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“Luce+Velocità+Rumore”, di Gino Severini
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FOTO PRESENTI 5
 
Severini Gino Luce+Velocità+Rumore
“Luce+Velocità+Rumore”, di Gino Severini
SEVERINI GINO LUCE+VELOCITà+RUMORE
"è uno spettacolare saggio di ricerca pittorica intorno al tema-tormentone istigato dal leader del Futurismo Marinetti sull’evocazione del panorama simultaneo della metropoli moderna, l’unica e vera fonte d’ispirazione per l’artista del nuovo secolo. Severini trapassa completamente lo scrupolo figurativo-descrittivo per varcare la soglia dell’astrattismo. E l’opera appare come un caleidoscopio dinamico di colori e forme geometriche che evocano con ritmo vertiginoso la visione simultanea di Parigi, città moderna per eccellenza - non a caso Severini la sceglierà come sue seconda patria, ci vivrà dal 1906 al ’13 e dal ’14 agli anni Trenta, e spingerà gli illustri colleghi Boccioni e Carrà a lasciarsi sedurre dal crogiolo di fermenti sperimentali che ribollivano nel capitale francese.
Severini  Gino
“Luce+Velocità+Rumore”, di Gino Severini
SEVERINI GINO "DANSE DE L'OURS", (1912)
Severini Gino Paesaggio Urbano
“Luce+Velocità+Rumore”, di Gino Severini
SEVERINI GINO PAESAGGIO URBANO
" (Omaggio ad Apollinaire)", (1912-1913)
Severini Gino
“Luce+Velocità+Rumore”, di Gino Severini
SEVERINI GINO "TERRAZZA A UN CAFFè DI MONTMARTRE",
(1913)
Severini Gino
“Luce+Velocità+Rumore”, di Gino Severini
SEVERINI GINO "NOTTURNO IN VIA DI PORTA PINCIANA",
(1903)
   
era sparito da quando Severini lo  aveva portato in America nel 1915 a Los  Angeles, per la grande mostra collettiva sul F-uturismo la mitica Panama-Pacific International Exposition, che lanciò di fatto l’avanguardia di Marinetti in terra d’oltreoceano     Si tratta di "Luce+Velocità+Rumore. Interpenetrazione simultanea", olio su tela di 80 centimetri per un metro, eseguito da Severini nel 1913 a Pienza, in Toscana, dove si era trasferito momentaneamente da Parigi con la giovanissima moglie Jeanne Fort ospite in casa dei genitori. Opera che può essere finalmente ammirata all’Auditorium di Roma nella piccola grande mostra di una decina di opere in maggior parte inediti "La città futurista di Gino Severini", aperta fino al 5 giugno sotto la cura minuziosa e attenta di Daniela Fonti, che nell’88 ha pubblicato il catalogo ragionato dell’opera di Gino Severini, e che è l’autrice dell’eccezionale ritrovamento.



Gino Severini  (1883-1966)
Gino Severini nasce il 7 aprile 1883 a Cortona. Studia alla Scuola Tecnica di Cortona fino al 1899, anno in cui si trasferisce a Roma. Qui frequenta corsi d'arte a Villa Medici e verso il 1901i incontra Umberto Boccioni. I due artisti visitano Giacomo Balla nel suo studio e vengono da lui introdotti alla pittura divisionista, nella quale il colore è "diviso" piuttosto che mischiato. Nel novembre del 1906 Severini si stabilisce a Parigi, dove studia la pittura impressionista e conosce il neoimpressionista Paul Signac. Ben presto Severini entra in contatto con gli esponenti dell'avanguardia parigina, tra i quali Amedeo Modigliani, Juan Gris, Georges Braque e Pablo Picasso, Lugné-Poë e la sua cerchia nell'ambiente teatrale, i poeti Max Jacob, Guillaume Apollinaire e Paul Fort e lo scrittore Jules Romains. Sollecitato da Filippo Tommaso Marinetti e Boccioni, Severini aderisce al movimento futurista e firma il Manifesto Tecnico della Pittura Futurista dell'aprile 1910 con Balla, Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo. A differenza degli altri futuristi, Severini è poco attratto dal tema della macchina e più spesso sceglie figure di danzatori per esprimere le teorie futuriste del dinamismo nell'arte. Severini partecipa all'organizzazione della prima mostra futurista a Parigi, che si tiene nel febbraio del 1912 alla Galerie Bernheim-Jeune, ed è presente alle successive mostre futuriste in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1913 sue personali sono allestite alla Marlborough Gallery di Londra e alla galleria Der Sturm di Berlino. Per tutto il periodo futurista Severini ha un'importante funzione di collegamento tra gli artisti in Francia e in Italia. Severini conclude la sua vera esperienza futurista con una serie di dipinti sulla guerra; le sue opere successive sono ispirate al cubismo sintetico. Intorno al 1920 applica teorie di equilibrio classico, basate sulla sezione aurea, a soggetti figurativi tratti dalla Commedia dell'Arte. Dopo il 1920 l'artista divide il suo tempo tra Parigi e Roma. Studia le tecniche dell'affresco e del mosaico e negli anni '20 esegue pitture murali polimateriche in Svizzera, Francia e Italia. Negli anni '50 ritorna ai temi del suo periodo futurista: danzatori, luce, movimento. Durante l'intero arco della sua carriera Severini pubblica importanti saggi teorici e libri su argomenti d'arte. Muore a Parigi il 26 febbraio 1966. Lucy Flint Gohlke





 
 
 

 


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