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FOTO PRESENTI 12 |
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO IL MARINAIO FRANCESE
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO NATURA MORTA CON CAPRICCIO DI GOYA.JPG
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO NATURA MORTA CON MELANZANE E SGOMBRI.JPG
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO NATURA MORTA E VIOLE
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO RAGAZZO SULLA SPIAGGIA
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO RUES DES VOLONTARIES
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO VENEZIA
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO NATURA MORTA CON POMODORI
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO PLAGE AUX éCREVISSES,
Filippo De Pisis
1928
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Filippo De Pisis
DE PISIS:FILIPPO NATURA MORTA,
olio su cartone, cm 49,8x59, Modena, collezione privata
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Filippo De Pisis
DE PISIS FILIPPO PESCI
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Brescia - Il bello nel povero. Il fascino nel dramma. La grazia di semplici oggetti immortalati come protagonisti di una sublime natura morta. Al posto di mele e arance, ecco conchiglie svuotate, pesci marci abbandonati su un pezzo di carta oleosa, fiori recisi, ortaggi e crostacei lasciati in primo piano sulla spianata desertica di un paesaggio marino, funghi disposti caso su un tavolo. Eppure, questo piccolo mondo di banalità quotidiane appare raccontato con una pittura delicata, concitata e frenetica nel tratteggio, con tocchi di colore nervoso e virgolato, ma giocato tutto sulla raffinatezza di chiarori e riverberi. La pittura si fa lirica, il segno pura poesia. Perché poeta lo era veramente, Filippo De Pisis, il grande artista ferrarese (1896-1956), cresciuto all’insegna dell’euforia metafisica di Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e Carlo Carrà, conosciuti all’ospedale militare della città durante la prima guerra mondiale, e maturato, come pittore e letterato, alla Scuola di Parigi, dove si stabilì dal ’24, suggestionato dalla forza espressiva di Soutine e Braque.
De Pisis (Tibertelli) Filippo Ferrara, 1896 - Brugherio (Milano), 1956 Mentre compiva gli studi classici cominciò a disegnare sotto la guida del Domenichini e del Longanesi. Laureatosi in lettere, insegnò per qualche tempo. Nel '25 si trasferì a Parigi, dove acquistò solida fama anche come poeta. Se vogliamo riferirlo alla tradizione nostrana vengono in mente Magnasco e Guardi, specialmente Guardi. Agli inizi interpreta a modo suo la pittura di De Chirico e di Carrà, rendendola effervescente. Tra il '24 e il '27 realizza le nature morte marine, "dove la lezione di Manet è visibile anche nella scelta della tavolozza, nell'uso delle lacche rosse, affondate nella dolcezza delle terre gialle o bruciate, degli accordi sui complementari giallo-oro e blu di Prussia e l'infinita scala dei verdi accordata coi rossi
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