NOVEMBRE
24
2024
Centro Europeo del Restauro di Firenze
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Fernand Leger - senza titolo Van Gogh Ritratto di Joseph Roulin Picasso Pablo  Donna che piange, 1937 Canaletto  il gran canale a Venezia ,1726 bonnard Pierre    La sala Melli Roberto    Interno esposto all'accademia Signac Paul  l'ora di pranzo Cesare Saccaggi, la Regina Semiramide, Lojacono Francesco Sotto il monte Pellegrino 1886
 
Nuova mostra


CARLO LEVI - IL VOLTO DEL NOVECENTO
CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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Funi Achille (1890 - 1972)
MONOGRAFIE » Artisti dalla A alla F

 
   
FOTO PRESENTI 6
 
Funi Achille Giovinetta (Margherita - La sorella),
Funi Achille (1890 - 1972)
FUNI ACHILLE GIOVINETTA (MARGHERITA - LA SORELLA),
A. Funi, 1913 Tecnica mista su cartone, 45 × 38,5 cm
Funi Achille Autoritratto con brocca blu,
Funi Achille (1890 - 1972)
FUNI ACHILLE AUTORITRATTO CON BROCCA BLU,
A. Funi, 1920 Olio su tavola, 39,5 x 36,5 cm Collezione privata
Funi Achille Chiavari
Funi Achille (1890 - 1972)
FUNI ACHILLE CHIAVARI
A. Funi, , 1924 Olio su tavola, 44 x 51 cm Collezione privata
Funi Achille Pescivendola (La figlia del pescatore),
Funi Achille (1890 - 1972)
FUNI ACHILLE PESCIVENDOLA (LA FIGLIA DEL PESCATORE),
Funi, 1927 Olio su tela, 90 x 70 cm Collezione privata
Funi Achille Nudo di donna con statua,
Funi Achille (1890 - 1972)
FUNI ACHILLE NUDO DI DONNA CON STATUA,
A. Funi, 1930 Olio su tela, 150 x 80 cm Collezione privata
Funi AchilleI l trionfo di Cesare,
Funi Achille (1890 - 1972)
FUNI ACHILLEI L TRIONFO DI CESARE,
A. Funi, 1940 Tecnica mista su cartone, 75 x 150 cm Collezione privata
   
