27/11/2008 Nicolas Schöffer
Nato il 6 settembre 1912 in Kalocsa (Ungheria), ha vissuto a Parigi dal 1936, divenne francese nel 1948 e morì nel suo atelier di Montmartre, Villa des Arts,...»
Galleria Borghese, c'è il Correggio TUTTE LE MOSTRE » Mostre 2008
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Galleria Borghese, c'è il Correggio
CORREGGIO (ANTONIO ALLEGRI) (1489-1534). "DANAE" 1531-32. Olio su tela, 161 per 191 cm. Roma, Galleria Borghese
Galleria Borghese, c'è il Correggio
VENERE E CUPIDO ADDORMENTATI E SPIATI DA UN SATIRO Olio su tela, 188,5 per 125,5 cm. Parigi, Louvre
L'"Educazione di Cupido" (National Gallery di Londra), e "Venere e Cupido addormentati e spiati da un satiro" (Louvre). Furono acquistati dai Gonzaga da Carlo I d'Inghilterra. Nell'"Educazione", Venere è in piedi accanto a Mercurio, dio della Saggezza, con sandali e cappello alati che insegna a compitare a Cupido dai ricci biondi al quale Correggio ha regalato ali naturali e non quelle fabbricate da Vulcano. Lo sguardo di Venere espande la scena, diretto all'osservatore, mentre Mercurio sorveglia Cupido in una scenetta familiare. Qui la dea dell'Amore è dotata di ali, nella versione celeste "intesa a incoraggiare purezza di pensiero"
Galleria Borghese, c'è il Correggio
GIOVE ED IO" 1531-32. Olio su tela, 163,5 per 74 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum
Di Correggio ci sono 22 dipinti certi e 26 disegni, molti si riferiscono ai dipinti esposti, e che sono le prime opere che i visitatori incontrano nel grande salone di ingresso in cui sono scomparsi i mosaici romani sotto una piattaforma. Ma siamo alla Borghese e "Correggio e l'antico" qui è in uno stato ideale. La villa-galleria - osserva Strinati - è "intessuta di memorie classiche dove la statua romana e la scultura 'moderna' del tempo del cardinale Scipione sono avvertite come presenze senza soluzioni di continuità". In mostra ci sono 14 statue, sculture di marmo antiche, due bronzetti e un gioiello in sardonica e oro (dall'Ermitage), che si confrontano con Ganimede, aquila-Giove, Leda e il cigno, Veneri, satiri e ninfe dei dipinti.
Sul senso dell'antico nel Correggio sarà bene intendersi. Lo chiarisce subito Anna Coliva, direttore della Borghese e che ha curato la mostra. "Correggio non esibisce le forme dell'antico nell'evidenza iconografico morfologica del reperto statuario, come avviene in Giulio Romano". "Le trasfigura nella verità naturale del sentimento", e sia nelle forme che nello spirito "esse sono una trasfigurazione in vera carne e in vera sperimentabile esperienza del sentimento delle forme dell'antichità, già filtrate e rese moderne dall'intermediazione di Raffaello". Insomma Correggio "insegue il vivo e il vero nell'antico, non l'immagine del passato come autorità", "un modello supremo di classicità che comprende anche Raffaello". In Correggio "la figura antica prende carne ed epidermide viva in grado di esprimere l'affetto dei corpi contrapposto agli affetti dell'anima". Accanto al Tiziano della Venere di Urbino e della "Danae" di Capodimonte e "in anticipo su Rubens", con "il garbo e il languore" della sua pittura, Correggio può essere considerato "il creatore di un paradigma ideale di pittura erotica".