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FOTO PRESENTI 27 |
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR EDMONDO E THéRèSE MORBILLI
c.1865
olio su tela
cm 116,5 x 88,3
Boston, MA, Museum of Fine Arts
Dono di Robert Treat Paine, 2nd
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR AUTORITRATTO DETTO "CON IL CAPPELLO FLOSCIO"
1857
olio su carta applicata su tela
cm 26 x 19
Williamstown, MA, Sterling and Francine Clark Art Institute
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR MARY CASSAT AL LOUVRE
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR GRUPPO DI BALLERINE
c.1898
olio su carta applicata su tela
cm 47 x 61,9
Edimburgo, National Galleries of Scotland
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR RITRATTO DI ROSE CARON
c. 1892
olio su tela
cm 76,2 x 82,6
Buffalo, NY, Albright-Knox Art Gallery
Fondi Charles Clifton, Charles W. Goodyear e Elisabeth H. Gates, 1943
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR BALLERINA DI QUATTORDICI ANNI
Piccola danzatrice di quattordici anni
1880
bronzo e materiali vari; 99
Parigi, Musée d'Orsay
E’ una delle versioni in bronzo della scultura polimaterica presentata da Degas alla sesta mostra degli impressionisti del 1881. L’originale (Upperville, coll. Mellon) è in cera rossa, vestito di un vero tutù in stoffa, con vere scarpette da ballerina, un nastro di raso a trattenere i capelli di crine. L’opera fu accolta da aspre critiche, definita da Elie de Morit “una scimmia, un azteco [….], da mettere sotto formalina e da spedire al Museo Dufuitreu di patologia umana”.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR PORTRAIT OF RENé-HILáIRE DE GAS
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR LA FAMIGLIA BELLELLI
La famiglia Bellelli
1858-1867
olio su tela; 200 x 250
Parigi, Musée d'Orsay
Ritrae la famiglia del barone Bellelli, zio dell'artista. Fu un'opera d'elaborazione lentissima (quasi dieci anni), iniziato in Italia a Firenze (fu ammirato dal macchiaiolo Cristiano Banti) e terminato a Parigi, che tradisce la molteplicità delle influenze culturali. Ebbe vasta eco anche tra gli artisti italiani che potettero vederlo nello studio di Degas, e se ne conoscono diversi bozzetti e studi preparatori. Fu acquistato dal Louvre nel 1918.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR - MANET CON LA MOGLIE
1868-1869
olio su tela; 65 x 71
Kitakyushut, Municipal Museum of Art (Giappone)
Il quadro fu occasione di una disputa tra Degas e Manet (che erano amici dal 1862). Manet infatti, non apprezzando il modo in cui Degas aveva ritratto la moglie, non accettò il regalo e distrusse il lato dov'era la figura di donna al pianoforte. Degas, anche se reintegrò la tela, non completò mai il dipinto. Il soggetto fu comunque ripreso da Manet in un'opera del 1867.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR MADAME CAMUS -
Madame Camus
1870
olio su tela; 73 x 90
Washington, National Gallery
La donna ritratta, moglie del dottor Camus, era un’eccellente musicista (Degas la ritrasse anche al pianoforte). Il quadro fu esposto al Salon del 1870. Le ricerche di Degas si orientano in questi anni sulla resa degli effetti della luce artificiale in uno spazio interno, tanto che Duranty, nella recensione al Salon, scrisse che il pittore aveva sacrificato la modella allo sfondo.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR CLASS DANCE
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR LEZIONE DI DANZA
L'interesse per il teatro da parte di degas , lo spinse a progettare la scenografia nel 1877 per la commedia il "grillo"che trattava della vita di un pittore
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR LA STAR
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR IL RIPOSO DELLE DANZATRICI
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Degas Edgar
EDGAR DEGAS L'UFFICIO DEI MUSSON
1873
olio su tela; 74 x 92
Pau, Musée des Beaux Arts
Iniziato a New Orleans, durante il viaggio americano di Degas, è un ritratto di famiglia dei parenti della madre (che là vivevano) raffigurati nel loro ambiente di lavoro di commercianti in cotone. Sperando che lo aiutasse ad introdursi nel mercato inglese, Degas cercò di adeguarsi alla moda britannica del tempo (Tissot, Millais). Presentato alla mostra impressionista del 1876, fu il primo quadro di Degas ad essere acquistato nel 1878 da un museo statale.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR LA BEVITRICE D'ASSENZIO