Achille Funi 15 anni freqenta i corsi di figura plastica e decorazione alla Scuola municipale d'arte Dosso Dossi di Ferrara e segue gli insegnamenti privati di Nicola Laurenti. Nel 1906 si trasferisce a Milano e si iscrive ai corsi di C.Tallone all'Accademia di Brera fino al 1910.   Entra in amicizia con Carrà e Dudreville nella stagione futurista. Nel 1914 è tra i fondatori del gruppo 'Nuove Tendenze' ed espone alla mostra milanese presso la Famiglia Artistica. È in amicizia con Chiattone e Sant'Elia. Boccioni ne riconosce la salda pittura, capace di conferire 'emozione plastica' attraverso il colore. All'inizio della prima guerra mondiale si arruola tra i Volontari ciclisti. Nel 1916, motivato dal culto per la classicità e la mitologia, assume anche il nome di Achille. Nel 1919 è tra i fondtori dei Fasci di combattimento. La sua pittura è ancora debitrice alla scomposizione futurista e al cubismo sintetico. Nel 1920 firma con Dudreville, Russolo e Sironi il "Manifesto contro tutti i ritorni in pittura" cui però non si sentirà legato. Conosce Arturo Martini e insieme con lui e col pittore futurista Lucio Venna soggiorna a Rovenna sul lago di Como, grazie all'appoggio dell'industriale e poeta milanese Pietro Preda. Con Garbari e con Sironi e Martini espone tra i 'dissidenti' di Ca' Pesaro alla Galleria Geri Boralevi di Venezia. Rientrato a Milano, tiene la prima personale presso la Galleria delle mostre temporanee (poi 'Arte') di Milano. Del 1921 è il famoso dipinto 'La terra', con riferimento tizianesco e recupero della tradizione italiana e di uno stile 'neoclassico'. Nel 1922 espone alla 'Bottega di Poesia' e insieme con Bucci, Dudreville, Malerba, Marussig, Oppi, Sironi, fonda il Gruppo dei Sette Pittori del Novecento, appoggiato da Margherita Sarfatti e dal gallerista Lino Pesaro. Espone alla prima collettiva alla galleria Pesaro nel 1923 e partecipa alla Biennale di Venezia del 1924 nel gruppo dei 'Sei pittori di Novecento'. Nel 1925, F. Roh lo inserisce nel volume 'Nach Expressionismus - Magischer Realismus' edito a Lipsia e la Sarfatti gli dedica una piccola monografia. Funi resta nel sodalizio milanese anche dopo le dimissioni di Dudreville e Bucci e la defezione di Oppi (saranno sostituiti però da Tosi e Salietti): entra anzi nel comitato direttivo del 'Novecento Italiano' con l'incarico della promozione di mostre nazionali e all'estero. Partecipa alla prima mostra del Novecento alla Permanente con una 'Annunciazione' ed espone col gruppo alla Galleria Carminati di Parigi. Nel 1927 espone alla Galleria Scopinich e nel 1929 alla Seconda mostra milanese del Novecento. Nel '30 la Sarfatti lo inserisce nella sua 'Storia della pittura italiana'. All'inizio del quarto decennio, pur non trascurando la pittura da cavalletto (espone alla Galleria Milano nel 1930, alla Bottega d'arte di Livorno, allestisce una sala personale alla Biennale di Venezia del 1932, alla Galleria del Milione nel 1937 e 1940), principia un'intensa attivita di affrescatore grazie alla quale si afferma come il più significativo pittore murale di quegli anni accanto a Sironi. Nel 1930 prende le difese di Novecento ma ne abbandona in seguito il Direttivo. Esegue decorazioni murali per la IV Triennale di Monza alla Villa Reale. Nel 1931 espone come pittore milanese indipendente alla I Quadriennale di Roma. Nel 1932 si occupa dell'allestimento e delle decorazioni delle sale della Guerra e della Vittoria alla mostra romana della Rivoluzione fascista. Insieme a Campigli e Carrà sottoscrive il manifesto della pittura murale di Sironi. Nel 1933 realizza il murale 'Giochi atletici italiani' per la V Triennale al nuovo Palazzo dell'Arte di Milano dove sono attivi anche De Chirico, Severini, Carrà, Campigli e Sironi. Esegue altre notevoli opere di pittura murale nella Chiesa di Cristo Re a Roma, nel Palazzo del Governatore e in S.Francesco a Tripoli (1936-39), nel Palazzo di Giustizia di Milano ('Mosè', 1938). Importante è il ciclo per la Sala della Consulta del Palazzo comunale di Ferrara, con episodi di ispirazione ariostesca (Mito di Ferrara), concluso nel 1937. Nel 1939 viene istituita per Funi la cattedra di Affresco all'Accademia di Brera della quale nel 1957 diverrà direttore. Durante la seconda guerra mondiale soggiorna a Rovetta presso l'amico Tosi. Nel 1944 espone tra i '25 Artisti italiani del secolo' alla Galleria del Secolo di Roma. Ottiene la cattedra di pittura nel 1945 e successivamente la direzione dell'Accademia Carrara di Bergamo. Negli anni '50 torna ad insegnare a Brera ed esegue opere destinati a edifici milanesi pubblici (Teatro Manzoni, 1946; Banco di Roma, 1951, Banca generale dei crediti, 1959) e privati (Casa Reiser, 1948). Notevole è anche la sua attività nel campo della decorazione di edifici religiosi (Cappella di S.Carlo Borromeo in Sant'Angelo a Milano, Santuario di Legnano, Santuario dei Padri Paolotti a Rimini). Negli anni '70 alterna l'attività di decorazione murale alla produzione di quadri da cavalletto riproponendo motivi pompeiani e raffaelleschi e citando ironicamente propri lavori precedenti (Ritratto con la statua, 1961). Negli ultimi anni si dedica di preferenza al paesaggio soggiornando frequentemente a Forte dei Marmi. R.de Grada presenta in catalogo la mostra che a Funi dedica la Permanente di Milano nel 1973. Vari i contributi critici per la rassegna e Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1974 (con un testo di A.Negri dedicato all'affresco). Ampia mostra alla Sala Napoleonica dell'Accademia di Brera nel 1987: 'Achille Funi dal Futurismo alla maniera grande' e nuova rassegna 'A.Funi: dipinti, cartoni, disegni' in Palazzo Bagatti Valsecchi nel 1992. L'artista è presente in tutte le rassegne nazionali dedicate al Novecento, al Realismo Magico, agli Anni Venti e agli Anni Trenta.
