.Allievo inizialmente a Ferrara del padre Antonio, restauratore e copista di pittura antica, dimostra subito un eccezionale talento, come mostra il suo autoritratto dipinto a soli 16 anni
Nel 1862 si trasferisce a Firenze e frequenta all'Accademia i corsi di Pollastrini e di Ussi. Al Caffè Michelangelo incontra i pittori macchiaioli, e diviene amico di Michele Gordigiani, la cui importanza non va sottovalutata quando si considerano i primi piccoli e famosi ritratti della famiglia Banti, di Diego Martelli e dei suoi amici pittori, nonché di alcuni personaggi del circolo di Martelli. Oltre al Gordigiani, Boldini si legò subito a Signorini e a Cristiano Banti, nelle ville del quale trovò un ambiente agiato ed elegante congeniale alle sue più profonde inclinazioni.
Il rapporto con i Macchiaioli irrobustì il suo colorito rendendolo però più vivace della normale tavolozza di quei pittori, e lo spinse verso il realismo e a tentare la pittura di paesaggi dal vero. Se ne vedono i risultati nei dipinti murali, oggi staccati, della Villa cosiddetta La Falconiera, che Boldini eseguì per Walter Falconer fra il 1866 e il 1870. Lo stesso Falconer, che Boldini aveva conosciuto a Firenze frequentando l'elegante ambiente cosmopolita del Caffè Doney, lo invitò nel 1867 a Parigi per visitare l'esposizione Universale, e a Parigi Boldini poté ammirare le opere di Courbet e di Manet, e conobbe Degas, del quale rimase per sempre amico.
Nel 1870 compie un viaggio a Londra, dove ospitato da P. Cornovallis-West, un inglese mecenate di artisti, anch'esso conosciuto a Firenze al Caffè Doney. Dopo un breve rientro in Toscana, nel 1871 si trasferisce definitivamente a Parigi.
Giovanni Boldini entrò presto in contatto con la Maison Goupil, per la quale lavoravano già, all'epoca, diversi artisti italiani, tra i quali Giuseppe de Nittis.A differenza di quest'ultimo, però, il pittore ferrarese non firmò mai un Contratto in esclusiva con il mercante parigino, benché il suo nome compaia nei registri della società fin dal 1872.Ambizioso, caparbio ed individualista, Bolidi nella capitale francese non prese parte ad alcuna esperienza collettiva, conservando la propria indipendenza rispetto a qualsiasi scuola o movimento d'avanguardia.
Egli ottenne i primi successi, e una quotazione pubblica di tutto rispetto, compiacendo 1e richieste di Goupil con scene galanti in costume settecentesco, vedute urbane e soggetti di genere, condotti con pennellata sciolta e brillanti cromatismi.
Le commissioni della ditta francese garantirono dunque a Boldini, nei primi anni parigini, la sicurezza economica e la rinomanza nei salotti dell'alta società. Successivamente pero, a partire dagli anni ottanta, egli seppe approfittare della crisi del mercato dell'arte, che indusse Goupil stesso ad acquistare con minor frequenza le opere degli italiani per aprirsi nuovi spazi e per tornare a dedicarsi al ritratto, genere a lui da sempre congeniale.
il suo impegno si concentrò sulla ricerca di intensità espressiva e di dinamismo, anche a scapito della definizione del soggetto, ed egli sviluppò allora quella pennellata allungata e veloce che divenne nel tempo la sua cifra stilistica.lnoltre, per quanto il suo percorso fosse singolare ed autonomo, estremamente fecondo fu, per un artista ricettivo come Boldini a confronto con i contemporanei esempi di Manet e di Degas, di Whistler e Tissots oltre che con la ritrattistica di Franz Hals e di Velasquez.
Dunque il suo talento, le sue doti di osservazione e di analisi introspettiva ma ancor più l'eleganza e la piacevolezza delle sue composizioni, lo segnalarono presto all'attenzione del bel mondo, di cui egli divenne indiscutibilmente il ritrattista mondano per eccellenza, considerato persino anticipatore delle tendenze del gusto.A ciò si deve, d'altra parte, non solo la notorietà internazionale dell'artista, ma anche l'immagine, datata e riduttiva, che fa di Boldini il pittore della belle époque, interprete della vanità di una società raffinata ed effimera, chic e alla moda.
Aveva nel frattempo cominciato ad affermarsi come ritrattista dell'alta società, ed in Francia sempre più si specializza in questo campo e in scene di genere, anche in costume alla Fortuny, o in vedute parigine nel gusto di De Nittis, indirizzato verso questi temi da un vantaggioso contratto subito stabilito con il famoso mercante d'arte Goupil.
Nel 1876 visita l'Olanda, dove scopre i ritratti e i dipinti di Frans Haes che lo spingono verso una pittura veloce e virtuosistica, sempre più lontana dalla semplicità realistica dei Macchiaioli. Divenuto il ritrattista per antonomasia della società elegante e mondana di Parigi, Boldini il vero pittore alla moda della belle époque, della quale ci ha lasciato l'immagine più viva nei suoi aspetti di esteriore e sofisticata raffinatezza. Il suo stile sempre insidiato dal pericolo di divenire una sorta di cifra fine a se stessa e priva di autentico sentimento, raggiunge per talvolta una straordinaria vivacità nel tocco velocissimo delle pennellate magistrali e vorticose. Ormai divenuto pittore francese, più di qualsiasi altro parigino, ammirato, imitato, coperto di onori, di successo e di guadagni, Boldini niente più ha da spartire con quella poetica macchiaola che pure aveva sfiorato negli anni giovanili.
Morirà quasi novantenne a Parigi, dove due anni prima aveva sposato la giornalista italiana Emilia Cardona.
I nudi di Boldini