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CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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Cortese Federico ( Napoli, 1829-1913)
MONOGRAFIE » Artisti dalla A alla F

 
   
FOTO PRESENTI 2
 
 Cortese Federico  Ruderi di un mondo che fu, 1890
Cortese Federico ( Napoli, 1829-1913)
CORTESE FEDERICO RUDERI DI UN MONDO CHE FU, 1890
Olio su tela, 93.6x185.5 cm
Federico Cortese, Da Mergellina, 1881, Oil on canvas, 29 x 68 cm
Cortese Federico ( Napoli, 1829-1913)
FEDERICO CORTESE, DA MERGELLINA, 1881, OIL ON CANVAS, 29 X 68 CM
   
Proveniente dallo studio di Salvatore Fergola, frequentò i corsi di Smargiassi e di Morelli presso il Regio Istituto di Belle Arti di Napoli. Dalla metà degli anni cinquanta Cortese si stabilì a Roma, esercitandosi allo studio della campagna romana in comunione di intenti con Achille Vertunni. Nel 1859 partecipò all'ultima Biennale borbonica, e nel 1861 alla prima mostra unitaria a Firenze, con un "Paesaggio con lago".
Uno degli esiti più felici di questo periodo romano fu il dipinto "Ariccia. Campagna romana" [cat. 56], eseguito nel 1864 su commissione di Vittorio Emanuele II e l'anno seguente donato dal re alla Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, opera che gli fruttò la nomina a professore onorario della torinese Accademia Albertina. Si trasferì poi a Parigi dove espose alla Esposizione universale del 1867 "Campagna romana" e "Nebbia negli Appennini".
Qui si incontrò con i paesaggisti della scuola di Barbizon, condividendone l'interesse per un paesaggio ricco di umori acquosi, di giochi di riflessi, di luci incerte.
Prese parte anche a qualche edizione del Salon. La "Veduta presa dalla Sabina", esposta al Salon del 1868, fu acquistata dal Ministero della Pubblica Istruzione francese e destinata al Musèe Salies di Bagnères-de-Bigorre. In precedenza aveva partecipato piuttosto regolarmente alle Promotrici napoletane, a cominciare dalla prima, nel 1862, con tre vedute della "Campagna romana".
Tra le altre, ricordiamo le mostre del 1863 ("Gli avanzi dell'acquedotto Claudio in Roma") e del 1867 ("Paesaggio" ed "Effetto di sole nelle Maremme", andati in sorte rispettivamente alla Provincia di Napoli e alla Real Casa). Nel 1873 mandò alla Promotrice quattro lavori fuori premiazione "fuori concorso", "Mare grosso a Mergellina", "Sui monti", "La sera nelle Maremme" e "Palazzo della Regina Giovanna a Posillipo".
Fu segretario delle Promotrici del 1874 e del 1875; alla prima propose tra gli altri "Il mattino" (sorteggiato in favore della Promotrice di Milano). Lo incontriamo poi ancora alle Promotrici del 1904, 1906 e 1911. In sede nazionale l'artista fu spesso presente. A Parma, dove nel 1870 espose ben sette paesaggi, fece parte dei giurati, e fu tra i sostenitori della premiazione del "Colombo" di Montevederde. All'Esposizione di Napoli del 1877 propose "Sant'Arcangelo di Cava", "La Basilica di Pesto", "Presso Napoli", "Crepuscolo" e "Nel bosco"; a quella di Torino del 1880 presentò "Il bosco di Capodimonte" e una veduta di "Paestum".
L'anno seguente, alla Mostra di Milano, propose una serie di sette opere, e con altre cinque, fra cui "La Marne (presso Parigi)", "Solitudine" e "Champigny", si presentò alla Mostra nazionale di Roma del 1883. A Torino nel 1884 espose un dipinto intitolato "Calma", mentre alle Esposizioni riunite di Milano del 1894 inviò due quadri, "Acque stagnanti" e "Campagna francese"; altri due quadri espose a Torino nel 1898. Un anno prima di morire, nel 1912, partecipò con quattro lavori alla mostra napoletana alla Sala Tarsia.




 
 
 

 


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