Altamura si lega così in amicizia con Domenico Morelli ed insieme si appassionano a quei temi " storici " che saranno poi la vera ricerca iconografica di
Altamura. Il suo spirito inquieto lo porterà anche a
Roma dove viene affascinato dai modelli classici che la città offriva e dal fermento patriottico che lo coinvolse al punto di provocarne l'arresto da parte della polizia politica. Scarcerato ripara a
Firenze nel
1848 dove si avvicina al nuovo metodo pittorico dei macchiaioli che avverte l'esigenza, portata poi alla massima espressione dagli impressionisti francesi, di fermare sulla tela la realtà quotidiana con i suoi veri colori e l'immediatezza della vita di ogni giorno; usando una colorazione non sofisticata o tormentata ma quasi pura e solare. Quella "
macchia " appunto che non concedeva nulla ai ripensamenti e alle "
limature " da studio. Ma pur restando affascinato da quelle realizzazioni,
l'Altamura non abbandonò mai del tutto i suoi amati soggetti di ambiente storico che pure si distaccavano dai presupposti fiorentini. Visse anche intense parentesi politiche, senza mai rinunciare alla sua attività di pittore; nel periodo toscano i suoi temi si avvicinano alla cronaca quel tanto da permettergli di rappresentare scene di esuli e temi di una storia "
minore " che spesso viveva in prima persona.
All'esposizione nazionale di Firenze del
1861 è presente infatti con una tela che solleverà molto scalpore: "
I funerali di Buondelmonte ". Si recò spesso a
Parigi che costituiva allora la meta obbligatoria per un pittore ed un artista in genere. La sua intensa attività politica lo portò ad essere consigliere comunale a
Napoli nel
1860 ed a
Firenze a ricoprire alcune cariche del governo Ricasoli. La sua formula pittorica, negli ultimi anni, si avvicina ad una sorta di misticismo preraffaellita e proprio in quest'ottica vanno considerati gli affreschi del
Palazzo Reale di Napoli. Nella
Pinacoteca di Capodimonte si testimonia il suo stile "
storico " in una delle sue opere più caratteristiche : "
Il trionfo di Mario sui Cimbri ", dove la grande perizia coloristica e compositiva mitiga il tono aulico e volutamente descrittivo della scena.
Saverio Altamura morirà a
Napoli nel
1897. Nel
1901 la città natale,
gli dedicherà un monumento