Parigino d'adozione, italiano per nascita e formazione artistica, Federico Zandomeneghi è tra i pochi artisti italiani che parteciparono alla fervente vita parigina di fine Ottocento. Nato a Venezia nel 1841, Federico, convinto patriota, dopo gli studi d'arte a Venezia, partecipò attivamente alla vita politica italiana, arruolandosi molto giovane con Garibaldi. Stabilitosi a Firenze, con numerosi viaggi nella sua Venezia, risentì profondamente della compagine artistica legata alla cultura pittorica macchiaiola: Signorini, Fattori, Lega, Banti, Borrani, Sernesi, il veronese Cabianca e gli altri frequentatori del Caffè Michelangelo gli furono compagni, nelle esperienze d'arte e di vita. Nel 1874, anno di nascita dell'Impressionismo presso il Caffè Nadar, senza un particolare progetto Zandomeneghi partì per la capitale francese. Il soggiorno si prolungò tutta la vita ed egli entrò a far parte del gruppo degli impressionisti. Legato da profonda amicizia al pittore Edgar Degas, raccolse nella sua esperienza artistica l'influenza dell'amico, ma anche dei neo-impressionisti Signac e Seraut. Dipinse i soggetti tipici del movimento, ma la sua fama si legò profondamente alla maestria nel ritratto e nelle scene di vita mondana. Dame dai cappellini e dai vestiti alla moda lo legarono all'arte dell'amico Pierre-Auguste Renoir.
La mostra, organizzata dalla Fondazione Mazzotta, è un'ampia antologica del pittore. Edmondo Sacerdoti - massimo collezionista di Zandomeneghi - e Tulliola Sparagni, curatori dell'evento, ripercorrono le tappe salienti dell'opera, rendendo ragione di diverse letture critiche. Da una parte si considera Zandomeneghi un artista esclusivamente italiano, ponte artistico tra Venezia e i Macchiaioli prima e tra questi ultimi e gli impressionisti poi; dall'altra, invece, egli rientra nel capitolo considerato come “impressionismo italiano”, con la sua forte appartenenza a detta cultura, senza smentire le radici veneziane.
Biografia Federico Zandomeneghi