David Alfaro Siqueiros,
Diego Rivera,
José Clemente Orozco sono i “tre grandi” del muralismo messicano. I loro temi, trattati in forme diverse e con interpretazioni soggettive, sono essenzialmente ispirati alla storia del Messico, con particolare enfasi nei confronti della Rivoluzione e del Messico contemporaneo. Si trattava di una pittura critica della realtà nazionale, che esprimeva l’ideologia dei suoi creatori e serviva contemporaneamente come mezzo di comunicazione e strumento didattico per buona parte dei messicani che continuavano ad essere analfabeti. Altri pittori che si dedicarono al muralismo in quell’epoca furono Fernando Leal e Agustín lazo.
Oltre alle opere degli artisti citati, sul piano di una espressione figurativa esplicitamente impegnata va sicuramente posto il movimento sorto nel 1937 attorno al Taller de gráfica popular, che svolse un’intensa attività nel campo dell’incisione, posta al servizio delle forze di sinistra impegnate nelle più importanti battaglie democratiche di quegli anni.
Tra gli altri artisti di rilievo, che hanno operato al di fuori del realismo d’impegno sociale, ma che hanno tuttavia aggiornato la loro pittura alla luce della lezione moderna dell’arte europea sono Rufino Tamayo, José Chavez Morado, José Luis Cuevas, scultore oltreché pittore, Alfredo Zalce.
Verso gli anni Cinquanta la pittura murale messicana con i suoi contenuti nazionalistici iniziò a essere contestata da una generazione di giovani pittori che cercavano nuovi mezzi di espressione artistica, tendendo a ripercorrere, in particolare, il cammino di Rufino Tamayo. Questi, dopo essere stato fuori dal Messico in epoche differenti, aveva iniziato a sviluppare, in particolare durante la sua permanenza decennale a New York, uno stile personale che, pure con radici nel mondo indigeno messicano, era vicino all’avanguardia francese. Da Tamayo furono influenzati Carlos Mérida, Pedro Coronel, Juan Soriano e Günther Gerzso. I pittori della giovane generazione combatteva per una piena libertà di espressione artistica ed erano animati da un genuino impulso creativo alla ricerca di nuovi orizzonti: tra questi, Arnold Belkin e molti altri iniziarono in effetti a trovare originali vie espressive.
Nel 1954 morì la pittrice
Frida Kahlo, la cui arte introspettiva e in parte surrealista è stata rivalutata negli ultimi anni acquisendo grande riconoscimento internazionale. Un anno dopo morì María Izquierdo, un’altra pittrice il cui stile si era richiamato al folclore e ai modelli messicani.