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Carpi nasce a Milano nel 1886 e, dopo un apprendistato nello studio di Stefano Bersani, completa la sua formazione accademica a Brera dove si diploma nel 1910, sotto la guida di Cesare Tallone e Achille Cattaneo. Alle prime opere giovanili, tra cui molti ritratti, di schietta matrice lombarda e tardo ottocentesca, con echi della pittura scapigliata, seguono dipinti vicini al clima del Simbolismo e del Sintetismo europeo. Tra il '12 e '19 infatti l'artista opta per uno schema compositivo semplificato e regolato da sottili armonie, con immagini fortemente stilizzate, sospese tra serenità e malinconia. Con questo tipo di pittura, per tutti gli anni '10, l'artista ricerca atmosfere sospese e straniate. Ed è proprio questo interesse a legare Carpi, seppur in modo tangente, al clima di Novecento. Pur non essendone mai stato parte attiva, la sua propensione per il Realismo magico lo avvicina alle scelte del gruppo. Maria in rosso, del 1924, svela il legame con il clima novecentista, mostrando tutta la delicatezza di un sentimento intimo, famigliare presentato in un'immagine di impianto purista e classicheggiante. Per tutta la vita Carpi ricerca un cammino personale, guidato dalla libera ispirazione. Dopo la II guerra mondiale, durante la quale vive l'esperienza della deportazione in un campo nazista, ritorna all'attività espositiva e viene eletto nel '45 direttore dell'Accademia di Brera. In età già avanzata riprende alcuni cicli giovanili, come quelli delle "Maschere" e dei "Carabinieri", continuando a lavorare e a perfezionare le sue opere. Si spegne a Milano nel 1973, dopo aver assistito, l'anno precedente, all'importante antologica realizzata per lui dal Comune di Milano alla Rotonda della Besana.
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