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Cesare Monti nasce a Brescia nel
marzo del 1891. Ancora giovanissimo soggiorna per alcuni anni a Parigi, con il
preciso intento di aggiornare la sua cultura artistica alle grandi novità che si
sperimentano nella capitale. Nella produzione giovanile emerge l'eco della
pittura francese impressionista e postimpressionista, sulla scia delle
suggestioni di grandi maestri, come Manet, Renoir, Monet e Cézanne. Al suo
rientro in Italia, nel 1912, inizia un'intensa attività produttiva che viene
presto apprezzata. Nel corso degli anni '10 predilige stesure piatte e colori
squillanti, di suggestione gauguinniana, avvicinandosi successivamente alla
lezione del gruppo di Valori Plastici. La vincita della borsa di studio
"Legato Brozzoni" permette all'artista, nel 1921, di trasferirsi a Milano e di
entrare così in contatto con i più importanti circoli culturali della città.
Monti si sente accomunato ai sette membri del gruppo Novecento dalla coscienza
di essere un pittore moderno e dalla ferma volontà di abbandonare un'arte ancora
legata al naturalismo. Da questo momento infatti l'artista si rivolge a una
pittura dall'impianto più saldo e dalle forme più costruite, evitando i
virtuosismi e il tono idilliaco di certe tele giovanili. Nell'opera
Figli, ad esempio, l'artista pone la sua attenzione sui due bambini, le
cui forme, disposte su sfondi neutri e privi di profondità, vengono semplificate
e al tempo stesso nobilitate da un'atmosfera intima e sospesa. Ma quella del
Novecento è solo una parentesi. Nella piena maturità Monti torna a dar spazio
alla libera ispirazione e all'istinto. In questi anni, come ricorda Massimo
Carrà, "il lavoro di Monti si affida al piacere del contemplare […]. Le forme
tendono come a sciogliersi nella loro spontanea eleganza […] e i dati cromatici
a giocare sulle cadenze più varie". Dopo aver trascorso trent'anni della
propria vita nello studio di via Montenapoleone a Milano, l'artista si spegne a
Bellano nel 1958.
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