In breve tempo, senza passaggi bruschi e reazioni esasperate, ma gradualmente, si avvicina alla pittura realistica. Le sue prime opere documentate sono due potenti ritratti
La fidanzata del pittore, eseguito nel 1858, e //
nonno Bista, del 1860 (1939, Somare, che già esprimono originalità di osservazione elaborata sul vero e non comuni capacità introspettive di ritrattista. Si sposa nel 1860.Il suo primo incarico ufficiale, per il Comune di Lastra a Signa, è l'opera
L'incontro di Carlo Vili con gli ambasciatori fiorentini a Ponte a Signa, eseguito nel 1861-1862. Nel 1862 esordisce alla Promotrice di Firenze con
Un saltimbanco; nel 1863 presenta
Un episodio dell'Amore; nel 1864, alla Nuova Promotrice,
Ramengo da Casale a Rosalia; nel 1865, per il Centenario di Dante,
Dante giovanotto...; nel 1866 di nuovo
Un saltimbanco; nel 1867 //
ritorno dal menato, Un saltimbanco, II ritorno dal bosco; nel 1868
Le Trecciaiole.
Lavora molto per il mercante fiorentino Luigi Pisani, per il quale elabora piccoli dipinti di soggetto settecentesco che, attraverso il mercante Goupil, vengono assorbiti dal mercato estero. Pur non partecipando all'elaborazione iniziale delle nuove teorie sulla "macchia" ed agli storici incontri presso il Caffè Michelangiolo, dall'inizio degli anni Sessanta è tra gli artisti più apprezzati dai critici innovatori. Ne
La visita, databile al 1863, ora conservato alla Galleria d'Arte Moderna di Firenze, protagonisti in una quotidianità permeata di arcana dolcezza sono gli stessi personaggi borghesi che anche Lega e Borrani ritraggono, in quegli anni se non dopo, a Piagentina, in affinità spirituali e stilistiche.
In seguito le sue opere, realizzate con particolare "giustezza di rapporti", come scrive Martelli, prevalentemente orientate su temi agresti, privilegeranno composizioni di ampie dimensioni, ove campeggia la figura umana, ricollegandosi idealmente con la classica tradizione figurativa toscana.
Le Trecciaiole, opera conosciuta quantomeno in due versioni, di cui una datata 1867, esposta a Firenze nel 1868, fu molto apprezzata da Cecioni e da Signorini, quasi quale simbolo delle nuove tematiche, con quelle figure di umili popolane raffigurate a grandezza naturale ed incombenti, in un ruolo riservato sino ad allora solo ai grandi personaggi della storia patria.
Nel 1871, sposandosi il fratello, l'Artista è costretto a trasferirsi con la numerosa famiglia (un sesto figlio gli nascerà nel 1876) a Ponte di Signa, ove seguiterà ad avere lo studio nell'abitazione, in stretto contatto con i familiari, partecipando ad ogni evento, in rapporti con la gente del paese, operai e popolane, che posavano per i suoi dipinti. Erano frequenti le visite degli amici artisti: Muzzioli, Moradei, Cecioni, Francesco e Madide Gioii, Cannicci, Fattori, Borrani, Martelli,soprattutto Signorini che, come di casa, si dilungava animate discussioni sull'arte frugando tra le tele dell'amico
Nel 1874, unitamente a Sorbi e Cannicci, l'Artista entra far parte del Consiglio d'Arte della Promotrice fiorentin L'anno successivo si reca a Parigi assieme a Fattori, Cannicdi e Francesco Gioii per visitare l'Esposizione, ove preseti
L'amore nei campi, attratto, come gli amici, non tanto dall'Inpressionismo, quanto piuttosto dalla Scuola di Barbizon e e naturalismo umanitario dei Bréton e Bastien-Lepage. È p presente nel 1877 all'Esposizione Nazionale di Napoli assi me a Fattori, Bruzzi, Francesco Gioii e^ìn|i, ove presenta
ritorno dal bosco e
Un^tatore di pecore. Nel l^S^^ nuovo Parigi, all'Esposizione Universale, con
Le rive dell'arno a Si gna e //
ritorno dal bosco, opere molto apprezzate da Martel Nel 1880 espone
Alla fontana alla Nazionale di Torino ed Firenze, nella cui Galleria d'Arte Moderna l'opera è og conservata. Essa fu assai apprezzata da F.'Filippi (1880), ci scrisse: «il senso della verità s'impadronisce talmente del spettatore che pare di assistere ad una scena di persone viv [...] Tutta la scena è di una verità da sbalordire».
Nel 1883 Ferroni partecipa all'Esposizione di Belle Arti
< Roma, assieme a F. Gioii, Fattori e altri artisti, con il
Merda ambulante e
La domenica; alla Nazionale di Torino del 18É presenta
Torna il babbo; quindi, l'anno successivo, espone a l'Internazionale di Anversa assieme a De Nittis, Cannicc Angiolo Tommasi e Guglielmo Ciardi. In questi anni trascu; le partecipazioni alle Esposizioni di Firenze, ove si preseli saltuariamente nel 1880, 1884, 1885, 1890-1891.
Dal 1882 è membro della Società delle Belle Arti, Accademico d'Onore dell'Accademia Fiorentina del disegno; d 1884 Accademico d'Onore dell'Accademia di Bologna; d 1894 dell'Accademia di Milano.
Il decennio 1881-1891 è forse il più fecondo. Nel 1881 e* gue
Ai campi, ora conservato alla Galleria d'Arte Moderna < Firenze, che offre un'immagine idilliaca della vita campestr Tra il 1878 e il 1884 il Conte di Frassineto gli commissiona quattordici opere, tra cui:
Verso l'ovile, La barca, II carro, La caci e
La pesca. Del 1883 sono //
boscaiolo, conservato alla GA.M. < Firenze, e
Cocomereiaio ambulante, ora presso la G.A.M. di Palermi In questo periodo affitta uno studio a Firenze, ove insegna privatamente dapprima assieme ad Adolfo Tommasi.
Negli anni seguenti, problemi di famiglia e di salute g creano crisi di sconforto, distogliendolo dalla pittura. La su presenza alle mostre si fa saltuaria, esponendo soprattutto o pere eseguite in precedenza. Nel 1897 è presente alla Bienna le di Venezia con
Amori santi. Inizia a collaborare come idea tore di decorazioni, talvolta anche eseguendole direttamene presso la ceramica Bellariva di proprietà del figlio Auguste Lavora anche ai bassorilievi per il piroscafo Vittorio Emanuele. È ancora presente ad esposizioni nel 1906, nel 1908 e ik 1909, presso la Società delle Belle Arti di Firenze; in quest'ultimo anno espone
Un bagno in Arno, Fatica e buonumore.
Vive fino all'ultimo cercando conforto ai malanni dell vecchiaia nell'arte e nella famiglia. Si spegne a Firenze il
2: maggio 1912.