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FOTO PRESENTI 4 |
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Egon Schiele: Paesaggi
SCHIELE EGON
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Egon Schiele: Paesaggi
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Egon Schiele: Paesaggi
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Egon Schiele: Paesaggi
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Circa 80 quadri di città e paesaggi di Egon Schiele, il geniale esponente dell’Espressionismo austriaco, sono al centro di questa mostra.
Quasi la metà dei dipinti di Schiele sono vedute di paesaggi e di città, soprattutto le visioni di Krumau (Cesky Krumlov), una cittadina sulla Moldava. Grazie ad esse si può ben comprendere l’evoluzione artistica dell’artista. Numerosi altri lavori completano il giudizio e consentono di capire il valore fondamentale del paesaggio per la visione globale di Schiele.
I quadri sono contraddistinti dalla decadenza e dalla morte. Nei suoi lavori successivi l’inquietante tonalità di base dei primi quadri di città si sposta sulla natura incontaminata. Per comprendere la loro elaborazione artistica verranno affiancati agli originali i relativi motivi come fotografia.
EGON SCHIELE di Romana Schuler L’opera artistica del pittore e disegnatore Egon Schiele si muove in senso contrario rispetto alla decadenza estetizzante e alla rappresentazione di una semplice "bella apparenza", che caratterizzarono la cultura e l’arte a Vienna a partire dalla fine del XIX secolo. Nel 1906 Schiele fu ammesso all’Accademia Viennese di Arti Figurative e iniziò a studiare pittura con Griepenkerl. A causa dei crescenti disaccordi e contrasti con il suo professore, che rispetto al giovane e talentuoso Schiele rappresentava una sensibilità artistica molto tradizionale, l’allievo lasciò la classe insieme ad altri compagni di studi e fondò, nel 1909, un’associazione di artisti. Il mentore più importante di Schiele divenne il celebre pittore Gustav Klimt, uno dei fondatori della Secessione. Già nel 1910 Schiele si distaccò totalmente, dal punto di vista artistico, dallo stile floreale piatto e geometrico-ornamentale dei secessionisti e giunse al suo inconfondibile linguaggio espressivo lineare. Al centro dei suoi lavori c’è l’immagine dell’Uomo. Temi iconografici quali la nascita, la giovinezza, la passione e l’erotismo, la malattia e la morte sono spesso trattati nella sua arte con una visione polarizzante. Nelle sue raffigurazioni espressive e corporee, Schiele non vuole mostrare ciò che appare; per lui è importante ciò che si vede, lo "sguardo verso l’interno". Nei numerosi autoritratti, che raffigurano l’artista in svariate pose e atmosfere e persino sotto forma di morto, egli riflette in modo molto pregnante un quadro delle abitudini socioculturali che per i pluralistici Moderni viennesi ha una forza dirompente. La società moderna, per la prima volta in quel tempo, si vede messa a confronto con una crisi d’identità. Di questa immagine della società si erano già occupati Ernst Mach nei "Contributi all’analisi delle sensazioni" (1886) e Sigmund Freud nei suoi scritti sulla psicoanalisi (1900). L’individuo ha paura di perdere il proprio Io e si mette alla ricerca di una nuova totalità. Le cause dell’aspirazione alla ricostruzione dell’identità nella società risiedono nell’industrializzazione del XIX secolo, nelle disparità sociali e, infine, anche nel primo, grosso crack borsistico verificatosi a Vienna nel 1873, che causò una depressione della durata di oltre vent’anni. La successiva catastrofe seguì nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Tra il 1910 e il 1915, nell’opera figurativa di Schiele si giunse con la massima efficacia ad una geniale attuazione artistica del fenomeno dell’"Analisi dell’Io". La crisi del soggetto, la sua sofferenza e la sua "identità perduta", tematiche centrali dell’umanità, sono attuali anche ai giorni nostri, in un’epoca di riorientamento globale. L’arte di Egon Schiele e le riflessioni dei Moderni viennesi sull’"Analisi dell’Io" costituiscono quindi un’interfaccia con il presente.
Biografia Egon Schiele nacque nel 1890 a Tulln, in Austria. Figlio di un capostazione delle ferrovie dell'impero austro ungarico, a quindici anni restò orfano del padre che soffriva di disturbi mentali. Nel 1906 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Vienna e nel 1907 conobbe Gustav Klimt che lo stimolò nel miglioramento della tecnica del segno e del contorno e lo introdusse nel Wiener Werkstätte (Vienna Workshop), fondato nel 1903. Schiele, che considerò Klimt suo padre spirituale, si formò anche nell’ambito della pittura di Hodler e sviluppò, ben presto, uno stile del tutto personale. Nel 1909 lasciò l'Accademia di Vienna e fondò, con altri artisti, il Neukunstgruppe. Nel 1912 fu accusato di aver sedotto una minorenne e, in seguito al ritrovamento di "disegni pornografici" nel suo appartamento, fu arrestato e detenuto per tre giorni. La dichiarata convivenza con la modella Wally Neuzil e i suoi dipinti e disegni di ragazze minorenni lo mantennero sempre ai margini dalla società tradizionale austriaca. Nel 1915 sposò Edith Harms e, quattro giorni dopo il matrimonio, fu costretto ad arruolarsi, dopo aver tentato inutilmente di farsi assegnare il compito di artista ufficiale di guerra; inviato a Praga, fu assegnato al controllo dei prigionieri di guerra russi. Tornò a Vienna nel luglio dello stesso anno. Grande rappresentante dell’espressionismo austriaco ed uno dei più brillanti disegnatori di tutti i tempi, Egon Schiele spinse fino a livelli drammatici l’erotismo moderato di Klimt, tanto che con Schiele, per la prima volta, entrò nella pittura la crudezza del sesso, fatta di nudi estremamente magri e sfiniti. Vissuto gran parte della sua vita in miseria, nel 1918, sei mesi prima della morte, una grande retrospettiva, organizzata nell’ambito della Secessione Viennese, rivalutò la sua opera e l’originalità e l’incisività del suo segno, consacrandolo al successo. Nell'autunno del 1918 la moglie, in stato di gravidanza, morì di febbre spagnola; tre giorni dopo, il 31 ottobre 1918, contagiato dalla stessa malattia, Egon Schiele si spense, a Vienna, a soli 28 anni.
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