|
Si tratta della prima mostra dedicata a questo protagonista di primissimo piano della pittura tardogotica in Italia, che certamente è ben conosciuto ed apprezzato presso gli specialisti, ma che ancora attende la giusta consacrazione presso il vasto pubblico dei nostri giorni. L’esposizione cadrà esattamente in contemporanea con la grande rassegna dedicata a Gentile da Fabriano nella città marchigiana, altro grandissimo protagonista della pittura tardogotica o dello ‘Pseudorinascimento’, per usare una definizione cara al grande critico Federico Zeri. La mostra fiorentina documenterà l’arco completo dell’attività di questo straordinario monaco-artista, che precorre direttamente, sia per la vicenda umana che per quella più propriamente artistica, l’altro grande frate-pittore, il Beato Angelico, uno dei padri fondatori del Rinascimento fiorentino. Ma questo ruolo può essere riconosciuto a pieno titolo anche al frate camaldolese, che si preoccupò soprattutto di ‘traghettare’ la pittura tardotrecentesca di derivazione giottesca verso gli ideali dell’Umanesimo nascente, nella sua versione più vicina al Cristianesimo. Il pittore, nato nel 1370 circa, operò con piena consapevolezza in uno dei periodi più vitali e creativi della storia dell’arte italiana, rapportandosi in maniera costante con i protagonisti principali della scena artistica fiorentina: da Agnolo Gaddi e Spinello Aretino a Lorenzo Ghiberti e Gherardo Starnina, fino ad influenzare sensibilmente artisti del calibro di Masolino da Panicale e il giovane Beato Angelico. Nella mostra saranno presenti anche alcuni capolavori di quest’ultimi, che offriranno lo spunto per sottolineare le tappe principali dello svolgimento artistico dell’ artista camaldolese. Tuttavia, la mostra farà emergere, soprattutto a beneficio del pubblico più vasto, la qualità esecutiva che caratterizza le opere dipinte su tavola da Lorenzo Monaco: la prodigiosa raffinatezza del disegno, la proverbiale eleganza dei suoi personaggi, la stesura cromatica straordinariamente brillante e luminosa. Tuttavia, non sarà certo meno grande la sorpresa di fronte ai molti codici e alle miniature ritagliate provenienti da musei in Italia e all’estero, che documenteranno anche la fervida attività nel campo della decorazione miniata, della quale Lorenzo Monaco è ritenuto uno dei massimi esponenti di ogni tempo. Uno degli obbiettivi principali dell’esposizione -che beneficerà di decine di prestiti dalle istituzioni museali più prestigiose del mondo-, è quello di ricomporre integralmente per la prima volta dopo cinque secoli alcuni complessi d’altare andati dispersi soprattutto nel corso del XIX secolo, collocati in origine sugli altari di importanti edifici religiosi della città, quali Santa Maria del Carmine, San Gaggio, il monastero di Santa Maria degli Angeli, Santa Croce, e via dicendo. Dal punto di vista scientifico, il denso catalogo della mostra rappresenterà un punto fermo degli studi su questo artista fondamentale della cultura tardogotica italiana, ed approfondirà in maniera definita il suo contributo agli sviluppi artistici in uno dei periodi più affascinanti dell’arte italiana.
Angelo Tartuferi
|