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FOTO PRESENTI 16 |
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
PAOLINI PIETRO I BARI
Londra, Collezione privata
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
BATTISTELLO CARACCIOLO CRISTO NELL'ORTO
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
CARAVAGGIO GIUDITTA CON LA TESTA DI OLOFERNE
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
CARAVAGGIO
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
GERRIT VAN HONTHORST CONCERTO.
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
JUSEPE DE RIBERA
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
PRETI MATTIA
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
GENTILESCHI O.
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
SARACENI CARLO SAN SEBASTIANO
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
VIGNON CLAUDE
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
CARAVAGGIO RESURREZIONE DI LAZZARO
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
CARAVAGGIO AMORE DORMIENTE
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
GENTILESCHI ARTEMISIA GIUDITTA TAGLIA LA TESTA DI OLOFERNE.
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
PRETI MATTIA BELISARIO RICEVE L'ELEMOSINA.
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
SPADARINO SAN FRANCESCO CONFORTATO DALL'ANGELO
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Caravaggio e l' Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti”. “
CRAVAGGIO ADORAZIONE DEI PASTORI
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Caravaggio (nove capolavori sicuri più un dipinto attribuito con molti dubbi). Ma soprattutto tantissimi caravaggisti. Artisti romani, napoletani e meridionali, genovesi, toscani, francesi, olandesi, fiamminghi, spagnoli e anche anonimi .
Vittorio Sgarbi coinvolto nella mostra come presidente del comitato nazionale per le celebrazioni del terzo centenario della morte di Mattia Preti, il cavalier calabrese, uno dei più attivi pittori del Seicento che essendo nato nel 1613 (tre anni dopo la morte di Caravaggio) fu interessato solo come produzione giovanile dal caravaggismo, fenomeno che viene considerato esaurito nel 1630-35. Da Mattia Preti, grande pittore, ma non abbastanza noto internazionalmente, l’idea della mostra si è estesa alla ricerca di un soggetto di grande attrazione e nello stesso tempo sostanza e novità scientifica, tale da attirare l’attenzione del grande pubblico e di una collaborazione internazionale. In più erano stati stanziati 500 mila euro per il comitato di Mattia Preti. Ecco che la mostra è diventata Caravaggio e l’Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti.
Le dimensioni di Caravaggio e l’Europa sono naturalmente all’altezza delle ambizioni della mostra per la quale Sgarbi prevede mezzo milione di visitatori (in circa due mesi le prenotazioni sono state 64 mila). Fra Milano e Vienna sono 160 dipinti (di cui 145 a Milano, viceversa nove i Caravaggio a Vienna) ai quali bisogna aggiungere 37 opere riunite sotto il titolo de “Il genio degli anonimi. Maestri caravaggeschi tra Roma e Napoli, sempre a Palazzo Reale, sala della Cancelleria. Il catalogo Skira è un monumento di circa 700 pagine e del peso di alcuni chili che è affiancato da un più mite Atlante delle opere esposte.
L’arcipelago del caravaggismo è diviso in sette isole naturalmente con vari ponti ideali fra i vari artisti. Ci sono Giovanni Baglione “che odiando Caravaggio lo copia” osserva Sgarbi. Cinque dipinti di Orazio Gentileschi “che è più bravo di Caravaggio, ma bigotto”. Tommaso Salini che è stato messo all’origine della natura morta caravaggesca. Il grande spagnolo Juan Battista Maino. Orazio Borgianni. Artemisia Gentileschi. Il grande Cecco del Caravaggio. Carlo Saraceni che è un Caravaggio a Venezia, in più con il sapore vitale del colore. Tanzio da Varallo anche lui più grande di Caravaggio, ma si è fermato in Abruzzo. C’è anche lo Spadarino (Giacomo Galli) che è autore di un’opera attribuita a Caravaggio, NarcisoLa seconda isola è quella della Giovinezza di Ribera”forte di ben 12 dipinti. Il fatto è che Jusepe de Ribera fu a Roma a cominciare dal 1611, un anno appena dalla morte di Caravaggio, e allora si sta discutendo se non potrebbe essere lui l’anonimo Maestro del giudizio di Salomone di cui in mostra sono presentate quattro opere. Se questa ipotesi venisse confermata si aprirebbe il filone di un caravaggismo secondo il “metodo Ribera” come c’è la Manfrediana Methodus, cioè la grammatica caravaggesca inventata da Bartolomeo Manfredi (per Baglione un falsario) per rifornire un mercato che chiedeva solo opere secondo lo stile e i modelli del Caravaggio. Manfredi fa isola insieme ai pittori francesi come Valentin De Boulogne (quattro dipinti), Nicolas Regnier, Tournier, Simon Vouet, de la Tour, Bigot. C’ anche l’ultima opera che Rubens dipinse in Italia il giorno prima di tornare ad Anversa, l’ “Adorazione dei pastori” di FermoFra i pittori olandesi e fiamminghi “ci sono artisti che non hanno nulla da invidiare a Caravaggio come Cartier-Bresson fotografo non ha nulla da invidiare a Nadar, inventore della fotografia”. Van Baburen, van Honthorst (sei dipinti), Hendrick Terbruggen, Rombouts, Matthias Stomer. Gerrit van Honthorst portò all’interno dei dipinti la fonte luminosa che in Caravaggio è all’esterno. Nell’ “isola” del Primo naturalismo a Napoli” spicca il “grandissimo Battistello Caracciolo. Fra i seguaci di Caravaggio “della seconda generazione” (Domenico Fiasella, Bartolomeo Cavarozzi, Orazio Riminaldi, Rutilio Manetti) c’è Giovanni Serodine. Ebbene in Serodine, Sgarbi vede già tutto anticipato Manet che in confronto a lui è ben poca cosa. Mattia Preti viene presentato come l’ultimo epigono del caravaggismo, mentre comincia a ribollire il barocco. Gli otto dipinti in mostra appartengono tutti alla fase problematica dell’esordio a Roma verso il 1630: Preti non sarà conosciuto internazionalmente come altri pittori, ma come qualità è alla loro altezza, conclude Sgarbi. La mostra naturalmente non conclude il discorso sul caravaggismo, ma mette le premesse all’approfondimento dei singoli artisti, che non appartengono a botteghe, non fanno parte della scuola, dell’ambito, della cerchia di Caravaggio, ma sono autentici geni
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