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Espana 1957-2007 L’ARTE SPAGNOLA DA PICASSO, MIRÒ, DALÌ E TÁPIES AI NOSTRI GIORNI
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FOTO PRESENTI 4 |
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Espana 1957-2007 L’ARTE SPAGNOLA DA PICASSO, MIRÒ, DALÌ E TÁPIES AI NOSTRI GIORNI
JOAN MIRó , MUJER Y PAJARO,
Mujer y pajaro, 1959, Olio su tela, 116x89 cm, Collezione privta
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Espana 1957-2007 L’ARTE SPAGNOLA DA PICASSO, MIRÒ, DALÌ E TÁPIES AI NOSTRI GIORNI
PABLO PICASSO, NU COUCHé ET HOMME à LA GUITARE,
Nu couché et homme à la guitare, 1972, Olio su tela, 81x100cm, Palma de Mallorca, Es Baluard Museu d’Art Modern i Contemporani de Palma, Collección Serra, Joan Ramon Bonet .
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Espana 1957-2007 L’ARTE SPAGNOLA DA PICASSO, MIRÒ, DALÌ E TÁPIES AI NOSTRI GIORNI
SALVADOR DALí, BATALLA EN LAS NUBES
Batalla en las nubes (Obra estereoscópica), 1979, Olio su tela, 100x100 cm, Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid.
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Espana 1957-2007 L’ARTE SPAGNOLA DA PICASSO, MIRÒ, DALÌ E TÁPIES AI NOSTRI GIORNI
EQUIPO CRóNICA,
La salita, (Las Meninas), 1970, Acrilico su tela, 200x200, Palma di Maiorca, Museu d’Art Espanyol Contemporani
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España 1957-2007, curata da Demetrio Paparoni, si qualifica come una delle più importanti esposizioni d’arte spagnola realizzate negli ultimi decenni. La mostra muove dal 1957, anno di costituzione del gruppo El Paso, che nel panorama dell’arte del Novecento spagnolo rappresenta il momento di passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Il 1957 è dunque il momento di riferimento per un’arte di svolta ma la mostra include anche opere di Pablo Picasso, Joan Mirò, Salvador Dalì, il cui lavoro, rinnovandosi, ha continuato a rappresentare un punto di riferimento per le generazioni successive.Particolarità dell’arte spagnola moderna e contemporanea è inoltre la sua evoluzione nel solco tracciato, a partire dal Seicento, dal don Quijote di Cervantes e dalla tradizione Barocca; la mostra non è pertanto suddivisa cronologicamente e segue piuttosto un percorso espositivo per sezioni: Quijotismo trágico Misticismo pagano Existencialismo barrocco Tenebrismo hispánico Abstracción simbólico-formal
Elenco degli artisti Fermín Aguayo, Manu Arregui, Eduardo Arroyo, Txomin Badiola, José Manuel Ballester, Jorge Barbi, Miquel Barceló, Jordi Bernadó, Joan Brossa, Luis Buñuel, Carmen Calvo, Daniel Canogar, Rafael Canogar, Jacobo Castellano, Eduardo Chillida, Jordi Colomer, Salvador Dalí, Equipo Crónica, Equipo 57, Pepe Espaliú, Esther Ferrer, Dionisio Gonzalez, Luis Gordillo, Juan Hidalgo, Cristina Iglesias, Pello Irazu, Francisco Leiro, Eva Lootz, Antonio López, Enrique Marty, Ramón Masats, Mateo Maté, Manolo Millares, Antoni Miralda, Joan Miró, Juan Luis Moraza, MP & MP Rosado, Juan Muñoz, Antoni Muntadas, Miquel Navarro, Aitor Ortiz, Jorge Oteiza, Pablo Palazuelo, Carlos Pazos, Perejaume, Javier Pérez, Pablo Picasso, Joan Hernández Pijuan, Jaume Plensa, Sergio Prego, Manuel Rivera, Bernardí Roig, Fernando Sánchez Castillo, Antonio Saura, Adolfo Schlosser, Eusebio Sempere, José Maria Sicilia, Santiago Sierra, Susana Solano, José Suárez, Antoni Tàpies, Francesc Torres, Juan Uslé, Isidoro Valcárcel Medina, Eulàlia Valldosera, Daniel Verbis, Manuel Vilariño, Zush
ticismo pagano
Juan Muñoz, “Pieza escuchando la pared”, 1992. Bronzo, 140x70x70 cm. Valladolid, C.A.C ACCENTURE ESPAÑA, S.L. - Museo Patio Herreriano. Valladolid, Archivo Fotográfico C.A.C. - Museo Patio Herreriano
L’anelito verso il divino si manifesta nella cultura spagnola in forma mistica, si manifesta cioè come aspirazione dell’individuo a uscire fuori di sé per identificarsi con il divino stesso negando ogni mediazione. Accanto a queste manifestazioni individuali di fuga verso il divino si pongono fenomeni sociali che trovano espressione in una ricca ritualità collettiva. Una ritualità collettiva in cui a prevalere è la natura stessa e tutta la sua carica sensuale. Per altro verso elementi di forte sensualità, com’è noto, sono presenti nelle più elevate espressioni della mistica spagnola, si pensi a San Giovanni della Croce o a Santa Teresa d’Avila.
Existencialismo barrocco
L’esistenzialismo barocco trova espressione nell’horror vacui di cui l’individuo fa esperienza nel momento in cui si confronta con i propri limiti. Sul piano formale
si manifesta come un’invasione dello spazio con una sovrabbondanza di elementi che mirano a riempire l’angoscia che il vuoto produce. In particolare nell’arte del dopoguerra spagnolo l’esistenzialismo barocco si manifesta come contrasto tra aspirazioni e limiti di artisti che, animati da una forte tensione socio-politica, fanno esperienza della sconfitta sublimandola in immagini cariche di ironia e rassegnazione. Mentre nella sezione Quijotismo trágico l’attenzione è rivolta al rapporto che l’individuo ha con l’altro, in questa sezione si affronta il rapporto dell’individuo con se stesso.
Tenebrismo hispánico
Riprendendo il nome che è stato dato a uno stile pittorico proprio di un gruppo di artisti del Nord dell’Europa e della Spagna in particolare, questa sezione affronta un aspetto dell’arte spagnola del secondo Novecento e dei nostri giorni: il suo rapporto con il nero e la predilezione per contrasti molto forti basati sul chiaroscuro.
Abstracción simbólico-formal
Antoni Tàpies, “Amor, a Mort”, 1980. Acrilico su tela, 200,5x376 cm. Valencia, IVAM, Institut Valencià d’Art Modern, Generalitat
La realizzazione di opere non descrittive, che non propongono cioè forme riconducibili alla natura, è in Occidente alla base dell’arte astratta del Novecento. Quest’arte trova la sua legittimazione in un procedimento mentale attraverso il quale si sostituisce il riferimento alla natura con segni e forme che sono la trascrizione formale di concetti. Non c’è arte tuttavia che possa sottrarsi al formalismo, che possa cioè escludere radicalmente il riferimento a forme e segni esistenti in natura. Nell’arte spagnola l’astrazione si muove su un doppio binario, da una parte affronta la relazione dell’individuo con il proprio inconscio, sconfinando sovente nel segno surrealista, dall’altra si serve concettualmente (e strumentalmente) delle forme geometriche esistenti in natura. In entrambi i casi l’obiettivo è definire la grammatica di linguaggi autonomi capaci di affrontare in chiave originale il simbolo e la sua manifestazione più o meno controllabile da parte dello stesso autore.
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