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FOTO PRESENTI 5 |
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Colacicchi Giovanni
COLACICCHI GIOVANNI RITRATTO
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Colacicchi Giovanni
COLACICCHI GIOVANNI MEDITERRANEO
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Colacicchi Giovanni
COLACICCHI GIOVANNI MELANCONIA
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Colacicchi Giovanni
COLACICCHI GIOVANNI IL LAGO DI CANTERNO
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Colacicchi Giovanni
COLACICCHI GIOVANNI FINE D'ESTATE
Fine d'estate, 1932, firenze , palazzo pitti Galleria d'arte moderna. la grande tela sdipinta ad Anagni , per cui posarono diversi amici del pittore , rappresenta con ORFEO e la Donna d'Anagni, dell'idea di superamento dell'''importanza dell'immagine,per rendere la tragicità della morte , rappresentata dal momento del mutamento della stagione, secondo un mito della cultura classica riletto con il visionario accento di Hordalis e Nitche.
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Attratto soprattutto dalla pittura del primo Rinascimento, inizia a frequentare artisti, letterati e intellettuali che gravitano presso il Caffè delle Giubbe Rosse, tra i quali Cepparelli, da cui apprende l'importanza della lezione cézanniana che nello stesso periodo interessava le coeve ricerche di un altro artista fiorentino quale Raffaele De Grada. Nel 1925 è, con Alberto Carocci, fra i fondatori della rivista "Solaria" e frequenta con una certa assiduitˆ casa Hildebrand. Nel corso di questi anni inizia ad ottenere i primi riconoscimenti, avendo l'opportunitˆ di partecipare ad importanti mostre. Nel 1925 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, l'anno dopo è presente alla I Mostra del Novecento Italiano, partecipando successivamente alle collettive d'arte italiana organizzate all'estero da Margherita Sarfatti. Nel 1931 partecipa alla I Quadriennale d'Arte Italiana con il quadro Donna di Anagni (1930). Nel 1932 è presente con una sala personale alla Biennale di Venezia, esperienza che si ripeterˆ nel 1938. Dopo la partecipazione alla II Quadriennale di Roma nel 1935 si reca in Sud Africa, soggiornando per circa un anno a Cittˆ del Capo. Al ritorno a Firenze partecipa nel 1937 alla decorazione dell'Accademia Aeronautica di Firenze. Sempre nello stesso anno vince il Premio Gaetano Bianchi, riconoscimento che gli vale il conseguimento della cattedra di decorazione all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove insegnerˆ fino al 1970, esercitando per circa un ventennio anche il ruolo di direttore. Nel 1938 tiene una personale alla Galleria La Cometa di Roma, presentato in catalogo da Eugenio Montale. A Roma subisce l'influsso dell'ambiente artistico creatosi intorno al nucleo della Scuola Romana, che diventa stimolo per l'artista per ampliare il proprio orizzonte di ricerca, giungendo alla piena maturazione del suo linguaggio artistico, dai volumi essenziali e scanditi, illuminati da una luce solare o segreta e misteriosa, in cui si legge pi di un rimando alla lezione metafisica di de Chirico. Dopo la guerra, nel 1947, fonda con Capocchini, Cavalli, Martinelli, Gallo, Quinto Martini il gruppo Nuovo Umanesimo. Nel 1948 partecipa per l'ultima volta alla Biennale di Venezia. Amico di poeti (Montale), scrittori (Loria, Bonsanti, Levi, Landolfi, Bo), musicisti (Castelnuovo Tedesco, Gui), intellettuali e uomini di cultura (Berenson, Calamandrei, La Pira) la sua figura d'artista emerge come uno dei perni fondamentali della vita artistica fiorentina del dopoguerra, assumendo anche nel corso degli anni '50 l'incarico di curare la rubrica di critica artistica presso il quotidiano "La Nazione". A coronamento della sua carriera artistica giungono importanti riconoscimenti attestati da importanti antologiche allestite nel corso degli anni '80 presso il Palazzo della Provincia a Frosinone (1983) e alla Sala d'Arme di Palazzo Vecchio a Firenze (1986).
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