|
|
FOTO PRESENTI 15 |
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND LA GRANDE PARATA
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND PAESAGGIO
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND IL GIARDINO DI MIA MADRE
1905. 46 x 38 cm. Musée National Biot.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND LA CREAZIONE DEL MONDO
1923. acquerello30 x 17 cm. Dansmuseet. Estocolmo.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAD SMOCKE
1912. Olio su tela 92 x 73 cm. Room of Contemporary Art Fund.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND IL GRANDE RIMORCHIATORE
1923. Olio su telatela. 125 x 190 cm. Musée National Fernand Léger y Georges Bauquier.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND IL PASSAGGIO A LIVELLO
1912. Olio su tela. 93 x 81 cm. Galerie Beyeler. Basilea.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND LE SCALE
1913. Olio su tela. 144 x 118 cm. Kunsthaus. Zurich.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND LA CASA TRA GLI ALBERI
Olio su tela . 130 x 97 cm. Kunstmuseum. Basilea.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND IL 14 LUGLIO
1914. Olio su tela. 73 x 60 cm. Musée National Biot.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND LA PARTITA DI CARTE
1917. olio su tela. 129 x 193 cm. Rijksmuseum Kröller-Müller. Otterlo.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAD LE NOZZE
1910-1911. Olio su tela 257 x 206 cm. Musée National d'Art Moderne. centre Georges Pompidou. París. Francia.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND LE GRAND DEJUENER
1921. olio su tela. 183,5 x 251,5 cm. Collection, The Museum of Modern Art. Nueva York. EEUU.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND MODELLA NUDA NELL'ATELIER
1912-1913. Olio su tela da imballaggio 127,8 x 95,7 cm. Solomon R. Guggenheim Museum. Nueva York. USA.
|
Léger Fernand
LEGER FERDINAND IL CIRCO
1918. olio su tela. 58 x 94,5 cm. Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou. París. Francia.
|
|
|
|
Benché gli fosse negata l'ammissione all'Ecole des Beaux-Arts, ne frequenta ugualmente le lezioni. Studia inoltre all'Académie Julian e dipinge secondo moduli di chiara influenza impressionista, i primi lavori di questo genere conosciuti di Léger sono del 1905. La retrospettiva di Paul Cézanne al Salon d'Automne del 1907 e il contatto con il primo cubismo di Pablo Picasso e Georges Braque sono momenti significativi nell'evoluzione dello stile personale di Léger. Nel 1910 espone con Braque e Picasso alla Galleria di D-H Kahnweiler e qui, nel 1912, tiene la sua prima personale. Dopo la parentesi della guerra, che lo avvicina al mondo meccanico per un verso e a quello umano e proletario dall’altro, si immerge in una assidua ricerca pittorica per poter sviluppare queste tematiche. Realizza lavori con carattere e contenuto spiccatamente sociale, ruotante intorno al mondo della macchina e dei meccanismi, espressi in modo monumentale. All'inizio degli anni ‘20 collabora con lo scrittore Blaise Cendrars ad alcuni films e disegna scene e costumi per il Ballet suédois di Rolf de Maré; negli anni 1923-24 lavora al suo primo film senza trama, Ballet mécanique. Nel 1924 apre un atelier con Amédèe Ozenfant e nel 1925, all'Exposition Internationale des Arts Décoratifs, presenta le sue prime pitture murali al Pavillon de l'Esprit Nouveau di Le Corbusier. Nel 1931 visita per la prima volta gli Stati Uniti; nel 1935 il Museum of Modern Art di New York e l'Art Institute di Chicago tengono mostre dei suoi lavori. Léger vive negli Stati Uniti dal 1940 al 1945, ma ritorna in Francia dopo la fine della guerra. Negli ultimi dieci anni di vita, i molti progetti di Léger spaziano dall'illustrazione di libri ai dipinti di figure monumentali e alle pitture murali, da vetrate mosaici, sculture policrome di ceramica a disegni per scenografie e costumi teatrali. Nel 1955 vince il Gran Premio della Bienal di San Paolo. Léger muore il 17 agosto nella sua casa di Gif-sur-Yvette, Francia. Nel 1959 viene fondato a Biot il Musée National Fernand Lèger.
Un arte monumentale in attesa dei muri Per Léger la funzione della pittura è “ Un’arte astratta che deve adattarsi ai muri… Se l’espressione pittorica è cambiata, è che la vita moderna l’ha reso necessario”. Avendo sotto gli occhi i dipinti di Picasso e Braque, Fernand Léger dà al Cubismo una dimensione personale, dal carattere spiccatamente sociale e intrinsecamente monumentale, ricca di colore, che in seguito sviluppa in uno stile unico ed estremamente originale, con continui sconfinamenti nell’arte ornamentale, nella scenografia, nell’affresco, nel mosaico. La sua pittura ha sempre avuto bisogno di uno spazio collettivo per essere intesa nella sua pienezza di forme, nel ricco rapporto cromatico e nella robustezza della composizione. Seguace di alcune percezioni moderne con grande convinzione, sente il bisogno di esprimere nella pittura la bellezza dell'oggetto comune, dell'oggetto fatto a macchina e dell'atmosfera della vita nella città contemporanea. Quest'ultimo è il tema del suo “Uomini in città” nel quale i piani intersecanti del tardo Cubismo suggeriscono le immagini sfocate, i colori metallici e le forme rigide del panorama urbano. Nel sovrapporre, intrecciare e opporre curve e sagome spigolose, l’artista crea una tensione dinamica che ancora manca al Cubismo “ortodosso” e che è piuttosto assimilabile alle contemporanee esperienze dei futuristi, di cui condivide l’attrazione per la bellezza meccanica e dinamica della società moderna.
|