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FOTO PRESENTI 7 |
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Canova
CANOVA AMORE E PSICHE
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Canova
CANOVA CUPIDO E PSICHE
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Canova
CANOVA EBE
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Canova
CANOVA ORFEO
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Canova
CANOVA DANZATRICE
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Canova
CANOVA PSICHE RIANIMATA DAL BACE DI CUPIDO
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Canova
CANOVA TESTA DI ELENA DI TROIA
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Canova, Antonio (Possagno 1.11.1757 - Venezia 13.10.1822) Scultore italiano, tra i maggiori esponenti del neoclassicismo. Formatosi inizialmente a Venezia presso la bottega di G. Bernardi, studiò poi all’Accademia di Belle Arti. Sono di questo periodo le opere Orfeo ed Euridice (1773-76) e Dedalo e Icaro (1778-79), entrambe al Mus. Correr di Venezia, di impostazione ancora berniniana, che gli permisero di recarsi a Roma (1779) dove entrò in contatto con importanti personaggi della cultura neoclassica (F. Piranesi, P.G. Batoni, A.C. Quatremère de Quincy). Con raffinate interpretazioni di soggetti mitologici (Teseo e il Minotauro, 1783, Londra, Victoria and Albert Mus.; Amore e Psiche giacenti, 1787-93, Parigi, Louvre) si impose sulla scena artistica romana ottenendo numerose commissioni, fra cui i monumenti funerari a Clemente XIV (1783-87, Roma, Santi Apostoli) e a Clemente XIII (1792, Roma, S. Pietro). Lasciata Roma nel 1798, soggiornò a Possagno e Vienna (monumento a Maria Cristina d’Austria, 1798-1805, Vienna, chiesa degli Agostiniani). Nel 1802 funominato Ispettore generale delle Antichità e delle Belle Arti dello Stato Pontificio e sovrintendente dell’Accademia di S. Luca e dei musei Vaticano e Capitolino, e soggiornò a Parigi dove entrò in contatto con J.L. David e F. Gérard. Al culmine della fama, lavorò per Napoleone (Napoleone, 1803-6, Londra, Apsley House, replica in bronzo, 1811, Milano, cortile di Brera; Paolina Borghese come Venere vincitrice, 1804-7, Roma, Gall. Borghese) e scolpì il monumento a Vittorio Alfieri (1806-10, Firenze, S. Croce) e il raffinato e sensuale gruppo marmoreo delle Grazie (1812-16, San Pietroburgo, Ermitage e Los Angeles, Getty Mus.). Conservò un ruolo importante anche durante la restaurazione, riuscendo a ottenere, grazie al suo prestigio e alle sue doti diplomatiche, il permesso di far rientrare in patria le opere cedute alla Francia con il trattato di Tolentino. Nell’ultima fase della sua attività fu sensibile al rinnovamento generale del clima artistico, promosso a Roma dai nazareni e contemporaneamente in Francia da J.A.D. Ingres e in Inghilterra dai preraffaelliti, mostrando un nuovo interesse per gli scultori del sec. XV (Compianto sul Cristo morto, 1821, Possagno, Gipsoteca). Nel 1819 fece iniziare la costruzione del tempio di Possagno, trasposizione neoclassica del Pantheon di Roma, dove nel 1830 vennero traslate le sue spoglie.
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