Edgar Degas
L'Absinthe
(L'assenzio)
1875-76
Musée d'Orsay
Parigi
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR PRIMA DELLA GARA
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR IFANTINI DAVANTI ALLE TRIBUNE
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR DONNA NUDA CHE SI PETTINA
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR NUDO DISTESO
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR BALLETTO VISTO DA UN PALCO
A Ballet Seen from the Opera Box
1885. Colección Privada. Filadelfia. USA.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR BALLERINE AGLI ESERCIZI
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR LEZIONE DI DANZA
Lezione di danza
Guardiamo bene queste ballerine. Si è mai visto un gruppo meno elegante? A parte quell'unica, aggraziata, che è in posizione, tutte le altre sembrano colte al volo, in una posizione più o meno rilassata: una si gratta la schiena, l’altra la testa, una terza la spalla. Una giovane fanciulla osserva la scena dal fondo, con le mani sulle anche, mentre più in alto una compagna si sistema o si slaccia il girocollo. A destra, una ballerina si è rifugiata fra le braccia della madre. Un’altra, appoggiata al muro, porta la mano alla bocca e sembra attendere con impazienza che la lezione finisca.
Esiste un’altra tela, che si trova al Metropolitan Museum of Art di New York, in cui Degas ha visibilmente ripreso la stessa composizione: vi si ritrovano alcune delle ballerine sul fondo e il maestro di danza, Jules Perrot.
Degas ha inoltre realizzato, nel 1875, un disegno - oggi conservato al museo di Filadelfia - che ritrae Perrot nella stessa posizione, col bastone nella mano destra, mentre tende l’altra per spiegare alla ballerina il movimento da eseguire. Divenuto maestro di danza negli anni 1860, Perrot era stato il partner della ballerina Marie Taglioni, e aveva vissuto una lunga carriera come ballerino e coreografo dal 1830.
Degas, mai soddisfatto di ciò che faceva, ha ritoccato spesso questa tela. Paul Valéry, che lo conosceva bene (gli ha dedicato il famoso “Degas Danse Dessin”), lo ha così definito: “Per quanto spiritoso e allegro possa talvolta apparire, la sua matita, il suo pastello e il suo pennello non si lasciano mai andare; la volontà li domina. Per lui il tratto non è mai abbastanza vicino a ciò che vuole raggiungere”.
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Degas Edgar
DEGAS EDGAR MADAME JEANTAUD ALLO SPECCHIO
È durante l’assedio di Parigi del 1870 che Degas, assegnato al bastione 12 degli artiglieri, conosce Jeantaud. Ne realizzerà il ritratto l’anno successivo, in compagnia di altri due compagni incontrati nelle stesse circostanze, Linet e Lainé. Jeantaud diverrà famoso nel 1881 per aver costruito la prima auto elettrica.
Nel 1872 Jeantaud sposa Berthe Marie Bachoux, qui rappresentata. Degas frequenta la coppia e si reca regolarmente da loro, al 24 di rue de Théhéran, dalle parti di Batignolles.
Questa tela è occasione di giochi d’immagini e di sguardi. In effetti, non è il ritratto della signora Jeantaud che lo spettatore è chiamato a contemplare, bensì l’immagine di quest’ultima riflessa nello specchio. Inoltre, ci si aspetta che la giovane donna osservi se stessa, mentre in realtà fissa gli occhi sullo spettatore, che si trova così invitato a contemplare due quadri: una donna di spalle, di fronte ad uno specchio, e il suo riflesso che osserva lo spettatore.
La modella e il suo riflesso creano due piramidi, compensate dalle linee verticali dello specchio, mentre lo schienale di una poltrona disegna una curva ripresa dal manicotto e dal cappello della signora Jeantaud.
La luce, che proviene da una finestra, si riflette nello specchio e nell’orecchino della giovane donna. Questa tela, dalle tinte cupe e dai tratti marcati, emana qualcosa di enigmatico.
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Degas Edgar
DEGAS,EDGAR DUCHESSA DI MONTEJASI WITH HER DAUGHTERS, ELENA AND CAMILLA
about 1876
Oil on canvas
Overall: 66 x 97.8 cm (26 x 38 1/2 in.) Framed: 88.9 x 121.9 x 7.6 cm (35 x 48 x 3 in.)
