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Bios Vincent - Il muro ha un suono
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L'arte contemporanea mette la vita al muro.
La stagione espositiva del 2012 a Palazzo dei Normanni si è aperta il 13 gennaio con una novità assoluta: la prima personale a Palermo di un giovane artista trapanese, Vincenzo Lipari, in arte BIOS Vincent. BIOS ha avuto l’onore e l’onere di esporre nella prestigiosa Sala Duca di Montalto dopo la grande retrospettiva dedicata a Christo e Jeanne Claude, in un momento in cui a Palermo l’arte contemporanea sembra far fatica a restare visibilie, come dimostra l’affaire del Museo Riso.
Il muro ha un suono, questo il titolo della mostra a cura di Martina Cavallarin con l’allestimento di Michele Premoli Silva, presenta oltre 40 grandi opere realizzate su pannelli di polistirene estruso con tutti i mezzi che l’artista conosce – spatole, pennelli, reti, plastiche, tessuti, cemento, grovigli di materie – e perforati dall’uso di proiettili di vario calibro – Magnum, piombini, Lupara. Di grande impatto emotivo i due video, Il muro ha un suono e Countdown, che permettono al visitatore di immergersi nel processo creativo dell’artista.
La sua straordinaria e inusuale pratica artistica è sempre in bilico tra generi – pittura e installazione – e strumenti. Pittore bulimico ed energetico, artista performativo sia nei gesti con i quali riempie e scarnifica le sue opere sia nelle mise en scene che sono parte integrante e vitale del suo lavoro, BIOS ha una ricerca personale che indaga nella dimensione del sociale concentrandosi su temi spigolosi come l’aborto, l’ecologia, le sopraffazioni, la violenza, le barriere fisiche e mentali.
I lavori esposti a Palazzo dei Normanni parlano attraverso dei codici precisi indagando l’inconscio privato e collettivo con un’arte che si avvale sempre di un’azione performativa, sia quando struttura delle scene in cui cacciatori sparano virtualmente sulla preda, sia quando l’artista impersona i “pinocchio” o simula crocefissioni.
Anche le installazioni a parete, con il loro alfabeto fatto di numeri che sono segni, logo precisi – come il numero 194, cifra che contraddistingue la legge sull’aborto – o di parole, lettere, scritte, nella fase finale di realizzazione vengono violentati da un atto performativo, l’uso determinato e mirato di armi da fuoco.
Una condanna alle violenze fatte dall’umanità sull’umanità, un inno alla vita e soprattutto una ricerca ossessiva, quella sul rapporto tra l’uomo e l’arte, l’uomo e l’ambiente, l’uomo e gli altri uomini, nel senso più profondo dei rapporti interpersonali d’odio e amore, questa l’anima dei muri di BIOS.
La mostra, patrocinata dalla Regione Sicilia, dall’Assemblea della Regione Siciliana e dalla Fondazione Federico II, e promossa dall’Associazione Sicilia Promotion, con il contributo di Galleria Affiche Milano e Galleria 71 Palermo, sarà visitabile fino al 3 febbraio 2012. Sponsor d'eccezione URSA Italia SrL.




 
 
 

 


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