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Forse mai in Italia è stata coltivata l’ambizione di un racconto tanto ampio, e colmo di bellezza, come quello che emergerà da questa mostra, foltissima di capolavori che conducono la pittura verso i territori della modernità. Facendolo con alcuni tra i più grandi nomi di sempre, da Friedrich a Turner, da Manet a Cézanne, da Monet a Gauguin, da van Gogh a Degas. Nomi, come quello di Friedrich, che rappresenta una delle punte della pittura d’ogni tempo, ma nel nostro Paese sostanzialmente quasi mai visto. Composta di circa 180 dipinti e divisa in 13 ampie sezioni, la mostra per la prima volta in Italia tratteggia l’importante vicenda della nascita del paesaggio impressionista. Facendolo però da un punto di vista molto più dilatato e così storicamente fondato. Infatti, la prima sezione indicherà, attraverso l’opera di Friedrich, Constable e Turner, le maggiori preesistenze in Europa, al di fuori della Francia, nei termini della più elevata qualità quanto a una nuova interpretazione del paesaggio. Non è inutile ricordare, tra l’altro, come soprattutto Constable e Turner siano stati fondamentali, il primo per gli artisti di Barbizon e il secondo in modo particolare per Monet. Questo capitolo introduttivo sarà già l’affondo dentro una natura descritta e interpretata in modo assai diverso rispetto al XVIII secolo. Da un lato seguendo la spiritualità romantica di Friedrich, dall’altro soprattutto con Turner lungo i sentieri di quella dissoluzione della natura nella luce e nel colore che conteranno così tanto appunto per Claude Monet. Poi sarà l’impressionismo a guadagnare il centro della scena.. E, naturalmente, volendo spiegare cosa abbia rappresentato per quel gruppo straordinario di pittori, il paesaggio. La vera, incredibile novità fu infatti, già a partire dagli anni sessanta del XIX secolo, lo sguardo nuovo, fatto di luce, sulla natura. Quella natura che fino a poco prima era soltanto una sorta di fondale scenografico, abitato da rovine greche e romane o percorso dai personaggi del Mito o delle sacre scritture. Non è un caso che la seconda sezione, con una ventina di quadri, dia conto di tutto ciò, per dare il senso del punto lontano da cui i pittori nuovi hanno preso le mosse. Perché poi il paesaggio diventa d’improvviso qualcosa di enormemente diverso. E’ l’epopea della vita quotidiana quella che gli impressionisti creano, facendo trascorrere sulle loro tele una delle più grandi rivoluzioni nella storia della pittura d’ogni tempo. I pittori comprendono che nel giardino di casa, nel fiorire colorato della vegetazione, in una notte di luna sul mare, in un colpo di vento che piega un albero, risiede molta più poesia che non nella descrizione di un tempio o di una ninfa presso una fonte. Così la natura è percorsa, amata, accarezzata quasi dall’occhio che si fa tramite della luce e della passione. E per giungere davvero al centro del racconto, di fondamentale importanza sarà la terza sezione, riservata ai pittori di Barbizon, da Corot a Courbet, da Rousseau a Daubigny, da Diaz a Chintreuil solo per dire di alcuni. Pittori che hanno costituito un ponte tra la pittura accademica di paesaggio in Francia e gli impressionisti, sovente anticipandone certi modi tipici della decade precedente la prima mostra impressionista da Nadar nel 1874. Poi, in una corsa affascinante che durerà tre decenni, l’esposizione racconta il paesaggio dai diversi punti di vista. Appunto le prime prove nuove sulla luce e sul colore avvenute nella foresta di Fontainebleau, tra gli altri da parte di Monet, Pissarro, Renoir e Sisley, per quella che venne definita “l’ecole du plein-air”. Ma a seguire, altre sezioni condurranno il visitatore a scoprire per esempio le vedute di Parigi realizzate da molti tra gli impressionisti; la parte fondamentale dedicata alla campagna francese, dove tanti tra questi artisti danno il meglio di loro stessi. Due sezioni saranno dedicate al tema dell’acqua. La prima, altrettanto fondamentale, sui vari fiumi di Francia, dalla Senna all’Oise, e la seconda riservata ai quadri di mare, da quelli di Manet celeberrimi fino ai molti che Monet vi dedicò soprattutto durante i soggiorni importanti in Normandia o in Costa Azzurra. Sezione altrettanto centrale sarà quella riservata al paesaggio innevato, dove tra gli altri ancora Monet e poi Sisley, Pissarro, Gauguin offrono alcune prove che restano tra le più alte dell’intero impressionismo. Sempre nella sezione dedicata alle città, un ruolo centrale, anche per i quadri dipinti fuori Parigi, l’avrà ancora Monet, con le immagini della cattedrale di Rouen, di Londra e di Venezia. Ma anche Pissarro a Londra ha dato alcune prove splendide, così come Renoir, con rarissimi quadri, a Venezia, o Degas a Roma e Napoli. Questo capitolo della mostra includerà anche i viaggi che gli impressionisti fecero. Allora le visioni olandesi e provenzali di Monet, quelle ancora provenzali di Renoir, naturalmente di Cézanne, sublimi lungo tutto il corso della sua vita. E non potranno mancare il Gauguin bretone prima e tahitiano poi. Ai paesaggi dei post impressionisti, da Seurat a Signac sarà dedicata una sezione che illustrerà l’ulteriore novità che svecchia il dettato impressionista alla metà degli anni ottanta. Così come van Gogh sarà raccontato, attraverso una ventina di quadri, in un’altra sezione monografica. E la mostra si chiuderà, in modo altissimo e incomparabile, saltando tutta la prima parte del tempo delle ninfee di Giverny, su alcuni grandi quadri di ninfee di Monet, quando il paesaggio impressionista è ormai solo un ricordo. Ormai emozionata idea della natura. Natura che si dissolve. Così la mostra, partita dalla descrizione insistita legata al realismo, si chiude su questa nota che conduce il paesaggio dentro l’avventura del XX secolo.
Le sezioni:
Friedrich, Constable, Turner. Il grande paesaggio in Europa prima dell’impressionismo
L’Accademia in Francia e l’invenzione della natura
I pittori di Barbizon. La forza della natura
La foresta di Fontainebleau e altri luoghi. Nasce il paesaggio impressionista
La Senna, l’Oise e i fiumi di Francia
La campagna e i villaggi
Giardini. Giardini con figure
Paesaggi di neve
Le città. I viaggi
Sui bordi del mare
I paesaggi del post-impressionismo. Seurat, Signac e gli altri
Van Gogh. La dolorosa armonia della natura
Natura che si dissolve
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