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CARLO LEVI - IL VOLTO DEL NOVECENTO
CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
TUTTE LE MOSTRE » Mostre in Italia 2005

 
   
FOTO PRESENTI 7
 
Burri  Rosso plastica
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
BURRI ROSSO PLASTICA
Rotella Mimmo Scotch Brand
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
ROTELLA MIMMO SCOTCH BRAND
Raushengerg
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
RAUSHENGERG
Pistoletto Venere degli stracci
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
PISTOLETTO VENERE DEGLI STRACCI
Burri Rosso
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
BURRI ROSSO
Afro San Giuseppe
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
AFRO SAN GIUSEPPE
Schnabel Lola
Burri. Gli artisti e la materia 1945 - 2004”,
SCHNABEL LOLA
   
L’esigenza degli artisti di confrontarsi con la materia, utilizzandola come strumento di innovazione linguistica o addirittura rendendola il fulcro della propria poetica, diede vita a uno dei mutamenti più radicali nella storia dell’arte contemporanea, introducendo nel fare artistico una semantica radicalmente diversa e aprendo la strada a successive ricerche nella concezione spaziale e nella strumentazione tecnica dell’opera d’arte.
La prima parte dell’esposizione sarà dedicata alle opere di artisti che, contemporaneamente ad Alberto Burri, anche se con differenti approcci, hanno operato nella direzione di un profondo rinnovamento (Antoni Tàpies, Jean Fautrier, Jackson Pollock, Yves Klein, Lucio Fontana, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Cy Twombly, Franz Kline). Esse saranno presentate in mostra insieme ad un nucleo di opere del maestro di Città di Castello nei principali passaggi del suo intero svolgimento, dalle iniziali prove, dai sacchi ai legni e ai ferri, alle plastiche, alle combustioni, ai cretti fino ai grandi cellotex.
La seconda parte della mostra presenterà artisti italiani e stranieri che dopo Burri hanno introdotto materiali extrapittorici nel loro lavoro (o detriti o avanzi industriali nelle loro sculture), mutando radicalmente il volto dell’arte nella seconda metà del XX secolo. Tra gli artisti rappresentati figureranno Joseph Beuys, Anselm Kiefer, Piero Manzoni, Ettore Colla, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Giuseppe Uncini, Manuel Millares, Raphael Canogar, Mario Ceroli, Arman, César, Daniel Spoerri, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Giuseppe Penone, Damien Hirst.
La mostra, curata da Maurizio Calvesi e Italo Tomassoni con la collaborazione di Lorenzo Canova, Chiara Sarteanesi, Rosella Siligato e Maria Grazia Tolomeo, si terrà a Roma, alle Scuderie del Quirinale, dal 17 novembre 2005 al 16 febbraio 2006.



Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) nel 1915. Si iscrive alla Facoltà di Medicina di Perugia, che frequenta dal 1934 al 1939. Nel 1940 parte per la guerra. Fatto prigioniero dagli inglesi, resta internato in un campo del Nord Africa, prima di essere trasferito dagli americani a Hereford, in Texas, dove inizia a dipingere.
Tornato in Italia nel 1946, Burri si trasferisce a Roma, deciso a diventare artista. Nel 1947 tiene la sua prima personale alla galleria La Margherita. Propone opere di carattere figurativo. Ma l'anno successivo è già impegnato nelle prime composizioni astratte: Bianchi e Catrami. Nel 1949 realizza SZ1, il primo "Sacco" stampato. L'anno successivo comincia le Muffe e i Gobbi. Nel 1951 Alberto Burri partecipa alla fondazione del Gruppo Origine, con Ballocco, Capogrossi e Colla.
Nel 1952 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e pone mano a Grande Sacco. Le mostre di Chicago e New York del 1953 segnano l'inizio del successo internazionale.
Nel 1954 realizza piccole combustioni su carta. Continua a utilizzare il fuoco anche negli anni successivi, realizzando Legni (1956), Plastiche (1957) e Ferri (1958 circa).
Il 1955 è un anno cruciale. Torna per la prima volta negli Stati Uniti e presenzia alla prima mostra personale in un museo pubblico: l'Oakland Art Museum. Due anni dopo, il Carnegie Institute di Pittsburgh gli allestisce un'importante retrospettiva. Nel 1959 è la volta del Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. La sua fama è ormai riconosciuta, e nel 1960 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale.
Tra il 1961 e il 1969 Burri realizza il ciclo di Plastiche combuste.
Nel 1963 espone al Museum of Fine Arts di Houston. Nel 1965 vince il Gran Premio alla Biennale di San Paolo. Sul finire degli anni '60 si trasferisce a Los Angeles. In considerazione del suo successo, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma gli dedica una sala permanente. Abbandonate le combustioni, Alberto Burri nel 1973 inizia il ciclo dei Cretti, che riprendono i Bianchi realizzati a cavallo tra gli anni '40 e '50.
Nel 1975 realizza le scene per Tristano e Isotta di Richard Wagner al Teatro Regio di Torino. Nel 1976 realizza il Grande Cretto Nero per il Franklin D. Murphy Sculpture Garden di Los Angeles, nel 1978 il Grande Cretto di Capodimonte.
Nel 1976 inizia a lavorare ai Cellotex.
Al 1979 risalgono i Cicli, che domineranno tutta la sua produzione successiva. Il primo, intitolato Il Viaggio, viene esposto negli Ex-Seccatoi del Tabacco di Città di Castello. Presenterà altri cicli a Firenze (1981), Palm Springs (1982), Venezia (1983), Nizza (1985), Roma, Torino (1989) e Rivoli (1991). Nel 1981 viene inaugurata la Fondazione Burri in Palazzo Albizzini a Città di Castello.
In questi anni Burri si dedica al progetto (interrotto nel 1989) del Grande Cretto per la cittadina siciliana di Gibellina, sconvolta dal terremoto del 1968.
Negli anni '80 vengono dedicate a Burri numerose esposizioni: Documenta a Kassel (1982), Palazzo Citterio a Milano (1984), Stabilimento Peroni e Università degli Studi a Roma (1987).
Nel 1990 si apre, sempre a Città di Castello, la seconda sede della Fondazione, presso gli ex-Seccatoi del Tabacco.
Lasciata la California, Burri si trasferisce a Beaulieu, in Francia, ma continua a frequentare Città di Castello. Nel 1993 espone al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, l'ultimo grande cretto in ceramica, Nero e Oro. Alberto Burri muore a Nizza nel 1995.





 
 
 

 


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