|
Uno sguardo evocativo di profonda concentrazione interiore. Un volto di geometrica bellezza, rapito da una misteriosa e indefinibile estasi. Un castigato manto ad incorniciare un'espressione pacata e perfettamente misurata. Compostezza, rigore, consapevolezza. E poi quelle mani, l'una piegata a chiudere il mantello, l'altra sollevata a mezz'aria in un elegante guizzo che assorbe in sé tutta la tensione del dipinto. Le sue dita e il palmo, vivificati dalla mobilità di luci e ombre, sembrano librarsi nello spazio. Quella mano, definita da Roberto Longhi nel 1914 "la mano più bella che io conosca nell'arte", è volata a New York per impreziosire un'esposizione dedicata alla grandezza enigmatica del suo autore. Il fascino incantevole dell'"Annunciata", spesso comparata alla "Monna Lisa" di Leonardo, è infatti il fiore all'occhiello d'un importante allestimento organizzato presso il prestigioso Metropolitan Museum di New York dalla Foundation for Italian Art and Culture e dalla regione Sicilia. Protagonista Antonello da Messina, artista insigne quanto misterioso - davvero scarse le notizie relative alla sua biografia -, di cui si tenta di analizzare l'itinerario artistico mediante alcuni tra i più rappresentativi dipinti della sua purtroppo limitata produzione. In mostra, fra gli altri, il "Ritratto di uomo" di Cefalù, una "Madonna con Bambino" - probabilmente il primo dipinto da lui realizzato - e un "Ecce homo", che, affiancati da due dipinti di Petrus Charistus e da alcuni rarissimi esempi di arte provenzale, consentono di apprezzare le reciproche influenze con il lavoro dell'artista siciliano. Ne emerge il ritratto affascinante ed atipico di un artista che, in virtù della miscela di componenti mediterranee e fiamminghe tipica del suo inconfondibile stile, può a buon diritto considerarsi il primo artista italiano davvero europeo.
|