sue esposizioni opere di artisti africani:
http://www.centropecci.it/htm/ho.htm
1 Nelson Mandela, "Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia.", edizioni Giangiacomo Feltrinelli, Milano,1997, p. 166.
2 Pep Subirós, "AFRICAS.The Artist and the City.A Journey and an Exhibition", edizioni 'Centre de Cultura Contemporània de Barcelona', Barcellona, 2001, p. 68-69
3 "Africa e Mediterraneo. Cultura e società", n.2-3/99 (28-29), dicembre 1999, Bologna,
pag. 26-31. Africa e Mediterraneo è un trimestrale curato da Lai-momo, società cooperativa a.r.l. di Bologna.
4 Pep Subirós, "AFRICAS.The Artist and the City.A Journey and an Exhibition", edizioni 'Centre de Cultura Contemporània de Barcelona', Barcellona, 2001, p. 68.
5 Pep Subirós, "AFRICAS.The Artist and the City.A Journey and an Exhibition", edizioni 'Centre de Cultura Contemporània de Barcelona', Barcellona, 2001, p. 66.