Al più importante paesaggista siciliano della seconda metà dell’Ottocento la sua città di nascita dedica una grande mostra che racconta della grande fortuna della sua pittura, della critica che lo segue e lo onora, delle importanti frequentazioni con gli artisti e i maestri del suo tempo, della committenza aristocratica. Racconta Francesco Lojacono, vivacissimo intellettuale nel clima cosmopolita e sperimentale della Palermo divenuta una della capitali della Belle Époque.
Paesaggi, ampie vedute, attenta resa del vero, la natura assoluta protagonista nelle visioni ravvicinate della roccia lavica e nelle assai più numerose marine, nel punteggiare di delicati papaveri e fiori di alisso, celeberrimi ulivi saraceni e sfiorite ninfee, boscaglie e stagni, palme e banani.
Una grande esposizione con più di cento opere pittoriche provenienti da musei italiani e stranieri e una straordinaria ricognizione da collezioni private hanno consentito di documentare gli scambi tra i vari centri del realismo meridionale impegnati in un lavoro di ricerca e chiarificazione che determinò un fervido dibattito di importanza internazionale. Trenta le immagini fotografiche in una sezione tutta dedicata al cammino della nascente arte per stabilire i profondi e forti legami con la parallela ricerca pittorica.
Dalle vestigia antiche di Agrigento e Taormina ai villaggi quasi deserti, dalle marine ai paesaggi montani rarefatti e assolati, i luoghi di Lojacono si restringono talvolta ad un solo albero, ad una sola roccia. Della Sicilia interpreta e coglie le infinite contraddizioni affermando un’idea moderna, e al tempo stesso autenticamente lirica, del paesaggio. Le abbaglianti bellezze e le asprezze altrettanto belle della sua terra, le campagne desolate, i giardini aristocratici, la città araba e quella moderna dell’Orto Botanico.
L’arte di
Lojacono e la sua fama internazionale (aveva esposto già a Vienna , Parigi, Bordeaux) ebbero la consacrazione attraverso alcuni dipinti, che sono da considerarsi i suoi capolavori, presentati alle grandi esposizioni nazionali ed entrati nelle grandi collezioni pubbliche. La Strada di campagna - la potenza degli effetti luminosi della calura e dell’afa tormentosa e greve di un giorno di luglio - esposta a Napoli nel 1877 fece subito il suo ingresso alla Galleria Nazionale di Capodimonte e L’arrivo inatteso paesaggio umile e insieme epico, assolutamente struggente venne scelto a Roma nel 1883 dalla Regina Margherita per il Palazzo del Quirinale. Caratterizzate dal formato monumentale, conferivano ai paesaggi rappresentati un carattere solenne tale da porre il genere, allora ancora considerato minore, sullo stesso piano della pittura storica o del ritratto.