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FOTO PRESENTI 6 |
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Ranzoni Daniele
RANZONI, DANIELE RITRATTO DELLA PRINCIPESSA ANTONIETTA
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Ranzoni Daniele
RANZONI DANIELE GIOVINETTA INGLESE (
1886)di Daniele Ranzoni
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Ranzoni Daniele
RANZONI,DANIELE VEDUTA DEL LAGO MAGGIORE
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Ranzoni Daniele
RANZONI, DANIELE GIOVANE DONNA AL BALCONE.
Olio su cartone appl. Su tavola, 43x33 cm.
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Ranzoni Daniele
RANZONI DANIELE RITRATTO DELLA CONTESSA ARRIVABENE
(1880)
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Ranzoni Daniele
RANZONI DANIELE RITRATTO DI RICHARD ARTUR SURTEES
(1878)
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L’arte del Ranzoni Fin dai primi tempi il Ranzoni si stacca dall’accademismo bertiano per introdurre nella figura il rinnovamento apportato dal Fontanesi nel paesaggio: ricerche di tono, variazioni di stati d’animo che i compagni notano stupefatti già nella realizzazione del saggio finale alla scuola del Bertini. Non si deve sottovalutare la carica di nuovo ed eterno che emana dalle opere del Piccio. Se sia stato prima Cremona o Ranzoni a percepire il messaggio artistico è difficile da capire. Si suole pensare che il primo, probabilmente il Cremona, sia stato poi aiutato dall’altro a decifrarlo ed a svilupparlo. È, però, incontestabile che la spiritualità ranzoniana sia più intima ed alta, come la capacità di non dissolvere la solidità del soggetto nella libertà della pennellata sfatta e sfocata. Cremona ha, indubbiamente, cultura più vasta e maggior fortuna; Ranzoni un’intuizione più pronta. Stefania Colombo
Ranzoni, Daniele (Intra (Novara) 1843-89). Di origini modeste, R rivela una precoce inclinazione per il disegno che gli vale l’ammissione, a soli tredici anni, all’Accademia di Brera di Milano. Consegue il primo premio alla Scuola d’ornato nel 1857 e conosce Mosè Bianchi, Tranquillo Cremona e Medardo Rosso. Per volontà delle famiglie di Intra che lo mantengono agli studi, conclude la Scuola d’ornato all’Accademia Albertina di Torino (1859-60). Qui, grazie al marchese di Brème è accolto come «pensionario» del collegio Caccia di Novara, con una borsa di studio annuale e l’autorizzazione a proseguire gli studi a Brera (1860-63). Nel 1864, per volere degli amministratori del collegio, è iscritto all’Accademia Albertina, ma alla fine dell’anno la revoca del pensionamento lo costringe a interrompere gli studi e a rientrare a Intra. Qui, iniziano i suoi rapporti con l’aristocrazia internazionale che frequenta il lago, in particolare con i principi Troubetzkoy. Tra il 1867 e il 1868 R fonda con il fotografo-pittore Giacomo Imperatori, il Circolo dell’Armonia, che raccoglie artisti e intellettuali vicini alla scapigliatura. Nello stesso 1868 rientra a Milano deciso ad arruolarsi nelle file garibaldine, ma Cremona lo dissuade e inizia quel sodalizio tra i due artisti destinato a durare sino al 1873. Li accomuna l’interesse per la creazione di un linguaggio basato su ricerche di pennellata e di cromatismo, in cui la luce diviene protagonista del dipinto. Cremona svolge un ruolo significativo accostando R alla visione di Rembrandt e al colorismo veneziano del Cinquecento; percontro, a contatto con R la pittura di Cremona si fa piú sfumata e sensibile alle vibrazioni luminose. Non pare ancora chiarita la possibile influenza sugli esiti ranzoniani del paesaggismo di Fontanesi, mentre indiscutibile appare il richiamo al Piccio. Nel 1872, R diviene socio dell’appena costituita Famiglia Artistica milanese, creata da Vespasiano Bignami. In quello stesso anno, R perde il padre e trova sostegno economico e amicizia presso i Troubetzkoy e si stabilisce a Villa Ada. La prodigalità dei suoi ospiti gli consente di invitare liberamente gli amici scapigliati ed egli tiene uno studio con Cremona. Tra le opere di questo periodo spiccano il Ritratto del principe Pietro Troubetzkoy (coll. priv.), che ne rivela le capacità di introspezione psicologica e il celebre I tre ragazzi Troubetzkoy col cane (1874: Milano, gam) presentato all’esposizione di Brera del 1874. Gli stretti contatti che R intrattiene con l’ambiente aristocratico e cosmopolita delle dimore sul lago, giustificano il progressivo abbandono delle mostre ufficiali. Nel 1877 si trasferisce in Inghilterra, dove grazie all’appoggio delle famiglie Medlicott e Paget, R viene lanciato come society portrait della nobiltà terriera, la gentry, facoltosa nei mezzi ed elegante per stile di vita, ma poco aperta alle novità culturali. Rientrato per breve tempo in Italia nel 1878, probabilmente per i funerali di Cremona, decide di interrompere definitivamente il soggiorno inglese nel 1879 a causa del rifiuto dei suoi ritratti all’esposizione annuale della ra. Al rientro in Italia si apre una stagione di intensa creatività, con esiti di grande finezza, quali il Ritratto della signora Pisani Dossi (1880: coll. priv.) e il Ritratto della contessa Arrivabene (1880: Milano, gam), capolavoro della ritrattistica ranzoniana e ottocentesca. Nel 1885 si manifestano i sintomi di una grave malattia mentale, destinata a peggiorare progressivamente. Nei primi mesi del 1886 è ospite dei Saint-Léger, nella loro proprietà delle isole di Brissago e vi esegue opere ricche di suggestioni interiori come il paesaggio Ascona vista dalle isole Saint-Léger (1886: coll. priv.) e La principessa di Saint-Léger sulla sedia a sdraio (1886: Milano, gam, raccolta Grassi). Dopo il ritorno a Intra e una sosta a Miazzina, muore in solitudine nel 1889: Vittore Grubicy, che lo aveva inserito nel 1888 nella sua Italian Exhibition di Londra, organizza la grande retrospettiva alla Permanente di Milano nel 1890.
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