|
|
FOTO PRESENTI 9 |
|
Raffaello Sernesi
TETTI AL SOLE
Tetti al sole, 1861.
|
Raffaello Sernesi
ABETELLE A SAN MARCELLO PISTOIESE
Abetelle a San Marcello Pistoiese 1864/65 Olio su tela riportata su cartone; cm 23,9x37,4
|
Raffaello Sernesi
PAESAGGIO INTORNO A CASTIGLIONCELLO
Paesaggio intorno a Castiglioncello cm. 27x82
|
Raffaello Sernesi
IL PRATONE ALLE CASCINE
Il pratone alle Cascine 1865 ca.Olio su cartone; cm 12x19,5
|
Raffaello Sernesi
IL CUPOLINO ALLE CASCINE
Cupolino alle Cascine, 1861, Roma, Galleria italiano d’Arte Moderna, Olio su tela 12,5x19 cm.
|
Raffaello Sernesi
MONELLI
Monelli 1861 18x13
|
Raffaello Sernesi
STRADA DI CAMPAGNA CON BARROCCIO
Strada di campagna con barroccio olio su cartone 15,5x12.5
|
Raffaello Sernesi
PAGLIAI A CASTIGLIONCELLO
Pagliai a Castiglioncello, 1866 ca., olio su tavola, 20x51.
|
Raffaello Sernesi
SULL'AIA
Sull'aia, 1862-63, olio su tela, 19x51. Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti.
|
|
|
|
Raffaello Sernesi (Firenze, 29 dicembre 1838 - Bolzano, agosto 1866)
Nato in una modesta famiglia del popolare quartiere di S. Frediano - il padre era scrivano di mestiere e Raffaello era l'ultimo di 5 figli: un maschio, il maggiore, poi tre femmine, la più piccola delle quali nata cieca, infine il nostro pittore -. Sernesi mostrò presto attitudine al disegno, e perciò appena in età di lavorare fu messo nell'officina dell'incisore Mariotti. Poiché sembrava che le sue doti artistiche dessero bene a sperare, fu iscritto, ben si comprende con quali sacrifici, all'Accademia alla Scuola di Statua, allora diretta dal Ciseri.Siamo nel 1856; due anni dopo, improvvisamente, Pietro Sernesi muore. La perdita del padre e del modesto ma essenziale reddito del di lui lavoro, costrinse Raffaello a interrompere la frequenza della Accademia, dedicandosi al lavoro di incisore-medaglista a tempo pieno. I disegni del suo alunnato accademico, alcuni dei quali comparsi in una recente asta fiorentina, mostrano una certa influenza del Ciseri e lo studio attento dei maggiori quattrocentisti fiorentini, secondo le abituali consuetudini della didattica del tempo. Conosciuti il De Tivoli e il Signorini, nonché nel '61 il Borrani, Sernesi tenta la pittura e si avventura nelle prime prove di macchia sotto la chiara influenza di Signorini. Tali appaiono quadretti come i Ladruncoli di fichi e Settembre.
Nell'estate del '61 Sernesi si reca con Borrani a S. Marcello Pistoiese, dipingendo dal vero alcune impressioni di quell'Appennino. I pochi dipinti di Sernesi si distinguono benissimo da quelli di Borrani, perché eseguiti per masse d'ombra e di luce, non senza qualche incertezza di disegno; mentre le opere di Borrani mostrano una grande sicurezza di struttura, un nitido disegno e una pittura meno pastosa, più tesa e levigata.Nel '62 Sernesi espone alla Promotrice Pasture in Montagna, eseguito sugli studi fatti dal vero a S. Marcello Pistoiese. Signorini, e non c'è ragione di dubitarne, asserisce che nello stesso anno Sernesi lavorò con lui, Lega, Borrani e Abbati nella campagna di Piagentina, ma non c'è alcun dipinto di Raffaello che ritragga quei luoghi, o almeno che sia riconoscibile come un soggetto visto in quella zona.Nel '64 e nel '65 ospite di Diego Martelli a Castiglioncello, e assieme a Borrani dipinge dei quadri così simili a quelli dell'amico, da far sorgere veri problemi e dubbi attributivi. Sicuramente suoi sono invece i Pagliai a Castiglioncello e Sull'Aia, che Martelli dice esser l'ultimo quadro da lui dipinto. Arruolatosi nel '66 con i volontari Garibaldini, viene ferito e fatto prigioniero dagli austriaci ( sulla pagina). Trasportato all'ospedale di Bolzano, essendosi rifiutato all'amputazione della gamba colpita e andata in cancrena, e sopraggiunte anche complicazioni polmonari, muore non ancora ventottenne il 9 agosto del '66. Oltre ai dipinti citati la sua attività di pittore si riduce a un altro esile gruppo di opere fra le quali il celebre Tetti al sole, piccolo capolavoro di sintetica macchia tonale. Lavorò anche come medaglista. Sappiamo che nel 1860 si era recato a Napoli per vendere una medaglia coniata in onore di Garibaldi, e che nel '65, in occasione del centenario di Dante, un'altra sua medaglia era stata giudicata molto favorevolmente.
Allievo del Ciseri , diviene uno dei membri di maggiore importanza del caffè Michelangelo . Per esigenze finanziarie si dedica anche all'incisione e realizza diverse medaglie commemorative. tuttavia già nel '61 , presenta all'Esposizione italiana di Firenze un piccolo quadro Ladruncoli di fichi. e dipinse : Tetti al soletetti al sole-Colli Fiorentini-Sentieri presso Montughi-, dove rivela la sensibilità e e la delicatezza della "macchia". Si ritira nel 1862 sulle montagne di San Marcello Pistoiese insieme al Borrani a dipingere dal vero. Pastura di montagna è l'opera piu completa di questo periodo. Arruolatosi nei Garibaldini fu ferito e fatto prigioniero , morì a Bolzano. Partito dall'imitazione della macchia violenta del primo Signorini raggiunge una semplicità e serenità di colore, da poterlo definire particolare ed originale, ed in effetti tra i Macchiaioli suoi amici , Signorini, Borrani,Cecioni, lo si considerava come quello più dotato di sensibilità, quello " dal colore più qualitativamente creativo","dall'occhio più fine
|