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FOTO PRESENTI 5 |
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Buglioni Benedetto
BUGLIONI BENEDETTO SANT'ANSELMO
Sant'Anselmo tra i santi Lorenzo, Giuliano, Rosa da Viterbo e Chiara 1500-1505; Empoli, Museo della Collegiata
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Buglioni Benedetto
BUGLIONI BENEDETTO INCONORAZIONE
Incoronazione; Firenze, Ognissanti (Vergine e i santi Benedetto, Ansaldo?, Giovanni Battista, Pietro, Gregorio , Agostino e Lucia 1510 circa)
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Buglioni Benedetto
BUGLIONEIBENEDETTO STEMMA
Stemma di papa Innocenzo VIII 1484-1492; Roma , Musei Vaticani
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Buglioni Benedetto
BUGLIONI BENEDETTO SANTA LUCIA
santa Lucia settimello Firenze 1516
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Buglioni Benedetto
BUGLIONI BENEDETTO INCORONAZIONE
Gavinana (San Marcello Pistoiese). Pieve di Santa Maria Assunta, interno, parete destra di fianco all'altare maggiore. Benedetto Buglioni (Firenze 1459 /1460 - 1521), Crocifissione (1515 ca.), bassorilievo; terracotta dipinta, invetriata, cm 230x183.
Il dossale centinato, posto sulla parete destra di fianco all'altare maggiore, come il suo pendant è delimitato da un fregio vegetale con mazzi simmetrici di frutta e fiori intrecciati da un nastro giallo. Davanti ad uno sfondo azzurro si staglia la monumentale figura di Cristo in croce tra due angeli, di cui uno ha un calice in mano. Al di sotto, da sinistra, compaiono San Martino che offre il mantello ad un povero e, genuflesso in preghiera, San Niccolò; sul lato opposto vediamo inginocchiato San Gregorio Magno e dietro di lui, in piedi, San Michele Arcangelo. Questa pala d'altare, come l'altra, ritenuta da Allan Marquand (1921) un'opera di Santi Buglioni, allievo di Benedetto Buglioni, è stata soltanto di recente ricondotta alla mano di quest'ultimo. Ritroviamo in quest'opera i caratteri sostanziali della produzione robbiana alla quale Benedetto con evidenza si attenne, adottandone il tipico repertorio decorativo, la vivace policromia, resa con i tradizionali bianchi, gialli, azzurri e verdi, che si caratterizzò alla fine del Cinquecento con l'omissione dell'invetriatura negli incarnati, dipinti invece ad olio ma non senza una certa capacità inventiva e un'assoluta autonomia stilistica.
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Collaboratore inizialmente di Andrea, dal quale ereditò il caratteristico repertorio di pale d'altare, lunette, fonti battesimali,cibori ,statue, fregi , festoni e stemmi, la sua tematica consisterà nella rielaborazione dei soggetti robbiani in chiave maggiormente dimessa, facendo uso di un' invasiva policromia consistente nell'utilizzo della pittura a olio per gli incarnati delle figure; la sua prima opera fu lo stemma di papa Innocenzo VIII, oggi nei musei vaticani. Tra il 1487 ed il 1490 compie l'arredo lapideo della cappella del Santo Anello; l'arredo invetriato per il monastero dei Cassanesi , di cui ci rimangono tre medaglioni con San Pietro, San Benedetto e il Monogramma di Cristo e la lunetta con Cristo e la Samaritana al pozzo ambientata su un vivace fondo di paesaggio.
Nell'ultimo decennio del XV secolo si intensificano gli incarichi di prestigio per lo scultore: nel 1490 la monumentale pala con la Resurrezione per la cappella di San Jacopo nel duomo di Pistola (Pistoia, Museo civico), nel 1493 il fregio della tribuna di Santa Chiara a Firenze (Londra, Victoria and Albert Museum); degli stessi anni la pala con Cristo crocifisso in San Pietro a Radicofani e la lunetta con Santa Maria Egiziaca al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze. Gli arredi invetriati voluti da Giovanni de' Medici, futuro Leone X, nella ristrutturazione rinascimentale della basilica di Santa Cristina a Bolsena, dove l'opera di Benedetto a partire dal 1495 circa fu affiancata da quella del fratello Francesco e, si deve supporre, di altri plasticatori di talento del suo entourage, costituiscono l'impegno maggiore dello scultore (Madonna col Bambino tra santa Cristina e san Giorgio sul portale maggiore; San Leonardo e due disciplinati su quello dell'oratorio; Crocifissione e Messa di Bolsena, Santa Lucia, statua giacente di Santa Cristina nella cripta; tabernacolo detto Altare di santa Cristina nella cappella del Sacramento 1495 circa).
Del 1500 è la decorazione dell'oratorio di Santa Maria delle Grazie sopra Stia (Apparizione della Vergine a monna Giovanna, Presepe, Annunciazione; Evangelisti; fregio con Cherubini e l'emblema di Santa Maria Nuova) voluto da Leonardo Buonafede, spedalingo di Santa Maria Nuova, protagonista delle commissioni robbiane e buglionesche. Quattro anni dopo lo scultore, chiamato insieme ad Andrea della Robbia e altri artisti a dare il suo parere sulla collocazione del David di Michelangelo, esegue l'arredo della cappella del Bianco nella chiesa della Badia fiorentina (perduto). Nel primo decennio del XVI secolo Benedetto realizza importanti pale d'altare (Madonna col Bambino tra san Cimiamo e san Nicola, 1502, Amsterdam, Rijksmuseum; Madonna col Bambino tra sant'Antonio abate e san Bernardino, Cutigliano, Madonna di Piazza; due pale per Santa Maria a Ripa; Sant'Anselmo in cattedra e santi e l'Immacolata concezione tra sant'Anselmo e sant'Agostino nel Museo della collegiata di Empoli).
Nel 1511 per la chiesa dello Spedale del Ceppo a Pistoia esegue la lunetta con l'Incoronazione della Vergine, riproposta in forme più elaborate e complesse per la chiesa fiorentina di Ognissanti (Incoronazione della Vergine tra santi e angeli). La sua ultima opera documentata è la Madonna col Bambino e Santi realizzata su incarico del Buonafede per San Michele a Badia Tedalda (1517), dove il lavoro dell'artista verrà poi proseguito e completato con un tabernacolo con Cristo Benedicente, e le due pale con la Madonna della cintola e l'Annunciazione con i santi Giuliano, Sebastiano e Antonio abate (1522 circa)
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