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CARLO LEVI - IL VOLTO DEL NOVECENTO
CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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De Grada Raffaele (1885-1957)
MONOGRAFIE » Artisti dalla A alla F

 
   
FOTO PRESENTI 6
 
De Grada, Sobborghi di Milano, 1930
De Grada Raffaele (1885-1957)
DE GRADA, SOBBORGHI DI MILANO, 1930
Olio su tela, 82 × 68 cm, Collezione privata
De Grada Alberi
De Grada Raffaele (1885-1957)
DE GRADA ALBERI
De grada Betulle in Brianza
De Grada Raffaele (1885-1957)
DE GRADA BETULLE IN BRIANZA
De Grada Il mulino a Santa Chiara, 1927
De Grada Raffaele (1885-1957)
DE GRADA IL MULINO A SANTA CHIARA, 1927
olio su tela, 90x75 cm firmato e datato in basso a s. Dono di Dino Cardarelli
De Grada  san gemignano
De Grada Raffaele (1885-1957)
DE GRADA SAN GEMIGNANO
De grada  paese deòòa neve
De Grada Raffaele (1885-1957)
DE GRADA PAESE DEòòA NEVE
   
Raffaele De Grada nasce a Milano nel marzo del 1885. Dopo un'infanzia movimentata a causa degli spostamenti della famiglia inizia la sua carriera artistica a Zurigo. Il padre Antonio, anch'egli pittore, si era infatti trasferito definitivamente in Svizzera nel 1889, ricevendo molti incarichi come decoratore di palazzi pubblici. Il giovanissimo De Grada aiuta il padre nei lavori di decorazione e frequenta l'Accademia di Dresda per i primi due anni di corso, trasferendosi poi a quella di Karlsruhe, molto più vicina a Zurigo. Pur lavorando in Svizzera l'artista ama trascorrere lunghi periodi estivi in Italia centrale, dove conosce Magda Ceccarelli, che diventerà sua moglie. I soggiorni in Italia sono sempre più frequenti sino al trasferimento, dopo la I guerra mondiale, a San Gimignano e poi a Firenze, nel 1921.
In Italia De Grada approfondisce il suo interesse paesaggistico, che gli ha fornito buon esito nelle gallerie di Zurigo, muovendosi però verso nuove soluzioni. Il pittore cerca ora di ricostruire l'immagine del paesaggio sulla base di un impianto più moderno, quasi geometrico e di matrice cézanniana, ma sempre legato "alla natura e allo stato d'animo", come suggerisce l'artista stesso.
A partire dagli anni '20 De Grada ottiene sempre maggior riconoscimento. Partecipa alla Biennale veneziana del '22, a quella romana dell'anno successivo e poi alle Quadriennali. Stimato e apprezzato da molti artisti del gruppo del Novecento viene considerato egli stesso un novecentista.
Nel 1925 ha infatti un ruolo attivo nell'organizzazione della sezione toscana della Prima mostra del Novecento italiano, su incarico di Sironi, Salietti, Funi e Wildt. Ultima fase di sviluppo della sua ricerca artistica è legata al trasferimento a Milano, nel '29, dove resterà sino alla morte nel 1957. Nel periodo della maturità viene segnalato dalla critica come uno dei migliori paesaggisti moderni. I temi preferiti restano la città di Milano e i suoi dintorni, come nell'opera Sobborghi di Milano, la Brianza e la sempre amata Toscana. All'interesse per una pittura figurativa che si confronta in modo sempre più diretto con i maestri ideali Cézanne e Corot, si somma il desiderio dell'artista di apprendere una cultura letteraria e storica in grado di completare la sua formazione artistica, in una visione globale e unitaria del sapere.




 
 
 

 


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