Museum of Fine Arts, Boston: Museum
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altre opere dell'artista
Nato a Parigi nel 1814, il suo vero nome è Hilaire Germain-Edgard De Gas. Sensibile e dotato di un carattere sognatore ma allo stesso tempo risoluto, è attratto fin da subito dagli studi umanistici, attrazione che il padre contribuisce a coltivare con personali "lezioni" di lettere e di arte. Circa il suo carattere, lo stesso Degas si descriverà così: "Ero o sembravo duro come tutti, per una specie di impulso alla brutalità che mi veniva dal mio dubitare e dal mio cattivo umore. Mi sentivo così fatto male, così sprovveduto, così fiacco, mentre mi pareva che i miei calcoli d'arte fossero così giusti. Tenevo il broncio a tutti e anche a me stesso." Il Degas maturo era un solitario, anche se a volte lui stesso se ne crucciava. Viveva spesso rinchiuso nel suo studio, totalmente preso dal suo lavoro e dai suoi esperimenti con le più disparate tecniche pittoriche.
Ad ogni modo, tornando ai suoi anni giovanili, iscrittosi al liceo, si faranno sempre più accentuate in lui le inclinazioni alla pura materia pittorica, a discapito di ricerca letterarie e poetiche. Un segnale forte di questa disposizione lo si ha quando apprendiamo che il giovane Degas era solito frequentare assiduamente il Cabinet des Estampes della Biblioteque National, luogo che gli permette di entrare in contatto con riproduzioni di grandi maestri del passato. Non contento di contemplare passivamente le mirabili opere, si mette a copiare alcune di quelle stampe: in sostanza, uno studio indiretto di artisti quali Mantegna, Durer, Rembrandt o Goya.
Purtroppo, fattosi più grande, tra gli impegni da rispettare vi erano anche le frequentazioni alle lezioni universitarie alle quali partecipa in qualità di matricola di Giurisprudenza. Ma è solo una formalità, perchè la sua mente corre solo alle immagini di grandi quadri o a opere da realizzare. Comincia a farsi strada, infatti, una spiccata urgenza creativa. Ben presto, dunque, lascia gli studi per dedicarsi interamente all'arte. Ad un giovane di quell'epoca non si presentavano grandi prospettive in questo senso, a parte l'adesione ai moduli e agli approfondimenti dettati dall'Accademia di Arte allora onnicomprensiva. Nel 1854 inizia a seguire le lezioni di Louis Lamothe, artista apprezzato all'epoca, ma oggi pressoché dimenticato. Lamothe, già allievo di Ingres, riuscì a trasmettere a Degas l'importanza che Ingres attribuiva al disegno. Nel 1855, Edgar incontrò addirittura il maestro, all'epoca settantacinquenne, da cui ricevette questo consiglio: "Disegni linee, giovanotto, tante linee, non importa se vengono dalla memoria o dalla natura".
Degas insomma, con scelta coraggiosa, decide di non abbracciare i modelli proposti dall'Accademia, ritenuti da lui vetusti e privi di forza creativa, ma preferisce dedicarsi alla rappresentazione di quello che lo circonda, ponendo grande attenzione alla vita così come si svolgeva nella sua cruda tensione storica, anche se il pittore cercherà sempre di coglierne gli aspetti più poetici. Ad ogni modo, come per ogni buon artista ottocentesco che si rispetti, non poteva mancare il viaggio in Italia, sede di grandi capolavori e di elevazione artistica. Negli anni tra il 1856 e il 1860, dunque, in compagnia di un altro grande e visionario pittore, Gustave Moreau, visita Napoli, Roma, Firenze nonché Pisa e a Siena.
Se l'Italia è indubbiamente fonte di profonde riflessioni artistiche, di approfondimento e di influenza sulla sensibilità pittorica, Degas è anche alla ricerca di elementi "altri" che non rientrino nell'ormai (stanca?) tradizione occidentale. Si interessa dunque (un po' sulla scia della moda del tempo), alle giapponeserie e in particolare al prodotto più tipico di quella scuola figurativa: le stampe. Questa nuove e originali prospettive dell'illustrazione orientale gli infondono la convinzione che si possa utilizzare il linguaggio figurativo in maniera diversa, in modo meno convenzionale e slegato dalla tradizione occidentale e poi fatalmente "accademica" della prospettiva e del "giusto" modo di disporre oggetti e figure.
