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FOTO PRESENTI 4 |
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Bossoli Carlo
CARLO ALBERTO AL BALCONE DI CASA GREPPI
(Carlo Bossoli - Museo del Risorgimento di Milano)
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Bossoli Carlo
CARLO BOSSOLI PLACE DELA CONCORDE
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Bossoli Carlo
METTERE TITOLO
Attenzione:
Il titolo delle foto è obbligatorio ma non può
ASSOLUTAMENTE contenere il simbolo
dell'apostrofo della tastiera (').
Per utilizzare l'apostrofo usare il seguente codice:
’
Ad esempio:
per scrivere "L'autoritratto"
bisogna scrivere "L’autoritratto"
Bisogna quindi sostituire il codice indicato al posto dell'apostrofo.
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Bossoli Carlo
METTERE TITOLO
Attenzione:
Il titolo delle foto è obbligatorio ma non può
ASSOLUTAMENTE contenere il simbolo
dell'apostrofo della tastiera (').
Per utilizzare l'apostrofo usare il seguente codice:
’
Ad esempio:
per scrivere "L'autoritratto"
bisogna scrivere "L’autoritratto"
Bisogna quindi sostituire il codice indicato al posto dell'apostrofo.
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Carlo Bossoli fu invece apolide per natura e nomade per destino: era nato a Lugano nel 1815, ma fu portato infante a Odessa, dove apprese giovanissimo l'arte dello scenografo e decoratore. Benvoluto dall'aristocrazia zarista, si recò ventitreenne in Italia per studiare l'arte antica, passando per il Mar Nero, il Bosforo e Costantinopoli. Lasciò definitivamente Odessa, nel 1843, per cercare fortuna nell'Occidente mediterraneo. Ripassando da Costantinopoli, e poi da Malta, approdò a Napoli, per proseguire per Milano, dove aprì un atelier. Da Milano iniziò un lungo peregrinare, documentato analiticamente dalla produzione di migliaia di disegni, incisioni e dipinti eseguiti nel corso della sua lunga vita, ricca di viaggi. Il trasferimento a Torino, negli anni '50, come accadde ad altri ticinesi espulsi dal governo austroungarico, gli consentì di edificare sul Lungopo una villetta in stile moresco, purtroppo stravolta da ristrutturazioni subite in anni recenti.Il suo rapido, ripetuto passaggio per Costantinopoli alla fine degli anni '30 gli aveva forse consentito di passare per l'atelier di Amadeo Preziosi, molto amato dai turisti stranieri per le sue nitide vedute 'a volo d'uccello', nelle quali spesso si dovette giovare della collaborazione di Jean Schranz, o di quei costumi ottomani di vita quotidiana, in particolare di venditori e di donne: una produzione nella quale eccelleva anche un altro levantino, probabilmente di origine italiana, come Jean Brindesi. Entrambi sono autori di un gran numero di acquerelli e disegni, che ne mostrano la duttilità produttiva, per venire incontro alle diverse esigenze della clientela straniera, in particolare inglese.
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