Le sue prime opere si collocano nell’ambito del simbolismo belga (Contemplazione, 1900 ca.: Bruxelles, Bibl. Albert I): spesso ispirato da Hellens, da Maeterlink e dallo stesso Verhaeren,
illustrò alcuni dei loro testi e nel 1903-904 operò per l’editore E. Deman. Stabilitosi ad Ostenda, nel 1904 soggiornò una prima volta a Parigi, città che divenne presto meta favorita
dei suoi viaggi e dove la sua opera riscosse particolare successo. Fu artista eterogeneo. Alcuni suoi dipinti, improntati alle giapponeserie, si accostano ai nabis per l’attenzione
alle scene di vita quotidiana, benché distinti da una fattura piú secca e nervosa (Colpo di vento, 1908: Bruxelles, coll. priv.; Bagnante, 1910: Bruxelles, mrba), mentre talvolta temi
ripresi dalla tradizione realista lo portano a un espressionismo prossimo a Munch (Bevitrice di assenzio, 1907: Ostenda, coll. priv.) o a Permeke (I fidanzati, 1907 ca.: Bruxelles,coll. priv.; Ritratto di Carnegie, 1913: Ostenda, Museo). Per le sue incisive impaginazioni e per il gusto dell’insolito, è stato considerato un precursore del surrealismo (Vertigine, 1908: ivi; Galleria Reale a Ostenda, 1908: Bruxelles, mrba). Espose al Salon des Indépendants di Bruxelles nel 1909, 1911 e 1913. Tra il 1917 e il 1921 risiedette a Bruxelles, dove si stabilì nel 1935: restò in contatto con Parigi, specie con Paul Guillame, G. Coquiot e Zborowski. Durante la sua attività
praticò quasi esclusivamente l’acquerello, la gouache, il disegno a inchiostro di China, a pastello e con le matite colorate.
Spesso ispirato al porto di Ostenda (numerose le Marine e le Bagnanti), non manca di trattare i soggetti piú vari col medesimo brio espressivo e sintetico (Ali Babà e i quaranta
ladroni, 1927 ca.: Bruxelles, coll. priv.). I suoi studi di alberi
dal disegno preciso conseguono esiti analoghi al realismo
magico (Tagliafuoco, 1944: Ostenda, Museo; Tronchi di faggi,
1945: Bruxelles, mrba). È rappresentato nei musei belgi,
in particolare a Ostenda e Bruxelles.
L'opera
Autoritratto