Inoltre, non bisogna dimenticare che quelli sono gli anni in cui esplode come un fulmine a ciel sereno una nuova invenzione tecnica destinata a rivoluzionare la stessa concezione dell'arte pittorica, ossia la fotografia. Da quest'ultimo ritrovato, dallo studio degli esiti che l'immagine della realtà sortisce dopo essere stata filtrata dall'obbiettivo, Degas ricava il proposito di trasferire sulla tela parte di quella nuova concezione, cercando insomma di cogliere anch'egli quegli istanti della realtà labili e difficili da cogliere, tale da apparire, ad un primo sguardo come istantanee casuali, soprattutto nella disposizione spaziale. I suoi quadri, insomma, assumono inquadrature fotografiche. Tipici in questo senso, rimangono i dipinti "Orchestra all'Opera" (del 1869)
Orchestra all'Opera
e "Luci della ribalta" (1876-77); infine, sempre per ciò che riguarda la fotografia, fondamentale è il contributo di questo mezzo nei suoi studi sui cavalli in corsa, cui l'artista lavorò a partire dal 1861.
Foyer Tre danzatrici
Non stupisca l'interesse di Dergas per i cavalli, oltre che per le ben più celebri ballerine (la rappresentazione poetica delle quali è il vero motivo di gloria di Degas presso il pubblico). Infatti, il movimento del cavallo, nella sua sostanziale enigmaticità (prima dell'avvento della macchina fotografica), rappresentava una possibilità di studio interessantissima ed inesauribile per cogliere la varietà di pose di un corpo in azione.
Falsa partenza
In quegli stessi anni, inoltre, conosce Edgard Manet, il geniale sovvertitore delle buone "usanze" visive della borghesia che, dopo averlo incoraggiato a coltivare il suo interesse per la realtà contemporanea, lo introduce in quel gruppo di giovani artisti che più tardi sarebbero diventati famosi come Impressionisti.
L'appartenenza a una classe sociale più elevata porta però Degas e Manet a sviluppare interessi e abitudini diverse da quelle degli altri impressionisti, i quali amavano dipingere all'aperto, prediligendo i paesaggi e una vita legata alla "bohème". I due artisti, infatti, amavano le corse dei cavalli e condividevano la passione per la musica, cosa che li porta a frequentare i teatri. Proprio in quegli anni, appunto, Degas affronta spesso soggetti teatrali e musicali, anche se talvolta non disdegna certo il paesaggio. "La lezione di danza", terminata nel 1875, è il primo dipinto di grandi dimensioni dedicato alle ballerine. La sua pittura è fatta di interni, di luci artificiali, di studi sul movimento. Una sua dichiarazione del pittore ci tramanda queste parole: "La pittura è innanzitutto un prodotto dell'immaginazione, non deve mai essere una copia. L'aria che si vede nei quadri non è respirabile"
E, a proposito dei nudi di Degas, J.K. Haysmans, nel 1889, scriveva: "...Non è più la carne piatta e liscia, sempre nuda delle dee,...ma è proprio carne svestita, reale, viva, carne toccata dalle abluzioni e la sua fredda grana sta per sciogliersi."
Nel'83 la morte dell'amico Manet lo colpisce profondamente l'artista che si ritirò in un progressivo isolamento. Inoltre, il progressivo indebolimento della vista provocò gioco forza un arresto sostanziale della sua produzione.
Da segnalare che l''unica esposizione personale organizzata da Degas risale al 1892, nella quale vi presentò ventisei "paesaggi immaginari" che sottolineano in questa specificità la differenza rispetto ai colleghi impressionisti. Edgard Degas muore nella città natale, ormai completamente cieco, all'età di ottantatre anni.
