Studia all'Accademia di Belle Arti di Roma, e negli anni giovanili viaggia attraverso l'Europa compiendo varie esperienze letterarie e artistiche. Esordisce a Roma nell'ambito delle Secessioni; di questo periodo rimangono scarse testimonianze, che valgono a sottolineare ancor più la singolarità del distacco con le esperienze successive . Tra il 1918 e il '23 fonda e dirige la rivista "
Valori Plastici" e organizza inoltre l'attività espositiva del gruppo in Germania e in Italia. Attraverso la rivista elabora un vasto programma di ridefinizione dei valori del passato, schierandosi in difesa della metafisica, fino allo studio dei quattrocentisti e dei "primitivi" italiani. Con Flaminio Martellotti e Vittorio E. Barbaroux è il creatore della collezione di "
Valori Plastici", che impone le opere di
de Chirico, Carrà, Morandi,
Martini. Insieme alla moglie Edita, dopo la fine della rivista, avvia l'importante casa editrice che pubblica opere fondamentali come il" Piero della Francesca" di Roberto
Longhi e il "Giotto" di Carrà. La sua azione di uomo di cultura è sotto certi aspetti analoga a quella della sua pittura: volontà di ritorno all'ordine; apertura all'Europa (l'influsso avuto sulla nuova oggettività, ad esempio); saldi riferimenti al museo. Espone gruppi di opere alla II e III Quadriennale di Roma (1935 e '39); la XXV Biennale di Venezia gli dedica una mostra postuma, presentata da Carlo Carrà (1950). Le sue opere manifestano una ricerca di levigata politezza della materia pittorica, fino alla scelta rigorosa degli oggetti per le nature morte, in cui si colgono riflessi delle analoghe esperienze condotte in pittura dalla moglie Edita, che, dotata di maggiori qualità pittoriche, interviene spesso nella realizzazione dei suoi dipinti.