27/11/2008 Nicolas Schöffer
Nato il 6 settembre 1912 in Kalocsa (Ungheria), ha vissuto a Parigi dal 1936, divenne francese nel 1948 e morì nel suo atelier di Montmartre, Villa des Arts,...»
Ed ecco urlare la disperazione: l'uomo chiede urlando la sua anima, un solo grido d'angoscia sale dal nostro tempo. Anche l'arte urla nelle tenebre, chiama al soccorso, invoca lo spirito: è l'Espressionismo". Così si esprime Hermann Bahr (1863-1934), scrittore e critico d'arte austriaco vicino alla sensibilità espressionista. Se la citazione di Bahr non fornisce certo una definizione esaustiva di un movimento culturale vasto e complesso come quello dell'Espressionismo, che si sviluppa nei paesi di lingua tedesca nei primi vent'anni del '900 abbracciando arti figurative, letteratura, musica e cinema, essa dà modo di enucleare alcune "parole chiave" per comprendere lo stesso. Urlo, disperazione, anima, angoscia, spirito sono motivi ricorrenti per la sensibilità espressionista che è in primo luogo avvertimento di una crisi: crisi del linguaggio artistico tradizionale, crisi dei valori borghesi, crisi delle certezze scientifiche e quindi crisi dello spirito intero
. Il 7 giugno del 1905 Kirchner insieme a Fritz Bleyl, Karl Schmidt-Rottluff ed Erich Heckel fonda a Dresda il movimento artistico Die Brücke (Il Ponte), la cui volontà è quella di unirsi alle forze di avanguardia espressioniste che in quegli anni si sviluppano in Europa. In occasione della prima esposizione della Brücke tenutasi nel 1906 a Dresda Kirchner formula il programma del gruppo e lo incide nel legno. Si tratta di una esortazione vitalistica a fare qualcosa di nuovo. Le prime opere dell'artista sono influenzate dal Divisionismo neoimpressionista di Seurat e di Signac e soprattutto dalla pittura espressiva di Van Gogh nel ricorso a una materia densa e a pennellate decise e ben evidenti, come ci testimoniano i ritratti a figura intera di questo periodo. Dal 1907 egli soggiorna a sud di Dresda, a Goppeln, dove dipinge diversi paesaggi. Nell'estate del 1908 Kirchner si reca sull'isola baltica di Fehmarn accompagnato da Emmy Frisch, la futura signora Schmidt-Rottluff, e suo fratello Hans. Qui la sua pittura si arricchisce di un'inedita spontaneità di esecuzione, di colori diluiti e di un cromatismo maggiormente contrastato. Nel 1909 trascorre analoghe vacanze estive ai laghetti di Moritzburg insieme ai suoi compagni, dove vivono e lavorano in costante contatto con la natura.
Comunità e individualità
Künstlergemeinschaft Brücke, "Comunità artistica Ponte": nella denominazione che si scelsero quattro studenti di architettura si può rintracciare qualcosa nel destino di questo gruppo di artisti. L'idea e la pratica della comunità è fortemente radicata nella cultura tedesca, forse molto più che in quella italiana. Certamente solo dei giovani idealisti, come lo furono Kirchner, Heckel, Schmidt-Rotluff e i loro compagni, poterono arrivare a vivere e crescere insieme artisticamente in modo così stretto e parallelo, ma nello stesso tempo solo delle personalità creative così decise poterono restare autonome, senza schiacciarsi l'una con l'altra. Il fenomeno della Brücke è affascinante proprio per questa oscillazione: da una parte un apprendistato artistico comune, che è possibile seguire passo dopo passo, quasi giorno dopo giorno nel lavoro di atelier come in quello all'aria aperta, e dall'altra l'approdo verso il 1911 con il trasferimento a Berlino a una personale e non indifferenziata maniera stilistica.