L'Artista
Degas è oggi universalmente riconosciuto come il grande Maestro delle figure in movimento, un abilissimo disegnatore e un grande innovatore nell'arte del ritratto. Le sue opere sono oggi celebrate per la impareggiabile tecnica e originalità della composizione. Anche se alcuni critici dell'epoca riconobbero ben presto le qualità artistiche di questo "bizzarro" giovane, il vero e proprio successo gli fu tributato negli ultimi anni della sua vita e, definitivamente, dopo la sua morte. Questo tardivo riconoscimento lo si deve principalmente al fatto che Degas, schivo com'era, espose pochissimo le sue Opere. Basti pensare che l'unica mostra personale la realizzò nel 1893, quasi sessantenne, con la presentazione di una trentina di paesaggi a pastelli. Fra il 1865 e il 1870 egli espose uno o due quadri ogni anno al Salon e partecipò a sette delle otto mostre del gruppo impressionista.
La produzione artistica di Degas fu copiosissima, molti suoi lavori rimasero incompiuti e sono innumerevoli i suoi disegni, schizzi e abbozzi che egli tracciava dal vivo, per poi realizzarne in studio la versione definitiva. Fin da giovane, frequentando il Louvre e i grandi musei, specialmente italiani, Degas fu attratto dalle opere di Poussin, Velazquez, Goya, David, Ingres, del quale ultimo, fu sempre un fervente ammiratore, e dei Quattrocentisti italiani.
Pur essendo storicamente inquadrato fra gli Impressionisti, Degas non può essere considerato un Impressionista, in quanto percorse strade totalmente diverse dal nuovo gruppo. Quello che aveva in comune con il nuovo movimento era l'anelito al rinnovamento della espressione artistica protratta verso il modernismo. A differenza degli impressionisti, Degas mai volle discostarsi totalmente dal passato e il suo impegno artistico fu sempre rivolto a mediare il "vecchio"e il "nuovo". Famosa, a tal proposito, la sua frase : "Ah! Giotto! Lasciami vedere Parigi, e tu, Parigi, lasciami vedere Giotto." Degas amava definirsi un "realista", tanto è che, in occasione dell'ottava mostra degli impressionisti, realizzata nel 1886, egli pretese che la stessa fosse presentata come una "esposizione di un gruppo di artisti indipendenti, realisti e impressionisti". Ma vediamo di accompagnare il percorso artistico di Degas nel suo evolversi. All'età di diciannove anni è allievo di Barrias e frequenta assiduamente il Louvre e il "Cabinet des Estampes" della "Bibliothèque Nationale", copiando le opere dei grandi maestri del passato. La frequenza dello studio di Barrias è però di breve durata. Fu quindi discepolo di Louis Lamothe, allievo, a sua volta, di Ingres. Ed è proprio attraverso Lamothe che Degas conobbe Ingres, divenendo un suo fervente ammiratore. Per l'influenza , sia pure indiretta, che Ingres eserciò su di lui, Degas fu sempre un convinto assertore che il disegno, con "linee ampie e continue", deve essere alla base di ogni composizione artistica. Ma il fascino che esercitarono su di lui sia Ingres come gli altri grandi Maestri del passato, non impedirono a Degas di cercare con ostinato impegno un nuovo cammino. Il mondo fluisce, si rinnova e lui è attratto da questa nuova realtà. Sin daí suoi primi ritratti si nota la presenza del rapporto fra "passato" e "presente", che lo accompagnerà sempre in tutta la sua attività futura. A differenza degli Impressionisti, Degas non amava lavorare "en plen air", preferendo decisamente la luce artificiale degli interni, che gli dava una maggiore libertà e la possibilità di manipolare i soggetti e modificarne a suo piacimento la "posa", nella quale nulla , secondo quanto diceva egli stesso, doveva essere lasciato al caso. Anche i soggetti in esterni, quali le corse dei cavalli, i fantini, le scene di caccia e, persino, i paesaggi, pur studiati "in loco" nei minimi dettagli mediante schizzi e appunti, erano poi rielaborati nel suo studio. Abbiamo detto che Degas si considerava un "realista", ma questo suo approccio con la realtà è piuttosto freddo, studiato e meditato. Mentre Manet amava lavorare d'istinto, "fare di getto ciò che si vede", come lui stesso diceva, Degas, al contrario, mettendo sempre in discussione il suo lavoro, sosteneva: "Io non so nulla dell'ispirazione,della spontaneità, del temperamento, quel che faccio è il risultato della riflessione e dello studio dei grandi maestri".
