27/11/2008 Nicolas Schöffer
Nato il 6 settembre 1912 in Kalocsa (Ungheria), ha vissuto a Parigi dal 1936, divenne francese nel 1948 e morì nel suo atelier di Montmartre, Villa des Arts,...»
18/09/2004 La mostra si aprì il 15 aprile 1874. Doveva durare un mese, l'orario era dalle 10 alle 18 e (una novità) di sera dalle 20 alle lì. L'ingresso costava un franco, e il catalogo cinquanta centesimi. Fin dall'inizio...»
FRANCESCO GIOLI "ACQUAIOLA" (1891 ) olio su tela
Il taglio del quadro conferisce assoluta priorità la paesaggio descritto con una trama di pennellate discontinue per toni e dismogenee per materia, che riverbera la luce del sole.La figura in primo piano è lì, quasi a comandare sulla natura.
Gioli Francesco
LE BOSCAIOLE
Gioli Francesco
FANCIULLA IN RIVA AL MARE
Gioli Francesco
MONTE DI PIETà
Gioli Francesco
FRANCESCO GIOLI, FIORI DI CAMPO , 1896, olio su tela, 150x70. Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti
Gioli Francesco
IL VIATICO
Gioli Francesco
FRANCESCO GIOLI BAMBINA SULLA SPIAGGIA olio su cartone, cm 35x50
Firmato e datato in basso a destra:Francesco Gioli 919
Collezione privata
A conferma della circolarità del percorso artistico di Francesco Gioli, secondo quanto evidenziato dallo stesso artista nell'introduzione alla mostra personale allestita alla Biennale di Venezia del 1914, tale marina si pone al termine di una sperimentazione luminosa condotta lungo la costa del Tirreno, a partire da un'opera di ispirazione analoga, Pescatore tra gli scogli (1889). Di contro alla resa analitica dei riflessi delle onde evidente in quest'ultimo dipinto, si aggiunge nelle vedute realizzate a Marina di Pisa nel secondo decennio del Novecento, tra cui anche questa Bambina sulla spiaggia, una tensione espressiva derivante dall'intento di superamento dell'ottica naturalistica a vantaggio della veduta-stato d'animo, secondo quella formula stilistica inaugurata a partire dagli anni Novanta con Tra gli scogli (1889-1890) e proseguita in Nebbie (1896).
Gioli Francesco
BILANCE A BOCCA D'ARNO 1889 Francesco Gioli
olio su cartone, cm 25x70
Firmato e datato in basso a destra:F. Gioli/89
Proprietà della Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A.
L'indagine della località di Bocca d'Arno sulla scorta di una vigile attenzione naturalistica, ma anche di un'inclinazione lirica, prosegue dietro le indicazioni fornite da Nino Costa proprio nei dintorni di quella località, con l'esempio di paesaggi pervasi di "un sentimento grandissimo" (Cecioni 1905, p. 322), divenuti per gli artisti toscani stimolo ad un approccio rinnovato al dato naturale, in vista di un'urgenza espressiva che li conduce a prendere definitivamente le distanze dalla condotta verista. In tale veduta costiera, identificabile quasi certamente con il dipinto Bocca d'Arno, esposto alla Promotrice Fiorentina del 1889, si riconosce un motivo che di lì a poco diventa una cifra compositiva per molti degli artisti toscani attratti dalla costa pisana, primi tra tutti Guglielmo Amedeo Lori, con la sua Alba alla bocca dell'Arno, esposta a Venezia nel 1901 e Luigi Gioli con Presso la foce dell'Arno esposto a Torino nel 1902. La direttrice prospettica individuata dal succedersi delle sagome brune delle bilance lungo questo pittoresco tratto costiero sollecita l'artista a misurarsi con un ordine complesso di questioni, tra cui la definizione esatta della griglia prospettica. A una tale inclinazione disegnativa egli associa d'altra parte una sapiente restituzione degli effetti atmosferici, tramite la ricerca di una corretta intonazione alla quale affidare la suggestione dell'ora. In quest'opera Gioli riesce infatti a realizzare una sintesi compiuta tra l'elaborazione della veduta costiera secondo i criteri veristi di riproduzione della tinta locale e la trasfigurazione di essa in paesaggio-stato d'animo, oltre
Gioli Francesco
FAMIGLIA SUGLI SCOGLI 1878 Francesco Gioli
olio su tela, cm 40x65
Firmato e datato in basso a sinistra:F. Gioli 78
Collezione privata
Risale al 1878 l'apprezzamento di Marco Calderini in merito alle opere esposte da Francesco Gioli a Torino nello stesso anno: "Ho notato il Gioli, un paesista toscano fino, abile, che può avere delle bellissime pagine nell'avvenire". (Calderini 1878). L'aggiornamento dell'artista in fatto di pittura dal vero trova conferma a questa fase in un soggiorno in Liguria, durante il quale egli si applica già alla marina, in quanto nel 1879 è presente alla Promotrice fiorentina con "due soggetti analoghi, la stessa località o giù di lì, due strade della riviera Genovese, una presso Bocca d'Asso, l'altra a Quarto", notati da Signorini per la "simpatica scelta dei motivi" (Signorini 1879). Tra il 1878 e il 1879 Francesco Gioli appare dunque già in grado di misurarsi oltre che con la fisionomia della costa del Tirreno, anche con località estranee alla sua esperienza, ovvero con quella costa ligure che per la conformazione pittoresca continuava ad esercitare la sua attrazione. La pratica dal vero non sembra escludere in questa marina l'intonazione simbolista, soprattutto se si pensa all'influsso esercitato sul gruppo toscano da Nino Costa, influsso che Cecioni riconduce ad una "qualità preziosa" ovvero "la pittura modellata": "questa sua speciale qualità si ritrova in ogni suo quadro o quadretto, non solamente nelle parti delle figure, che sono sempre ben modellate, ma nei fusti di albero, nel fogliame, nelle acque, nei cieli; e dove poi si rivela in tutta la sua potenza, è nelle colline, nei poggiuoli e nei promontori" (Cecioni 1905, p. 322). Il modellato naturale del nudo femminile, definito da un sofisticato ritmo disegnativo, riconduce tale marina nell'ambito di quella condotta costiana che a seguito della vicinanza con Leighton giunge all'ambientazione di nudi femminili in marine-stati d'animo del genere di Nei pressi di Porto d'Anzio (1872), ispirate tutte alla sigla di Ninfa nel bosco, iniziata quest'ultima a Fontainebleau nel 1863, ma terminata a Firenze, talmente cara a Costa da considerarla degna di rappresentare la sua arte in Italia.
Gioli Francesco
GIOLI
Scriveva ugo Ojetti nel Corriere della sera a riferimento della mostra internazioinale di Venezia:" dei Toscani Francesco Gioli con cinquanta dipinti narra la storia della sua varia e libera attività di artista che ha dipinto sempre per se prima che per gli altri. Dall'incontro in Maremma del '73, degno come è di essere in un museo all'Ovile del 1914, di una pittura più sciolta, l'arte del Gioli è sempre rimasta attaccata all'osservazione del vero, pur mutando d'occhio e di mano"