Achille Funi 15 anni freqenta i corsi di figura plastica e decorazione alla Scuola municipale d'arte Dosso Dossi di Ferrara e segue gli insegnamenti privati di Nicola Laurenti. Nel 1906 si trasferisce a Milano e si iscrive ai corsi di C.Tallone all'Accademia di Brera fino al 1910. Entra in amicizia con Carrà e Dudreville nella stagione futurista. Nel 1914 è tra i fondatori del gruppo 'Nuove Tendenze' ed espone alla mostra milanese presso la Famiglia Artistica. È in amicizia con Chiattone e Sant'Elia. Boccioni ne riconosce la salda pittura, capace di conferire 'emozione plastica' attraverso il colore. All'inizio della prima guerra mondiale si arruola tra i Volontari ciclisti. Nel 1916, motivato dal culto per la classicità e la mitologia, assume anche il nome di Achille. Nel 1919 è tra i fondtori dei Fasci di combattimento. La sua pittura è ancora debitrice alla scomposizione futurista e al cubismo sintetico. Nel 1920 firma con Dudreville, Russolo e Sironi il "Manifesto contro tutti i ritorni in pittura" cui però non si sentirà legato. Conosce Arturo Martini e insieme con lui e col pittore futurista Lucio Venna soggiorna a Rovenna sul lago di Como, grazie all'appoggio dell'industriale e poeta milanese Pietro Preda. Con Garbari e con Sironi e Martini espone tra i 'dissidenti' di Ca' Pesaro alla Galleria Geri Boralevi di Venezia. Rientrato a Milano, tiene la prima personale presso la Galleria delle mostre temporanee (poi 'Arte') di Milano. Del 1921 è il famoso dipinto 'La terra', con riferimento tizianesco e recupero della tradizione italiana e di uno stile 'neoclassico'. Nel 1922 espone alla 'Bottega di Poesia' e insieme con Bucci, Dudreville, Malerba, Marussig, Oppi, Sironi, fonda il Gruppo dei Sette Pittori del Novecento, appoggiato da Margherita Sarfatti e dal gallerista Lino Pesaro. Espone alla prima collettiva alla galleria Pesaro nel 1923 e partecipa alla Biennale di Venezia del 1924 nel gruppo dei 'Sei pittori di Novecento'. Nel 1925, F. Roh lo inserisce nel volume 'Nach Expressionismus - Magischer Realismus' edito a Lipsia e la Sarfatti gli dedica una piccola monografia. Funi resta nel sodalizio milanese anche dopo le dimissioni di Dudreville e Bucci e la defezione di Oppi (saranno sostituiti però da Tosi e Salietti): entra anzi nel comitato direttivo del 'Novecento Italiano' con l'incarico della promozione di mostre nazionali e all'estero. Partecipa alla prima mostra del Novecento alla Permanente con una 'Annunciazione' ed espone col gruppo alla Galleria Carminati di Parigi. Nel 1927 espone alla Galleria Scopinich e nel 1929 alla Seconda mostra milanese del Novecento. Nel '30 la Sarfatti lo inserisce nella sua 'Storia della pittura italiana'. All'inizio del quarto decennio, pur non trascurando la pittura da cavalletto (espone alla Galleria Milano nel 1930, alla Bottega d'arte di Livorno, allestisce una sala personale alla Biennale di Venezia del 1932, alla Galleria del Milione nel 1937 e 1940), principia un'intensa attivita di affrescatore grazie alla quale si afferma come il più significativo pittore murale di quegli anni accanto a Sironi. Nel 1930 prende le difese di Novecento ma ne abbandona in seguito il Direttivo. Esegue decorazioni murali per la IV Triennale di Monza alla Villa Reale. Nel 1931 espone come pittore milanese indipendente alla I Quadriennale di Roma. Nel 1932 si occupa dell'allestimento e delle decorazioni delle sale della Guerra e della Vittoria alla mostra romana della Rivoluzione fascista. Insieme a Campigli e Carrà sottoscrive il manifesto della pittura murale di Sironi. Nel 1933 realizza il murale 'Giochi atletici italiani' per la V Triennale al nuovo Palazzo dell'Arte di Milano dove sono attivi anche De Chirico, Severini, Carrà, Campigli e Sironi. Esegue altre notevoli opere di pittura murale nella Chiesa di Cristo Re a Roma, nel Palazzo del Governatore e in S.Francesco a Tripoli (1936-39), nel Palazzo di Giustizia di Milano ('Mosè', 1938). Importante è il ciclo per la Sala della Consulta del Palazzo comunale di Ferrara, con episodi di ispirazione ariostesca (Mito di Ferrara), concluso nel 1937. Nel 1939 viene istituita per Funi la cattedra di Affresco all'Accademia di Brera della quale nel 1957 diverrà direttore. Durante la seconda guerra mondiale soggiorna a Rovetta presso l'amico Tosi. Nel 1944 espone tra i '25 Artisti italiani del secolo' alla Galleria del Secolo di Roma. Ottiene la cattedra di pittura nel 1945 e successivamente la direzione dell'Accademia Carrara di Bergamo. Negli anni '50 torna ad insegnare a Brera ed esegue opere destinati a edifici milanesi pubblici (Teatro Manzoni, 1946; Banco di Roma, 1951, Banca generale dei crediti, 1959) e privati (Casa Reiser, 1948). Notevole è anche la sua attività nel campo della decorazione di edifici religiosi (Cappella di S.Carlo Borromeo in Sant'Angelo a Milano, Santuario di Legnano, Santuario dei Padri Paolotti a Rimini). Negli anni '70 alterna l'attività di decorazione murale alla produzione di quadri da cavalletto riproponendo motivi pompeiani e raffaelleschi e citando ironicamente propri lavori precedenti (Ritratto con la statua, 1961). Negli ultimi anni si dedica di preferenza al paesaggio soggiornando frequentemente a Forte dei Marmi. R.de Grada presenta in catalogo la mostra che a Funi dedica la Permanente di Milano nel 1973. Vari i contributi critici per la rassegna e Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1974 (con un testo di A.Negri dedicato all'affresco). Ampia mostra alla Sala Napoleonica dell'Accademia di Brera nel 1987: 'Achille Funi dal Futurismo alla maniera grande' e nuova rassegna 'A.Funi: dipinti, cartoni, disegni' in Palazzo Bagatti Valsecchi nel 1992. L'artista è presente in tutte le rassegne nazionali dedicate al Novecento, al Realismo Magico, agli Anni Venti e agli Anni Trenta.





     




 
 
 

 


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