Sembra strano che lui, che nell'intera sua vita non ebbe alcun rapporto, almeno importante, con le donne, abbia scelto proprio la donna come uno dei temi principali della sua opera. Ma la donna di Degas , le sue "ballerine", le sue "donne facendo toletta", le sue "stiratrici", le sue "lavandaie", sono figure femminili totalmente dissacrate, per nulla romantiche, oggetto di scrupoloso, quasi ossessivo, studio dei loro movimenti professionali o della loro più intima attività quotidiana.
Le "ballerine" e "le donne facendo toletta" sembrano lavori fatti in sequenza cinematografica, affascinanti per i tagli altamente innovativi, per le impaginazioni decentrate, per le inconsuete angolazioni: evidente , in tal senso, l'influenza dell' "orientalismo", allora di gran moda, e delle stampe giapponesi, di cui Degas era un appassionato collezionatore. Degas si distingue anche per il finissimo tratto del disegno e per la magistrale interpretazione della luce.
Ma Degas non vuole sorprenderci e impressionarci: il suo è un racconto senza trama. La situazione che ci mostra, sia essa l'evoluzione della ballerina o il gesto della stiratrice che preme sul ferro, è di per se stessa , e semplicemente, il momento estetico fissato sulla tela, la sua armonica rappresentazione. Ma quanto lavoro, quante prove per rappresentare quello che sembra essere un semplice gesto colto in una fortuita visione istantanea! Degas , a tal proposito, annotava: "Bisogna rifare dieci volte, cento volte lo stesso soggetto. Nulla in arte deve sembrare casuale, nemmeno il movimento."
Prima di scorrere, insieme, i più importanti dati cronologici della sua vita e delle sue opere, chiudiamo queste annotazioni su Degas Artista, trascrivendo alcuni giudizi critici dei suoi contemporanei.
" Sinora è la persona che ho visto cogliere meglio, nella traduzione della vita moderna, l'anima di questa vita" (E. de Goncourt, Journal, 13 febbraio 1874)
Nel 1876, Edmond Duranty, in occasione della seconda mostra degli impressionisti, scriveva su Degas: "Così la serie delle nuove idee si è formata soprattutto nella mente di un disegnatore, uno dei nostri, uno di coloro che espongono in queste sale, un uomo dotato del più raro talento e della più rara intelligenza. Parecchia gente há approfittato delle sue concezioni e del suo disinteresse artistico, ed è tempo che gli sia resa giustizia e si conosca la fonte a cui tanti pittori hanno attinto, pittori che si guarderebbero bene dal rivelarla; purchè piacesse ancora a questo artista esplicare le sue facoltà da prodigio, da filantropo dell'arte, non da uomo d'affari come tanti altri."
G. Rivière, nel 1877, in occasione della terza mostra degli impressionisti, così scriveva circa l'opera di Degas: "Non cerca di far credere a un candore che non possiede; al contrario, la sua sapienza prodigiosa prorompe ovunque; la sua ingegnosità, così attraente e peculiare, dispone i personaggi nel modo più imprevisto e piacevole, restando sempre vera e naturale." E, sempre riferendosi a Degas, continua: "È un osservatore ; non cerca mai esagerazioni; l'effetto viene sempre raggiunto attraverso la realtà stessa, senza calcature. Questo fa di lui lo storico più prezioso delle scene che presenta."
E, a proposito dei nudi di Degas, J.K. Haysmans, nel 1889, scriveva: "...Non è più la carne piatta e liscia, sempre nuda delle dee,...ma è proprio carne svestita, reale, viva, carne tocca dalle abluzioni e la sua fredda grana sta per sciogliersi." Fra le annotazioni dello stesso Degas sul suo lavoro, ricordiamone alcune fra le più famose: "Felice me, che non ho trovato il mio stile, cosa che mi farebbe imbestialire!" "La pittura non è molto difficile, quando non si sa...Ma se la si conosce...oh! allora!....È tutta un'altra cosa."
Circa i suoi "nudi femminili", Degas annotava: "....la bestia umana che si occupa di se stessa, una gatta che si lecca. Finora il nudo è stato sempre presentaro in pose che presupponevano un pubblico; invece le mie donne sono gente semplice, onesta che non si occupa d'altro che della propria cura fisica."
DEGAS DISEGNò E DIPINSE soltanto raramente dal vero, al contrrio
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