Una delle più importanti rassegne canoviane degli ultimi decenni: accanto alle collezioni permanenti della Pinacoteca e della Gipsoteca, arrivano dai maggiori musei d’Europa circa 40 ritratti, dipinti o scolpiti, e oltre cinquanta dei moltissimi “ritratti incisi”, a testimonianza della maniacale devozione che artisti di ogni terra ebbero per il “divino”
Canova.
Inoltre, arriva a Possagno dall’Accademia di Venezia il “
Vase” contenente la Mano destra dello Scultore (fu staccata subito dopo la morte come reliquia affettiva ed artistica), prima tappa del suo viaggio di ricongiungimento alla salma che riposa nel Tempio di Possagno
Thomas Lawrence che incontrò nel 1815 Canova a Londra e che durante un successivo soggiorno romano gli consegnò un ritratto che il maestro inglese ripropose in diverse versioni e che fu più volte replicato (in mostra ve ne saranno ben sei, provenienti, tra l’altro, dal Museo Correr, dal Museo di Santa Caterina di Treviso, dalla Pinacoteca di Brera, dal Castello del Buonconsiglio di Trento e da alcune Collezioni private). Il mito del “Sommo Canova” stimolò un gran numero di artisti: da Andrea Appiani ad Angelica Kauffmann, da François Xavier Fabre a Johann Anton Pock, da Luigi Zandomeneghi a Jean Baptiste Wicar, da Rodolph Suhrlandt a François Gerard, a George Hayter, ad Antonio D’Este a Giuseppe Bossi, a John Jackson, a Giovan Battista Lampi e a numerosi altri: i loro ritratti di Canova diventarono patrimonio di musei e collezioni di tutta Europa, a testimonianza della fama che l’artista possagnese, in vita e dopo, aveva saputo conquistarsi. In molte di queste opere sembra che gli artisti, pur di primo piano, si siano avvicinati a lui “con discrezione e trepidazione ... cercando di scoprire il profondo dialogo che esiste tra il volto e il ritratto dell’anima”.
Accanto ai oltre 40 ritratti, dipinti o scolpiti, saranno in mostra anche alcuni dei moltissimi “ritratti incisi” (tra le altre, saranno esposte incisioni di Pietro Anderloni, Antonio Nani, Charles Simon Pradier, Giacinto Maina, Raffaello. Morghen, Francesco Bartolazzi, Pietro Fontana, Angelo Bertini, Francesco Rosaspina, ecc.). La tecnica dell’incisione fu ampiamente usata dai biografi e soprattutto dai cultori canoviani per riprodurre a tirature spesso limitatissime (quasi oggetti per un culto fra adepti) i ritratti plastici e pittorici dell’artista. Così come sarà documentato un ulteriore modo di glorificare e rendere “eterno” il volto del Canova, ovvero la produzione medaglistica, davvero straordinaria ed imponente.
Lo scultore diventa poi oggetto di vero e proprio culto nella conservazione delle sue “reliquie”, dagli abiti, sontuosi e di rappresentanza, alle lettere sino al corpo stesso. In mostra ci sarà anche la mano del maestro, staccata dalla sua salma e conservata sino ad oggi all’Accademia di Venezia, parte di un singolare monumento-reliquiario del Sommo.
Ma è la stessa Casa-Museo di Possagno, voluta e curata dal Maestro, ad essere – insieme al Tempio che egli ideò ed eresse per diventare la chiesa parrocchiale del suo paese natale – il maggiore monumento alla sua “imperitura fama”.
MUSEO E GIPSOTECA CANOVIANA
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