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CARLO LEVI - IL VOLTO DEL NOVECENTO
CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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Furini : La notte del Barocco
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A vent’anni dall’esposizione di Palazzo Strozzi a cura di Mina Gregori e Piero Bigongiari che presentò al pubblico l’intera civiltà figurativa del Seicento fiorentino, questa mostra incentrata sul protagonista di quell’epoca, il pittore Francesco Furini (Firenze, 1603-1646) circondato dei capolavori dei pittori a lui affini come Bilvert, Cesare Dandini, Cecco Bravo, Volterrano, vuole portare alla luce il cuore segreto della pittura fiorentina seicentesca nel suo aspetto più lussuoso, umbratile e seducente.
La mostra sarà retta da un filo cronologico che presenti momenti successivi nell’attività del Furini con un numero molto selezionato di dipinti, scelti nelle redazioni di più alta qualità e di consolidata fortuna critica, come l’Ila e le Ninfe della Galleria furini, Le tre Grazie dell’Hermitage, il Loth e le Figlie del Prado. A Furini seguiranno due compatte sezioni dedicate rispettivamente agli allievi (Simone Pignoni in primis) e agli altri grandi nomi del Seicento fiorentino che negli anni trenta del secolo si accostarono alla sua maniera realizzando opere di gusto ambiguo, in bilico fra sensibilità moderna e di sontuosità barocca. Questa ristretta rosa di opere ha la propria la genesi innanzitutto nelle committenze medicee, sia granducali (Ferdinando II) sia nel contesto dei cadetti (Carlo, Lorenzo, Giovan Carlo) appassionati collezionisti nelle proprie residenze (villa Petraia a Castello, il casino buontalentiano di San Marco) del nuovo genere di pittura.
La mostra verrà ospitata nelle sale del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, cioè negli stessi luoghi dove il Furini stesso fra il 1639 e il 1642, per volere di Ferdinando II, affrescò un’intera parete del Salone principale con due lunettoni raffiguranti L’accademia platonica di Careggi, e L’allegoria della morte del Magnifico Lorenzo. I disegni preparatori, esposti contestualmente, sono fra gli esiti più alti della grafica italiana del secolo XVII.
Il catalogo seguirà le partizioni dell’esposizione ma ospiterà anche, nella parte saggistica, brevi interventi di importanti studiosi di arte barocca italiani e stranieri su singoli aspetti della personalità artistica del Furini e del sistema culturale in cui il pittore era immerso (teatro mediceo, lirica cortigiana, melodramma, etc.)
Sia la mostra che il catalogo, a cura di Mina Gregori, presidente della Fondazione Longhi e fondatrice degli studi di settore, e di Rodolfo Maffeis, specialista del pittore, sono intesi non solo come occasione di studio e di riunificazione comparativa di un corpus da secoli disperso, ma anche come momento di riscatto, sul piano della qualità, del filone più caratterizzante, ma sinora poco noto al grande pubblico, della pittura fiorentina seicentesca.




 
 
 

 


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