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FOTO PRESENTI 8 |
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS LA BATTAGLIA DELLE AMAZZONI
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO LA CATTURA DI SANSONE
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO IL CONSIGLIO DEGLI DEI
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO DEMOCRITO ED ERACLITO
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO HERO AND LEADER
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO IL MASSACRO DEGLI INNOCENTI
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO SANSONE E DALIDA
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Rubens: A Master in the Making
RUBENS PIETRO PAOLO THE FALL OF PHEATON
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Alla mostra “Rubens. Un Maestro nel creare” allestita fino al 15 gennaio alla National Gallery di Londra, la carriera giovanile dell’artista è illustrata attraverso le tappe del suo percorso, che fu sì nello spazio, ma anche e soprattutto un percorso interiore.
Si va dai non eccelsi esordi ad Anversa (non tutti i grandi maestri si riconoscono appena prendono in mano la tavolozza) passando per l’esperienza italiana (prima Venezia, poi Mantova, Firenze e Roma) fino al ritorno in patria, in grande stile, nel 1608: nel giro di tre anni gli viene affidata l’esecuzione di due trittici monumentali rappresentanti la Salita e la Discesa dalla Croce, che oggi si trovano entrambi nella Cattedrale di Anversa. Da allora inizia il suo successo straordinario che lo porterà a diventare il pittore più ricercato dell’epoca, così ricco da farsi costruire un palazzo in stile italiano e da raccogliere una collezione degna di un principe.
Rubens (1577-1640) fu un instancabile copista e osservando la sua pittura si potrebbe dire che si sia impossessato di un po’ di Michelangelo, di Raffaello e Tiziano per rielaborare i loro stili in una sintesi con quello tedesco dei paesaggi fantastici di Altdorfer e di Elsheimer e quello fiammingo degli a lui contemporanei ritrattisti olandesi.
Questa ricchezza di suggestioni connota fortemente la sua pittura e gli consentì una varietà della rappresentazione mai raggiunta neanche da Tiziano (la cui impronta indelebile aveva lasciato il segno in ogni stile pittorico): dalle storie sacre a quelle profane, dal ritratto al paesaggio, dall’allegoria alla pittura storica, questa sua versatilità fu senz’altro aiutata dall’impressionante produttività che seppe raggiungere, grazie anche a un’operosa bottega (i cui interventi sono tra l’altro difficili da individuare per gli studiosi). Scorrendo il catalogo della sua opera completa si rimane esterrefatti: il numero dei dipinti a lui attribuiti si aggira attorno al migliaio, a occhio e croce una cifra insuperata da qualunque pittore antico. In questo caso sembrerebbe smentita l’idea corrente che qualità e quantità siano inversamente proporzionali.
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