Concentrato di vitalità ed inventiva, entusiasmo coloristico e potenza formale, il Giardino dei Tarocchi a Garavicchio, vicino a Capalbio, è una presenza che l'Italia può ben essere felice di ospitare.
Niki de Saint Phalle ha concretizzato, nel giro di diciotto anni, la sintesi dell'immaginazione femminile in una famiglia di gigantesche creature rivestite di scaglie in ceramica e vetro, colorate e scintillanti. Ispirata dal grande Gaudi, anche l'artista francese si è lasciata guidare dalla natura nell'elaborare forme che parrebbero generate e cresciute dalla terra
nello stesso modo di alberi, montagne o minerali preziosi. Una realizzazione che le è costata molte difficoltà anche burocratiche, oltreché fatica e impegno finanziario; ma alla fine sono spuntati, imponenti fra gli alberi, i simboli delle ventidue cartelle interpretati con grande libertà.
Quello di Niki de Saint Phalle è l'unico esempio contemporaneo in Italia di arte ambientale e, al tempo stesso, giardino tematico concepito da un unico artista. Un modo moderno e gioioso di riportare all'attenzione la forza del simbolo, con una immediatezza che non ha bisogno di traduzioni. Camminare fra le sculture grandi come case e articolate come esseri, guardare dentro di esse ed entrarci, saltare con lo sguardo sulla distesa di particolari, imprime nel visitatore un ricordo profondo come quello dei rari incontri eccezionali. Che importa se non si dovesse riuscire a decifrare il significato di quelle figure? Esse si imporranno comunque, risvegliando in noi l'immaginazione, aprendoci alle innumerevoli possibilità del fare creativo, dell'osare e del credere.
DELLE CARTE
Se la vita è un gioco di carte noi nasciamo senza conoscerne le regole. Nonostante ciò siamo tutti chiamati a giocare una mano. I Tarocchi sono solo un gioco o indicano una filosofia di vita? lo sono convinta che le carte contengano un messaggio importante. Le origini dei Tarocchi sono avvolte nel mistero. Si pensa che i sacerdoti dell'antico Egitto abbiano trasmesso segreti della loro conoscenza attraverso dei simboli pittorici e che questi simboli siano i ventidue Arcani Maggiori del mazzo dei Tarocchi. Si pensa anche che Mosé, avendo ricevuto queste carte dai sacerdoti Egizi, le abbia portate con se in Israele. Ciò spiegherebbe perché la cabala ebraica è connessa alle ventidue carte (tarot-tora-rota). II più antico mazzo di Tarocchi di cui siamo a conoscenza è italiano ed è stato disegnato da Bonifacio Bembo nel Quattrocento per la famiglia Visconti di Milano. In seguito le carte sono diventate un gioco popolare a tutti i livelli sociali. Usate prevalentemente come gioco esse persero il loro significato originale. Fu solo nel Settecento che Antoine Court de Gébelin riscopri il valore esoterico dei Tarocchi. Queste stesse carte, con gli stessi simboli, si trovavano e si trovano tutt'ora ovunque nel mondo. Gli Arcani Maggiori sono incisi nella pietra all'interno del Duomo di Siena. Queste raffigurazioni risalgono al Trecento e Quattrocento - ovvero in un periodo durante il quale molti capi della chiesa, e anche alcuni papi, si interessavano all'astrologia e all'alchimia. Questo spiega la presenza della simbologia dei Tarocchi nel Duomo. Anche Andrea Mantegna si interessò ai tarocchi e li rappresentò in alcune bellissime incisioni che si trovano nella Biblioteca Nazionale a Parigi. I Tarocchi mi hanno dato una chiave di lettura per capire meglio la vita spirituale ed affrontare problemi della vita. Mi hanno anche aiutato a capire, come tutte le difficoltà vadano affrontate una dopo l'altra, per poter finalmente conquistare la pace interiore ed il giardino del Paradiso. Niki de Saint Phalle.